Obiettivi
Vogliamo misure a sostegno di alloggi sociali e delle cooperative di abitazioni (obiettivo nr. 120 del programma).
Vogliamo che l’ente pubblico metta a disposizione terreni e stabili per la realizzazione di alloggi a pigione moderata (obiettivo nr. 121 del programma).
Vogliamo delle misure per bloccare l’aumento delle pigioni in caso di nuova locazione. Deve essere introdotto in tutta la Svizzera il formulario ufficiale contenente l’affitto precedente e il nuovo affitto al momento della locazione e il motivo di un eventuale aumento della pigione (obiettivo nr. 122 del programma).
Vogliamo la messa in cantiere di un nuovo progetto ad ampio raggio di promozione nel settore dell’alloggio, anche tramite la nuova legge federale sulle abitazioni sussidiate (LPA) (obiettivo nr. 123 del programma).
Vogliamo il superamento del tabù della non partecipazione dell’ente pubblico alla proprietà di alloggi in locazione, per esempio acquistando immobili messi all’asta togliendoli così dal mercato speculativo, in modo da poter creare un parco alloggi significativo da mantenere costantemente e da remunerare adeguatamente, quantomeno con l’obiettivo della copertura integrale di tutti i costi diretti e indiretti (obiettivo nr. 124 del programma).
Vogliamo l’applicazione delle norme costituzionali sulle abitazioni secondarie in particolare per le regioni turistiche dove le residenze secondarie determinano una forte pressione sulla residenza primaria (obiettivo nr. 125 del programma).
Nelle regioni di montagna in decrescita demografica bisogna permettere a determinate condizioni la trasformazione in residenze secondarie dei vecchi edifici nei nuclei, che altrimenti rischiano il deperimento (obiettivo nr. 126 del programma).
Contesto politico e proposte
A livello federale la politica dell’alloggio poggia essenzialmente su due pilastri: le legislazioni in materia di alloggi sussidiati e accesso alla proprietà e le regole del contratto di locazione (Codice delle obbligazioni).
Nel 2003 le Camere federali hanno adottato una legge federale sulle abitazioni sussidiate, di più semplice applicazione rispetto alle soluzioni trovate nella legge del 1974, ma non accompagnata da finanziamenti adeguati, bloccati dal programma di risparmi della Confederazione. Senza la messa in vigore completa e il finanziamento di questa legge il mandato costituzionale di promozione delle abitazioni a pigione moderata non viene sostanzialmente adempiuto per cui il PS si oppone a questo stato di fatto.
Le Camere hanno pure votato nel dicembre 2002 una modifica del Codice delle obbligazioni al capitolo “calcolo sugli affitti” decisamente negativa per gli inquilini, poi spazzata via da un referendum popolare sostenuto dal PS l’8 febbraio 2004. In questo ambito, dopo una nuova consultazione su un nuovo progetto finita in un nulla di fatto, il Consiglio federale ha licenziato nel 2008 una nuova proposta di riforma abbastanza equilibrata, poi passata al vaglio delle Camere.
Sul piano cantonale, non disponendo di competenze normative, la politica dell’alloggio è fortemente legata a quella federale in materia di abitazioni sussidiate. L’obiettivo nr. 123 si ricollega a questa tradizione, mentre l’obiettivo nr. 124 chiede il superamento del tradizionale tabù sull’intervento del settore pubblico nella costruzione o nell’acquisto di alloggi. La presenza di un parco alloggi di proprietà pubblica significativo, da pianificare a lungo termine, sarebbe vantaggiosa sia per la gestione delle situazioni sociali problematiche, sia per la sua funzione economica di calmiere dei prezzi del mercato.
Dopo l’adozione della norma costituzionale sulle residenze secondarie, la legislazione di applicazione arrischia di aggirare quanto deciso dal popolo. Il PS chiede un’applicazione stretta della norma là dove alloggi primari e residenze secondarie sono effettivamente in conflitto aperto.
Obiettivi
Vogliamo una revisione della Legge federale sugli stupefacenti che porti alla depenalizzazione del consumo di canapa e a un rafforzamento della politica di protezione della gioventù. Vogliamo una migliore gestione del problema piuttosto che il semplice e facile proibizionismo (obiettivo nr.113del programma).
Vogliamo un sostegno concreto alla politica dei quattro pilastri (prevenzione, terapia, riduzione del danno, repressione) (obiettivo nr.114del programma).
Vogliamo l’adozione di programmi d’intervento mirati soprattutto a prevenire l’abuso di alcol e di tabacco da parte dei giovani (obiettivo nr. 115 del programma).
Vogliamo l’adozione e la realizzazione d’iniziative di prevenzione delle dipendenze e di promozione della salute rivolte ai giovani, ai genitori, alle scuole, ai Comuni. (obiettivo nr.116 del programma).
Vogliamo che accanto ad altre misure legate alla prevenzione delle dipendenze venga introdotta la somministrazione controllata di eroina (obiettivo nr. 117 del programma).
Contesto politico e proposte
Al centro di una battaglia ideologica negli anni ’90 a livello federale (iniziativa popolare “Gioventù senza droghe”, iniziativa popolare “Droleg”, misure contro le scene aperte della droga, sperimentazione della somministrazione controllata di eroina ai tossicomani incalliti), la questione delle dipendenze è rimasta tra quelle che dividono maggiormente l’opinione pubblica e le forze politiche. A inizio del secolo al centro del dibattito vi è stata la revisione della Legge federale sugli stupefacenti, il cui progetto, comprendente la spinosa questione della depenalizzazione della canapa, si è scontrato con la decisione di non entrata in materia del settembre 2003 del Consiglio Nazionale.
Una nuova proposta di modifica della Legge sugli stupefacenti, senza la depenalizzazione della canapa, ma che sanciva definitivamente a livello di legge il modello dei 4 pilastri (prevenzione, terapia, riduzione del danno, repressione) da sempre sostenuta dal PS è stata accettata in votazione popolare a fine 2008.
Accanto alle problematiche delle droghe illegali rimangono aperte quelle generate dalle sostanze legali (alcool e tabacco), non meno complesse e preoccupanti.
Sul piano cantonale riteniamo prioritario oggi mettere a punto dei programmi di intervento rivolti in particolare ai giovani nel settore delle sostanze legali, tabacco e alcool, il cui consumo problematico non pare sufficientemente gestito (obiettivi nr. 115-116). Al proposito ricordiamo che nel febbraio 2009 è stata vietata la pubblicità del tabacco sulla pubblica strada sulla base di una proposta socialista del 2007 e qualche anno dopo è stata implementata una seconda proposta socialista volta a meglio proteggere bambini e giovani dall’accesso ai prodotti del tabacco.
Per i tossicomani cronici deve essere possibile anche nel nostro Cantone introdurre un programma di somministrazione controllata di eroina, modello già sperimentato con buoni risultati in altri Cantoni (obiettivo nr. 117), ma per ora la cosa si è scontrata con un rifiuto.
Di particolare attualità anche la lotta agli abusi nel settore della cocaina, che in Ticino conta parecchi consumatori, per i quali il PS ha preconizzato la creazione di servizi specifici, purtroppo per ora senza seguito.
Obiettivi
Vogliamo l’introduzione di congedi familiari retribuiti per la cura dei fanciulli ammalati (obiettivo nr. 102 del programma).
Vogliamo il consolidamento da parte della Confederazione di un programma per incitare finanziariamente i Cantoni e i Comuni a creare dei luoghi di accoglienza per la prima infanzia (obiettivo nr. 104 del programma).
Vogliamo l’instaurazione di un regime federale di prestazioni complementari per famiglie con reddito basso sul modello degli assegni familiari ticinesi (obiettivo nr. 105 del programma).
Vogliamo l’abolizione, nell’ambito dell’assicurazione malattia obbligatoria, dei premi per i fanciulli (obiettivo nr. 106 del programma).
Vogliamo concretizzare il modello dello sconto d’imposta in sostituzione della deduzione ordinaria per figli a carico (obiettivo nr. 107 del programma).
Vogliamo favorire l’accesso dei genitori alle informazioni sugli aiuti e sulle strutture di sostegno delle famiglie (obiettivo nr. 108 del programma).
Vogliamo la sensibilizzazione di tutte le istanze cantonali e comunali affinché le loro politiche siano favorevoli alle famiglie così come la sensibilizzazione dell’economia affinché ricerchi una maggiore compatibilità fra famiglia e lavoro e/o formazione, accordando la necessaria flessibilità alle lavoratrici e ai lavoratori con responsabilità familiari (obiettivo nr. 109 del programma).
Vogliamo il rafforzamento della rete di protezione dei soggetti (minori e adulti) in difficoltà (obiettivo nr. 110 del programma).
Vogliamo il mantenimento della politica a sostegno delle famiglie attraverso gli assegni di prima infanzia e integrativi, a favore di tutti i residenti indipendentemente dallo statuto di soggiorno (obiettivo nr. 111 del programma).
Contesto politico e proposte
I cambiamenti avvenuti nel modo di vivere e di lavorare hanno trasformato l’istituto della famiglia e hanno fatto emergere nuove realtà. Le trasformazioni sono conseguenti sia a processi demografici e sociali che a scelte e comportamenti individuali. Famiglie più piccole, forme di vita familiare diversificate, instabilità della coppia, procreazione più tardiva, diminuzione della natalità, nuovi ruoli economici e sociali di donne, giovani e bambini sono tutti fattori che hanno concorso alla mutazione della famiglia e che devono essere considerati appieno nella definizione di una politica familiare coerente.
A livello federale si è finalmente conclusa dopo decenni, anche se con un modello minimalista, la questione dell’assicurazione maternità, entrata in vigore il 1. luglio 2005. Rimangono però aperti numerosi problemi. Di natura sociale, legati alla disponibilità di strutture adeguate, e di natura economica: sono tutti progetti che necessitano di nuove risorse e che hanno nella crisi finanziaria dello Stato lo scoglio più importante da superare. Da segnalare come positiva, anche se non particolarmente coraggiosa, la riforma degli assegni familiari di base, approvata dal popolo nel novembre 2006 ed entrata in vigore nel 2009 (nel 2008 in Ticino).
A livello cantonale il Ticino può dirsi all’avanguardia in questo ambito, sia per la sua Legge sugli assegni familiari del 1997 riveduta nel 2002 e nel 2008, sia per il suo modello di Scuola dell’infanzia, sia per l’adozione nel 2003 della Legge per le famiglie. Questo ultimo atto ha radunato in un testo unico e più moderno tutte le norme di promozione delle attività a favore del nucleo familiare e tutte le disposizioni di protezione delle famiglie e delle sue componenti più deboli, ma trattandosi di una legge di promozione la sua efficacia dipende soprattutto dalla disponibilità di risorse allocate per la sua applicazione. Da segnalare anche in questo ambito la questione della necessità di un’offerta adeguata di servizi parascolastici, necessari alla compatibilità famiglia/lavoro. Per rafforzare il sostegno finanziario alle famiglie del ceto medio-basso rimane sul tappeto la proposta di trasformare le deduzioni fiscali per figli, concesse a tutti i contribuenti, in sconti d’imposta unitari, una sorta di secondo assegno per figli il cui valore non dipenderebbe dal reddito imponibile dei genitori come accade ora.
In termini generali sottolineiamo come nel delicato settore della politica famigliare, forse più che in altri, appare centrale il lavoro di sensibilizzazione verso i decisori istituzionali e l’economia affinché scelte compiute in altri ambiti quali l’ambiente, la pianificazione del territorio, l’alloggio, la mobilità, la scuola, il mondo del lavoro ecc. considerino le esigenze delle famiglie. Creare condizioni di vita favorevoli alle famiglie è la premessa indispensabile per la riuscita della politica familiare. In questa direzione dovrebbe muoversi l’Osservatorio cantonale della politica familiare previsto dalla Legge per le famiglie.
Obiettivi
Vogliamo l’adeguamento delle strutture sociosanitarie per coprire i bisogni crescenti della popolazione, garantendone e migliorandone l’offerta e l’accesso su tutto il territorio (obiettivo nr. 79 del programma).
Vogliamo un numero adeguato di addetti del settore sociosanitario, formati e qualificati (obiettivo nr. 80 del programma).
Contesto politico e proposte
Per quanto riguarda il settore sociosanitario (case per anziani, servizi a domicilio, consultori, istituti sociali, ecc.), i nostri obiettivi sono stati per anni diametralmente opposti a quelli della maggioranza del Consiglio di Stato. Una situazione difficile, soprattutto perché questo confronto aperto avveniva proprio nel settore di cui era responsabile l’eletta socialista nel Governo cantonale.
La maggioranza governativa è stata fermata nella sua furia risparmista ai danni dei servizi sociosanitari dal voto popolare del 12 marzo 2006, che ha dato un chiarissimo segnale su questo punto, ma questi servizi soffrono ancora oggi di un deficit di sviluppo che deve essere colmato nel prossimo futuro. Inutile dire che al centro del dibattito c’è il livello di finanziamento di queste strutture, per le quali il PS ritiene necessario un potenziamento in base al reale bisogno.
Dopo il passaggio di responsabilità politica del Dipartimento della sanità e della socialità all’eletto del PPD nel 2011, i tentativi di riduzione dei servizi sono stati comunque tematizzati, rintuzzati e gestiti dal PS, che ha concorso fattivamente a evitare pericolose marcie indietro.
Obiettivi
Vogliamo l’introduzione della cassa malattia unica federale (obiettivo nr. 70 del programma).
Vogliamo la sostituzione del sistema antisociale dei premi pro capite dell’assicurazione malattia con premi stabiliti in funzione del reddito e del patrimonio. Come prima misura urgente occorre ridurre i premi dell’assicurazione di base per le famiglie e per i salari medi e bassi (obiettivo nr. 71 del programma).
Non vogliamo riduzioni del catalogo delle prestazioni dell’assicurazione malattia (obiettivo nr. 72 del programma).
Vogliamo l’applicazione di una pianificazione nazionale delle infrastrutture costose della medicina di punta che ponga fine all’anarchia creata dai Cantoni (obiettivo nr. 73 del programma).
Vogliamo portare i prezzi dei farmaci nella media europea, incoraggiando il consumo dei medicinali generici con l’autorizzazione della loro importazione parallela (obiettivo nr. 74 del programma).
Vogliamo porre un freno alla spirale che vede sempre più medici prescrivere prestazioni inutili che generano di fatto un aumento dei costi della salute. Per questo sosteniamo la generalizzazione del modello del medico di famiglia, l’instaurazione di reti sanitarie garanti della qualità, l’introduzione della carta-paziente e del budget per le cure ambulatoriali (obiettivo nr. 75 del programma).
Vogliamo adeguati limiti di reddito che diano diritto ai giusti sussidi ai premi di cassa malattia con particolare attenzione per i premi dei bambini (obiettivo nr. 78 del programma).
Contesto politico e proposte
Diversi obiettivi di politica federale inerenti al servizio sanitario erano contenuti nelle proposte dell’iniziativa popolare federale “la salute a prezzi accessibili”, ma purtroppo l’iniziativa è stata respinta da popolo e Cantoni il 18 maggio 2003. L’iniziativa conteneva in particolare la proposta di cambiamento del sistema di finanziamento dei premi di cassa malattia, tema nuovamente sottoposto al popolo nel marzo 2007 con l’iniziativa popolare per una cassa malattia unica federale con premi proporzionali al reddito, e nuovamente respinto. Il principio della cassa unica è poi stato sottoposto a voto popolare una terza volta nel 2014 e anche questa volta non ha avuto esito positivo, anche se voto dopo voto la quota di sostenitori del cambiamento di modello sta crescendo.
La concorrenza tra casse malattia private, principio fondatore della LAMal, che avrebbe dovuto tenere bassi i prezzi, non funziona e, a ben vedere, non può nemmeno funzionare, poiché gli assicuratori malattia sono tenuti a fornire le stesse prestazioni per l’assicurazione di base. Un’unica cassa nazionale d’assicurazione malattia consentirebbe di garantire la qualità delle prestazioni e di meglio controllare i costi.
Il PS intende garantire il principio dell’equità d’accesso al servizio sanitario, rifiutando in modo categorico la medicina a due velocità. Per questo sostiene la medicina pubblica e promuove la qualità, da raggiungere anche con un controllo costante del livello qualitativo dell’offerta e della formazione del personale.
Sul piano cantonale i nostri obiettivi sono stati in parte condivisi da una maggioranza, laddove si è operato per ripianificare l’offerta ospedaliera a inizio secolo, un’offerta che in Ticino vede una presenza importante del privato, contrariamente a quanto accade negli altri Cantoni. Nel 2012 il Ticino ha implementato la modifica della LAMal che ha costretto da quel momento il Cantone a pagare quasi la metà dei costi ospedalieri anche per le strutture private, decisione che ha generato una fattura supplementare di 100 milioni all’anno a carico delle casse cantonali, che hanno dovuto accusare il colpo. Sulla copertura di questo nuovo onere il PS si è battuto affinché si reperissero nuove risorse, risultando impossibile compensare una simile somma con dei risparmi, ma senza esito. La nuova tornata della pianificazione ospedaliera, iniziata nel 2012 e ancora aperta, risulta problematica su più fronti e ancora irrisolta.
Dopo un aspro confronto sui sussidi di cassa malattia nella prima parte dello scorso decennio, che una maggioranza politica intendeva ridurre ma che abbiamo saputo fermare con una decisione popolare del maggio 2004 e una sentenza del Tribunale cantonale delle assicurazioni dell’ottobre 2006, il tema ha finalmente trovato una soluzione corretta. Dal 2012 è stato introdotto in questo ambito il criterio del reddito disponibile, i finanziamenti cantonali non sono stati ridotti, anche se qualche aggiustamento del modello è stato apportato, e il meccanismo di erogazione è stato notevolmente migliorato. Tutto questo è il frutto del lavoro di implementazione di un’iniziativa popolare socialista consegnata nel 2005 e risoltasi in una riforma consensuale accolta dal Gran Consiglio nel giugno 2010.
Obiettivi
Vogliamo l’aumento delle rendite AVS fino alla completa copertura del minimo vitale (obiettivo nr. 88 del programma).
Vogliamo l’adattamento delle rendite AVS al rincaro e agli aumenti reali dei salari affinché sia preservato il loro potere d’acquisto (obiettivo nr. 89 del programma).
Vogliamo contrastare i propositi d’innalzamento dell’età per l’accesso alle prestazioni AVS (obiettivo nr. 90 del programma).
Vogliamo l’introduzione di un modello credibile di accesso anticipato alle prestazioni AVS per tutti, anche per i lavoratori con redditi medio-bassi (obiettivo nr. 91 del programma).
Vogliamo contrastare la riduzione del tasso di redditività annua dei capitali della previdenza professionale (II pilastro) e la riduzione dell’aliquota di conversione per il calcolo delle rendite (obiettivo nr. 92 del programma).
Vogliamo che la soglia di accesso alla previdenza professionale venga ulteriormente abbassata affinché vengano inclusi i redditi dei lavoratori temporanei e a tempo parziale (obiettivo nr. 93 del programma).
Vogliamo che l’evasione delle pratiche AI sia accelerata per non lasciare nell’incertezza troppo a lungo le persone interessate (obiettivo nr. 97 del programma).
Contesto politico e proposte
La sicurezza sociale attuale, fondata soprattutto sulle grandi assicurazioni sociali federali, funziona con un sistema di redditi di sostituzione chiamati a compensare disfunzioni puntuali (malattia, invalidità, disoccupazione, vecchiaia). Ma in un contesto di precarietà crescente, di accentuata disuguaglianza dei redditi e di frammentazione, lo Stato sociale non può intervenire solo passivamente con questa logica indennizzatrice. S’intravede sempre più la necessità di trovare nuovi strumenti di intervento, permettendo soluzioni valide a problemi che sono specifici e molto differenti gli uni dagli altri. Nonostante questa necessità e le lacune della rete sociale attuale, una maggioranza politica e purtroppo anche popolare rifiuta ogni proposta volta al suo miglioramento, favorendo di fatto uno Stato sempre meno sociale.
Oggi chi è al beneficio dell’AVS fatica a vivere. Questo perché, nonostante un mandato costituzionale chiaro, l’AVS non assicura il minimo vitale. Inoltre chi esegue un lavoro a tempo parziale non sempre ha accesso al II. Pilastro. La XI. revisione dell’AVS non permetteva di raggiungere alcuno degli obiettivi del PS in questo ambito specifico e fortunatamente è stata sonoramente bocciata dal popolo il 16 maggio 2004. Purtroppo è stata pure respinta nel settembre 2006 un’iniziativa popolare socialista che intendeva usare per l’AVS parte degli utili della Banca Nazionale.
Anche il settore delle casse pensioni (II. Pilastro), fondato sul principio della capitalizzazione, ha le sue grosse difficoltà ed è stato scosso largamente dai rovesci dei mercati finanziari d’inizio millennio e del 2008. Nel 2002 e 2003 sono state prese a proposito della previdenza professionale delle decisioni drastiche, estremamente penalizzanti per gli assicurati, con la riduzione di quasi il 50% del tasso di redditività dei capitali di vecchiaia e con la consistente riduzione dell’aliquota di conversione per il calcolo della rendita annua per la parte extra-obbligatoria (modello cosiddetto Winterthur). Nel 2008 si è inteso intaccare l’aliquota di conversione per il calcolo della rendita per la parte obbligatoria, decisione che però si è scontrata con un netto rifiuto popolare nel marzo 2010.
Nel 2014 il consigliere federale Alain Berset ha presentato un piano complessivo, che affronta il tema dell’ammodernamento di primo e secondo pilastro.
Per quanto riguarda il settore dell’invalidità, malgrado la bocciatura il 18 maggio 2003 dell’iniziativa popolare federale “parità di diritti per i disabili”, nel 2004 sono entrate in vigore la Legge sull’eliminazione degli svantaggi dei disabili, controprogetto indiretto all’iniziativa, e la IV. revisione della legge AI. Questi nuovi strumenti hanno costituito parzialmente dei passi nella giusta direzione, ma già con la V. revisione della legge AI, approvata dal popolo nel giugno 2007, ha fatto ingresso sulla scena politica la critica grossolana contro l’istituto dell’AI proveniente da destra. Con le modifiche successive questo importante settore del primo pilastro è stato ulteriormente indebolito.
Sul piano cantonale la sicurezza sociale viene attuata con gli assegni familiari di complemento, per i quali il Ticino è un modello nazionale, con i sussidi ai premi di cassa malattia e con le prestazioni assistenziali. Da notare che il nostro Cantone conosce un modello di armonizzazione delle prestazioni sociali (Laps) unico in Svizzera, voluto per evitare doppioni nella concessione di sussidi e prestazioni finanziarie.