Vittoria su tutta la linea

Il Partito Socialista è soddisfatto dei risultati emersi oggi dalle urne: tutti i temi in votazione nazionali e cantonali hanno dato l’asito che noi auspicavamo. Dispiace solo che il decreto federale sulla politica familiare non possa entrare in vigore a causa della mancata maggioranza dei Cantoni. Resta il fatto però che il popolo ha espresso un chiaro e netto “Sì” manifestando così un’esigenza alla quale sarà necessario dare una risposta.
Particolarmente soddisfacenti sono i risultati nel nostro Cantone. Le cittadine e i cittadini rifiutando gli sgravi fiscali e nel contempo accettando il decreto federale sulla politica familiare e la professionalizzazione delle tutorie hanno mostrato un Ticino solidale e progressista che desidera servizi sociali efficienti nell’aiuto a chi è in difficoltà. Hanno capito che specie nei momenti di crisi economica e sociale come quello attuale lo Stato ha bisogno di risorse.

Responsabili: così si sono rivelati i Ticinesi. Perché stavolta non si sono fatti abbindolare dagli argomenti populisti della Lega. Certo chi non vorrebbe vedersi ridurre un po’ le tasse? Ma per fortuna le cittadine e i cittadini hanno capito che strangolare lo Stato togliendogli altre risorse avrebbe provocato una riduzione intollerabile dei servizi e degli aiuti alle fasce più deboli della società. Non solo: l’iniziativa della Lega era pure mal concepita tant’è che alcune fasce di reddito si sarebbero addirittura viste aumentare la pressione fiscale. Ma il senso di responsabilità ha prevalso e le sirene leghiste hanno cantato per nulla.

Il “Sì” all’iniziativa Minder contro le retribuzioni abusive è la risposta civile e chiara alla pratica dei salari e dei bonus milionari incomprensibili ingiustificati indecenti e perfino dannosi per l’aconomia. Questo “Sì” è la prova dell’indignazione popolare per una distribuzione iniqua delle ricchezze: i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Fatta eccezione per Marina Carobbio tutto il resto della deputazione ticinese a Berna è stata smentita dalle cittadine e dai cittadini.
Ma questo “Sì” è solo un passo verso una società più giusta. I prossimi veri cavalli di battaglia socialisti saranno l’iniziativa “1:12 – Per salari equi” fortemente voluta dai Giovani Socialisti e l’introduzione di un salario minimo legale di 4’000 franchi come chiede l’iniziativa lanciata dai sindacati e dal PSS.

Sono circa 6.000 le persone che in Ticino si trovano a dover chiedere la collaborazione delle Commissioni tutorie regionali. Il “Sì” alla riforma espresso dalle cittadine e dai cittadini che garantisce la professionalizzazione della figura del presidente della nuova Autorità di protezione imponendo un’occupazione minima all’80% garantirà in futuro un servizio migliore e più efficace per i minorenni in situazioni familiari difficili per i disabili per gli anziani affetti da demenza.

Diventa sempre più difficile riuscire a conciliare il lavoro e la famiglia: lo sanno bene i genitori single e quelli che pur in coppia lavorano entrambi. E lo sanno bene anche le cittadine e i cittadini che a maggioranza (in Ticino addirittura i due terzi!) hanno votato “Sì” al decreto federale sulla politica familiare che avrebbe permesso alla Confederazione ai Cantoni e ai Comuni di aiutare le persone nelle proprie necessità quotidiane ponendo al centro i bisogni della società e in particolare quelli dell’infanzia e promuovendo gli strumenti e i servizi per conciliare famiglia e lavoro. La famiglia è infatti la struttura elementare della società all’interno della quale si formano le cittadine e i cittadini di domani. Sostenerne i bisogni promuovendo nuove forme di lavoro e ampliando l’offerta di strutture diurne di accoglienza dell’infanzia è un investimento nel futuro. Purtroppo il decreto è stato respinto dalla maggioranza dei Cantoni e perciò non potrà entrare in vigore. La divergenza fra Cantoni e popolo è però il sintomo di un bisogno profondo al quale le istituzioni dovranno dare risposte.

Ogni anno in Svizzera i nuovi insediamenti occupano una superficie superiore a quella del Piano di Magadino. Ogni anno in Svizzera le terre coltivate si riducono di un’area pari a quella del Lago di Bienne. Si costruisce troppo nei modi e nei tempi sbagliati. Ma per fortuna il “Sì” alla revisione della Legge sulla pianificazione del territorio costringerà i Cantoni a porre un freno alla cementificazione selvaggia. La nuova LPT è una risposta coerente ed equilibrata alle sfide future che attendono la pianificazione territoriale elvetica e quindi protegge oltre al paesaggio anche il potenziale turistico e la qualità di vita. La sua accettazione anche in Ticino dimostra che le cittadine e i cittadino non lasciano che l’aconomia ticinese vada a rimorchio della speculazione edilizia ma capiscono che il territorio è una risorsa da difendere e preservare.

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