Mi permetto, pur dal mio umilissimo ruolo di povero ferroviere, di rispondere al direttore di Aiti Stefano Modenini, che recentemente ha contribuito tra queste pagine al dibattito su chi debba sostituire pensionati e lavoratori nel finanziare quella parte dei premi che supera il 10% del reddito disponibile.
Infatti se, come dice lui, in Ticino il reddito imponibile di solo il 20% dei contribuenti supera i 70’000 franchi l’anno (mentre nel resto del Paese questo reddito è ben al di sotto della mediana), i datori di lavoro sono i primi responsabili. Se lo Stato deve intervenire d’urgenza per aiutare lavoratori e pensionati a pagare i premi di cassa malati, è proprio perché le aziende del nostro territorio si rifiutano di pagare stipendi adeguati. Se si voterà sulla “più grande misura di redistribuzione degli ultimi decenni” è proprio perché la redistribuzione primaria (che permette ai lavoratori di partecipare ai frutti del proprio lavoro, ovvero il salario) è insufficiente.
Credo di parlare per tutto il popolo di sinistra quando dico che il nostro obiettivo non è uno Stato assistenzialista, bensì l’abolizione totale delle misure statali volte a preservare il potere d’acquisto dei lavoratori! Questa abolizione sarà infatti possibile quando i lavoratori potranno vivere dignitosamente del proprio lavoro, ovvero quando guadagneranno stipendi e pensioni che gli permetteranno di emanciparsi dagli aiuti dello Stato. L’iniziativa del PS nasce dalla consapevolezza che siamo ben distanti da questa situazione, come lo siamo dalla volontà politica di rallentare l’aumento dei premi.
Anziché sostenere misure di risparmio raffazzonate il Signor Modenini, se volesse davvero contribuire al dibattito e ad aggiustare i conti del Cantone, dovrebbe riflettere sulle responsabilità della propria associazione padronale.
articolo di Elia Agostinetti, PS Mendrisio, apparso su LaRegione il 17 settembre 2025