Vertenza NLM: al più presto un tavolo delle trattative

Il Partito Socialista chiede che venga istituito al più presto un tavolo delle trattative che coinvolga anche i dipendenti della Navigazione Lago Maggiore, bacino svizzero. La difficile situazione e la precarietà affrontata dalle lavoratrici e dai lavoratori licenziati – tutti residenti in Ticino con le loro famiglie – esigono che tutte le forze politiche facciano la loro parte. Qualsiasi richiesta di sospensione dello sciopero non può essere accettata in assenza di garanzie e senza che i lavoratori siano integrati alle negoziazioni in atto.   

Il Partito Socialista appoggia i 34 dipendenti della Navigazione Lago Maggiore (NLM) bacino svizzero licenziati per la fine del 2017, sostiene le loro rivendicazioni e ribadisce la propria solidarietà nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che scioperano dal 25 giugno scorso per fare valere i loro diritti e la loro dignità.
La vertenza in atto, la seria precarietà e la preoccupazione riguardo al futuro affrontata dai lavoratori esigono che la politica faccia la sua parte. Il PS deplora perciò che le altre forze politiche di Governo non abbiano manifestato il sufficiente sostegno ai dipendenti colpiti da licenziamento collettivo e alle loro famiglie. Appoggio e sostegno solidale espresso con decisione dalla popolazione, la quale ha partecipato numerosa alla manifestazione di solidarietà organizzata ieri a Locarno.

Al fine di risolvere la vertenza, chiediamo che venga aperto al più presto un tavolo delle trattative che coinvolga i dipendenti della NLM bacino svizzero, i loro rappresentanti sindacali e l’insieme delle parti interessate, siano esse politiche, pubbliche o private.
I lavoratori e le lavoratrici toccati dai licenziamenti sono la risorsa principale per la costruzione di una nuova e auspicata entità di navigazione.  Il PS chiede che le lavoratrici e i lavoratori possano esprimere il proprio parere e avere potere decisionale all’interno del gruppo di lavoro chiamato alla sua realizzazione.

L’auspicato consorzio chiamato a gestire la navigazione, oltre a tutte le prove di affidabilità necessarie alla gestione del servizio e alle capacità innovative, dovrà garantire ai dipendenti le condizioni salariali e contrattuali attuali, senza che si possa speculare sul loro futuro adottando misure di sostituzione né permettere che venga operata una pressione al ribasso sui salari né ogni altra forma di dumping salariale. La partecipazione di privati nella futura entità, come ad esempio un consorzio, dovrà perciò assicurare nel tempo una corretta attenzione ai bisogni e alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori.

L’Ente Regionale per lo sviluppo Locarnese e Vallemaggia (ERS) si è chinato sul problema e ha auspicato che tutte le forze politiche, economiche e sociali si uniscano a sostegno di un nuovo sviluppo di un’offerta sul Lago Maggiore. È anche l’auspicio del Partito Socialista, a condizione che  oltre agli innegabili interessi economici e turistici siano tutelati gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori licenziati e costretti a un’inaccettabile precarietà contro cui tutta la politica deve impegnarsi.

Il PS ritiene che in questa fase di negoziazione non debbano essere escluse a priori delle soluzioni alternative, oltre a quella del consorzio attualmente ventilata e che chiamerebbe la Società Navigazione del Lago di Lugano a gestire anche quella di Locarno, soprattutto nel caso in cui non dovesse soddisfare le esigenze di riassunzione di tutti i dipendenti licenziati nel rispetto delle attuali condizioni di lavoro e salariali e del rispettivo contratto collettivo di lavoro. Vanno valutate anche altre possibilità, formulate dagli stessi dipendenti della NLM bacino svizzero, e in cui siedono anche dei rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Oggi, per esempio, la gestione dei salari, l’amministrazione e la cassa pensione della NLM bacino svizzero sono già riconducibili alle Ferrovie Autolinee Regionali Ticinesi (FART), il cui capitale di maggioranza è detenuto – al 92,29% – da Confederazione (34,14%), Cantone Ticino (51,40%), Comuni e Patriziati (7,75%).
Il Partito Socialista ritiene infatti che un consorzio, o un’eventuale altra entità, controllata dagli Enti pubblici, permetterebbe lo sviluppo e la gestione di un reale servizio pubblico che possa soddisfare l’insieme delle esigenze in termini di offerta, occupazione, qualità dei posti di lavoro e relativi contratti collettivi nell’interesse di tutti gli attori e del bene comune.

Qualsiasi richiesta di sospensione o arresto dello sciopero indetto il 25 giugno scorso non può essere accettata senza che venga anche formulata la garanzia d’impiego a lungo termine, alle stesse condizioni salariali e contrattuali o senza che i dipendenti siano integrati a giusto titolo nella definizione di una nuova forma aziendale destinata a risolvere la vertenza relativa alla navigazione sul Lago Maggiore.

 

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