Veramente declamatorio?

È declamatorio, come sostengono alcuni, il mini decreto legislativo (DL) concernente il pareggio del conto economico entro il 31 dicembre 2025 con misure di contenimento della spesa e senza riversamento di oneri sui Comuni? Purtroppo no. Anche se non c’è un effetto “automatico”, con questo DL il Parlamento ha ordinato al Governo di agire con le forbici e il Consiglio di Stato dovrà per forza tagliare o bloccare la spesa.

Cosa farà concretamente il Governo? Innanzitutto, e principalmente, il Consiglio di Stato sfrutterà le sue ampie competenze, senza fare modifiche di legge referendabili.

1) Il Governo congelerà o ridurrà i contributi versati agli enti sociosanitari e universitari, modificando i parametri di finanziamento contenuti nei contratti di prestazione. Bisogna ricordare che in questi settori è stata pianificata una crescita delle prestazioni erogate per motivi demografici (invecchiamento della popolazione) e sociali (crescita del disagio dovuto all’esclusione (…)

(…) dal lavoro in un’economia di frontiera con un mercato del lavoro poco protetto, ma anche disagio causato dalla crisi della famiglia e dall’atomizzazione della società) e di sviluppo (ad es. nel settore universitario sviluppo della ricerca e della Facoltà di biomedicina): per cui il solo fatto di bloccare la spesa significa già tagliare. 2) Il Governo bloccherà in tutto o in parte le sostituzioni di impiegati, docenti e operatori scolastici specializzati partenti, che erano alle dipendenze del Cantone: il che significa peggiorare la qualità e l’efficacia dei servizi alla popolazione e della formazione.

3) Il Governo potrà ridurre la manutenzione di edifici, strade, informatica ecc. e rallentare il programma degli investimenti: il che significherà meno lavoro per le piccole e medie imprese. 4) Il Governo potrà ridurre le prestazioni finanziarie – fissate da regolamenti – per il ceto medio (il decreto legislativo indica che la riduzione dei trasferimenti deve essere fatta “senza incidere sui sussidi alle persone meno abbienti”): in tutti gli ambiti, ossia settore sociale, economico, ambientale, culturale, giustizia ecc.

5) Il Governo potrà bloccare per 4 anni ogni nuova spesa: questo significa non affrontare le nuove sfide che ci attendono, dai cambiamenti climatici alla digitalizzazione! Chiaramente il Governo potrà anche proporre al Parlamento di votare delle modifiche di legge per congelare/ridurre gli stipendi del personale cantonale e per modificare i sussidi a persone appartenenti al ceto medio: solamente tali modifiche sono referendabili.

Ci sta quindi tutto, il referendum contro un DL squilibrato e ingiusto, che va contro l’art. 34 della Costituzione e contro l’art. 31 della Legge sulla gestione e sul controllo finanziario dello Stato: quest’ultimo prevede che in caso di problemi finanziari si faccia un Piano di riequilibrio, che agisca sulla spesa e sui ricavi. A pagare le conseguenze dell’ingiusto DL sarà la maggioranza dei Ticinesi! O si vota sul DL a seguito del referendum o su tanti tagli e blocchi della spesa non si voterà mai.

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