Votazioni del 24 settembre: SÌ alla «Previdenza per la vecchiaia 2020»

Grazie alla riforma «Previdenza per la vecchiaia 2020» le rendite saranno garantite e la nostra principale previdenza sociale, ovvero l’AVS, verrà rinforzata in modo significativo.

Finalmente un progresso nel campo per l’AVS
Per la prima volta da 42 anni, le rendite dell’AVS aumenteranno veramente. Verrà così rinforzato il primo e principale pilastro dello Stato sociale svizzero – l’AVS – che garantisce l’equilibrio tra le generazioni e che riduce le disuguaglianze tra le persone molto ricche e il resto della società. L’aumento delle rendite dell’AVS è importante nella fattispecie per le donne poiché traggono realmente vantaggio dal finanziamento solidale dell’AVS. Questa riforma significa un aumento reale e atteso per 500’000 donne che lavorano ma che sono unicamente iscritte all’AVS e che non ricevono nessuna rendita da un secondo pilastro.

Il finanziamento dell’AVS è garantito
A causa del pensionamento dei “baby-boomers”, aumenteranno in modo decisivo, benché passeggero, le persone che riceveranno una rendita. Le risorse supplementari permetteranno di finanziare l’AVS almeno fino al 2030. Un miliardo sarà immesso ogni anno nei fondi dell’AVS senza che vi sia bisogno di pagare di più: a partire dal 2018, un ammontare equivalente allo 0,3% di IVA – oggi percepito dall’AI – verrà versato all’AVS. Nel 2021, l’IVA aumenterà di poco, passando dall’8% all’8,3%. L’aumento della parte salari per finanziare l’AVS verrà considerevolmente ridotto. Per entrambe le parti, ovvero per i datori di lavoro e i salariati, l’aumento sarà solo dello 0,15%.

Rendite migliori per le donne
Le rendite della cassa pensione degli uomini, in media, sono il triplo a quelle delle donne. Le donne potranno recuperare del terreno perduto grazie a questa riforma poiché il lavoro a tempo parziale verrà assicurato meglio di quanto lo sia oggi. L’enorme disuguaglianza tra uomini e donne nell’ambito del secondo pilastro sarà quindi ridotta. Parecchi salariati dovranno pagare un po’ di più affinché quest’obiettivo venga realizzato. Occorre però ricordare che i datori di lavoro pagheranno almeno la metà e – in fin dei conti – le donne cui questa misura è destinata riceveranno una rendita nettamente più elevata rispetto ad oggi.

Diritto a una rendita in caso di perdita del lavoro
Nel caso di perdita del posto di lavoro prima del pensionamento (a partire da 58 anni), i salariati più anziani non verranno esclusi dalla cassa pensione. Anche nel caso in cui non riuscissero a trovare un posto di lavoro, nell’impossibilità di pagare i contributi al secondo pilastro, l’ultima cassa di pensione a cui sono stati affiliati dovrà pagare loro una rendita. Viene così posta la parola fine ai tempi in cui queste persone si vedevano nell’obbligo di ritirare il capitale accumulato ed essere obbligati a impiegarlo per vivere sino al pensionamento.

Un pensionamento più flessibile sarà possibile
Oggi non si possono ricevere che le rendite AVS e le rendite cassa pensione intere. Chi non può lavorare a tempo pieno fino all’età di pensionamento ha perciò delle difficoltà nel pensionarsi in modo progressivo. D’ora in poi le rendite parziali potranno essere combinate con una percentuale di lavoro ridotta. Nel caso di prepensionamento, o pensionamento anticipato, le rendite AVS saranno ridotto in maniera ridotta rispetto a quanto avviene oggi.

 

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