Uno sprint fino al responso delle urne
Quanto valgono i sondaggi? Le ultime votazioni ci hanno insegnato che non equivalgono a una previsione certa sui cui scommettere ciecamente. Sono un termometro della situazione e come un termometro non misurano più parametri.
Il secondo sondaggio in vista delle votazioni del 12 febbraio serve quale stimolo per percorrere al meglio lo sprint finale di questa campagna. Meno di dieci giorni per esporre le nostre ragioni, contrastare gli avversari e convincere la popolazione.
Il sondaggio sulla Riforma III mostra un divario serrato. Il voto di chi oggi si dice indeciso peserà molto. Serve un ultimo sforzo per convincere chi ancora dubita, per portare al voto chi non è ancora sicuro di volere votare.
Il risultato del sondaggio sulla Riforma III devessere fonte di motivazione anche per i 3 referendum cantonali: se a livello nazionale il fronte del NO riesce a tenere testa al campo del Sì benché disponga di mezzi finanziari nettamente inferiori, significa che possiamo fare breccia tra la gente. Convinciamo quante più persone possiamo: ne va del loro e del nostro futuro.
I risultati del sondaggio riguardo alla naturalizzazione agevolata per la terza generazione e a proposito di FOSTRA non devono farci scadere né in un facile entusiasmo né nel disfattismo. Continuiamo a fare sentire la nostra voce, a divulgare i nostri argomenti, a convincere fino al responso delle urne.
Uno squilibrio finanziario sconcertante
Lenorme disparità dei mezzi finanziari disponibili a Destra e lopacità riguardo alla loro origine: due problemi che anche questa campagna solleva in modo preoccupante.
La campagna riguardo alla Riforma III mostra in modo sconcertante come la Destra e le organizzazioni che la sostengono abbiano disponibilità finanziarie sproporzionate. Per questa campagna hanno speso moltissimo denaro.
La radiotelevisione SRF ha rivelato che durante il solo mese di gennaio i sostenitori della Riforma III hanno speso 2 milioni di franchi contro i 135 mila del fronte del NO. Sullinsieme della campagna, a partire da ottobre, si sale a 171 mila franchi investiti per il fronte del NO contro i 3,3 milioni (3’300’000) spesi dai sostenitori della Riforma III.
Il bilancio è innegabile: chi ha deciso di spendere tutto questo denaro a sostegno della Riforma III è convinto che con questa riforma guadagnerà molto di più di quanto ha speso.
E anche questa fattura, oltre alle perdite per le casse degli Enti pubblici, sarà pagata dalla popolazione. Una fregatura a cui bisogna rispondere con un deciso NO.
Un motivo in più per votare NO alla modifica delle soglie Laps
A quanto ammonta limpatto del NO allabbassamento delle soglie Laps per quanto riguarda i sussidi cassa malati? Il 18 gennaio scorso il Consiglio di Stato rappresentato da Paolo Beltraminelli, Christian Vitta e Norman Gobbi ha affermato che sarà di 15 milioni di franchi. Un importo scorretto, contestato in particolar modo da Ivo Durisch, Capogruppo PS in Gran Consiglio: se il NO allabbassamento delle soglie Laps dovesse passare come ci auguriamo il mancato risparmio sarà di 5 milioni.
Lunedì scorso, nel corso di Democrazia diretta in onda su RSI La2 il responsabile del DSS ha sconfessato quanto da lui stesso affermato appena due settimane prima. Limpatto sarà di 5 milioni, non di 15, così come sostenuto dal PS. Un’incoerenza a dimostrazione della grossolana forzatura sui dati commessa dal Consiglio di Stato a gennaio, volta a influenzare il voto dei Ticinesi.
Questo non è che un esempio delle numerose contraddizioni con cui i partiti di maggioranza hanno portato avanti la manovra di rientro.
Il PS, invece, è stato coerente e chiaro sin dallinizio, sia sul principio sia sugli importi: labbassamento delle soglie Laps avrà delle conseguenze deleterie sul ceto medio basso della popolazione, taglierà nelle prestazioni indispensabili a molte persone per poter vivere dignitosamente.
Evitiamo tutto ciò, rifiutiamo labbassamento delle soglie Laps: votiamo NO alla riduzione delle prestazioni sociali.
Rispediamo la modifica della Legge sui servizi di assistenza e cura a domicilio al mittente
Siamo pronti a guardare negli occhi chi ha bisogno dei servizi dassistenza e cura a domicilio con responsabilità e coraggio? In difesa di anziani e malati è nostro dovere votare NO al peggioramento di questi servizi e rifiutare così la modifica della legge secondo cui una tassa potrà essere fatturata agli utenti di questi servizi.
Le cure e lassistenza a domicilio sono dei servizi da migliorare, non da indebolire. Eppure alle singole sedi è stato imposto di presentare delle misure di risparmio, ma se entro il 2019 queste proposte non dovessero produrre leffetto desiderato, si passerà alle maniere forti: una tassa giornaliera di 16 franchi a carico dellutente.
Paolo Beltraminelli, sempre in diretta Tv, ha assicurato che 2 milioni sono già stati trovati, ma non ha spiegato né dove né come. Poi ha garantito che comunque questa tassa non sarà fatturata. Perché adottarla, allora, visto che non serve? Basterebbe questo argomento per rifiutare la modifica della legge.
Il presidente del Partito Igor Righini sostiene che la modifica della legge è una sorta di cavallo di Troia che bisogna rispedire al mittente poiché se il principio dovesse passare, la tassa sarà inevitabilmente fatturata agli utenti. Gina La Mantia, deputata al Gran Consiglio, chiede: «Vogliamo davvero risparmiare proprio sulle spalle dei meno abbienti che necessitano di cure?».
La risposta è NO: rifiutiamo questa legge. Votiamo NO al peggioramento dei servizi di assistenza e cura a domicilio.
- Modifica delle cure a domicilio: un cavallo di Troia da rispedire al mittente
- Le cure a domicilio: un servizio da rinforzare, non da indebolire!
NO all’indebolimento della giustizia
Durante questa campagna, tra gli esponenti dei partiti di maggioranza che hanno deciso di ridurre i giudici dei provvedimenti coercitivi da 4 a 3, regna un assordante silenzio. Perché? È pertinente ipotizzare che se avessero accettato il dibattito franco e diretto sarebbero stati costretti ad ammettere che ridurre il numero di questi giudici significa tagliare nella giustizia e dunque anche nella sicurezza.
Sì perché non ci può essere sicurezza senza che una giustizia di qualità possa essere garantita. Eppure, dicono, non vogliono tagliare nella nostra sicurezza. Un’incoerenza che è sotto gli occhi di tutti.
Il taglio di 125’000 franchi che questa decisione implica è in realtà un costo molto più caro per la collettività. Lo spiega Jacques Ducry, deputato al Gran Consiglio: il giudice dei provvedimenti coercitivi è il garante delle libertà personali e della sfera privata di ognuno di noi, la cui inviolabilità è garantita dallart. 9 della nostra Costituzione
Scrive Ducry che questa, dei partiti di maggioranza, è una decisione indegna presa pure da coloro che usano largomento delle libertà individuali per la loro propaganda politico-partitica, ma mi sorge un dubbio
forse loro non hanno a cuore una Giustizia che funzioni a dovere!”
Jacques Ducry si rivolge infine ai lettori: Vi chiedo, da ex procuratore pubblico ed ex giudice istruttore federale, di resistere, consapevolmente, di fronte a tanta demagogica malafede intellettuale e crassa superficialità, votando NO allo stralcio del Giudice: la Giustizia è una colonna portante della nostra faticosa democrazia, deve essere garante delleguaglianza di trattamento, delle libertà individuali, esercitate onestamente, dei rapporti cittadino-Stato, di quelli fra i cittadini, la Giustizia non è di destra, non è di sinistra, è di tutti e deve avere i mezzi umani necessari per essere veramente Giusta!
Riforma III deleteria per i Comuni
I comuni si terranno la peppa tencia. Mario Branda, il sindaco di Bellinzona, riassume in questo modo le pessime conseguenze della Riforma III per i Comuni. Se la riforma dovesse passare, il divario tra Comuni ricchi e Comuni poveri aumenterà. Ovvero, da un lato avremo i Comuni che contano con la presenza di società che oggi godono di uno statuto speciale. Dallaltro, gli altri, come Bellinzona. Se le urne dovessero dare un responso favorevole alla Riforma III fiscale delle imprese, questi comuni dovranno rinunciare a degli investimenti, aumentare il moltiplicatore e ridurre i servizi.
Cristina Zanini Berzaghi, municipale a Lugano, afferma che la sua città, con la Riforma III, perderà 20 milioni di entrate. “Lunica cosa certa scrive è che si accentuerà ulteriormente la concorrenza fiscale fra cantoni e fra comuni, con la consueta gara nellabbassare le tasse per attirare contribuenti facoltosi e nel procedere a tagli in tutti gli ambiti della spesa pubblica. A pagarne il conto sarà come sempre il ceto medio della popolazione”.
Una procedura di naturalizzazione snella per la terza generazione
In Svizzera, per quanto riguarda la naturalizzazione, una procedura agevolata esiste già per alcuni casi. La naturalizzazione facilitata degli stranieri di terza generazione, per cui ad oggi non sono previste agevolazioni, intende includerli in una procedura più snella. Questo non vuol dire per nulla che sarà automatica, anzi.
Carlo Lepori – deputato al Gran Consiglio – e Andrea Ghisletta – Consigliere comnale a Mendrisio – scrivono della loro esperienza al fine di divulgare degli argomenti a sostegno di un’idea ragionevole.
Mio nonno era italiano, scrive Carlo Lepori. Nato a Taranto. Poi, restato orfano, si è trasferito da parenti in Svizzera. A Lugano si è sposato (con una svizzera) e ha lavorato come sarto. Per un breve periodo ha anche partecipato alla Grande Guerra come milite italiano. Il SÌ alla naturalizzazione facilitata è un passo nei confronti di stranieri di terza generazione la cui integrazione è considerata acquisita. Al contrario vivrebbe il No come uno schiaffo, “come un rifiuto, come un non voler accettare che sono svizzero come i miei compagni di scuola delle elementari, né più, né meno”.
Andrea Ghisletta studia a Berna dove ha conosciuto parecchi stranieri di terza generazione perfettamente integrati. “Perché non chiedono la naturalizzazione ordinaria, allora?” si chiede.
Perché la procedura ordinaria genera due barriere : una psicologica e una burocratica. Queste generano resistenze e rinvii della procedura anche per un fattore economico. E conclude: “Il 12 febbraio non si voterà niente di rivoluzionario: non verremo invasi da giovani musulmane in burqa e non distribuiremo passaporti come punti del supermercato. Ma potremo migliorare le condizioni di naturalizzazione per tanti giovani, stranieri solo sulla carta, e questo è certamente un buon motivo per votare Sì”.
FOSTRA spenderà per la mobilità del passato
Lemergenza polveri fini che ha duramente colpito soprattutto il Sottoceneri durante questa settimana dimostra che le soluzioni ai problemi generati dalleccesso di traffico non possono essere risolti costruendo delle strade ancora più imponenti e delle lussuose autostrade. La soluzione ai problemi nellambito della mobilità non si risolveranno con il FOSTRA, il fondo che moltiplica in eccesso le risorse finanziarie destinate alla costruzione di strade. Se FOSTRA dovesse passare, 650 milioni saranno prelevati direttamente dalle casse della Confederazione mentre, nel contempo, la destra sta portando avanti dei programmi di risparmio.
Puntare sulla mobilità del futuro significa investire nei trasporti pubblici: più frequenze, una rete migliore, più accessibilità, miglioria dei mezzi e della logistica.
Puntare sulla strada significa spendere per la mobilità di ieri invece di investire nella mobilità di domani.
Un ulteriore esempio è dato dalla recente azione dellAssociazione traffico e ambiente che ha richiesto alla Confederazione di agire nel campo delle vetture diesel. Le ultime inchieste dimostrano che la truffa dei costruttori automobilistici riguardo allimpatto ambientale dei motori diesel è molto vasta. Il dieselgate non è terminato con lo scandalo Volkswagen. Stanno emergendo nuove e preoccupanti informazioni: indicano i tentacoli di una truffa di cui non si conoscono ancora i limiti.
FOSTRA? NO! Perché FOSTRA non è una soluzione, ma la fonte di problemi che diventeranno sempre più gravi.
Una scuola inclusiva ed equa per uneducazione di qualità
Leducazione e la scuola sono elementi fondanti della nostra società, indispensabili per la formazione dei giovani affinché diventino dei cittadini consapevoli e responsabili.
Il Partito Socialista crede in una scuola inclusiva ed equa, attenta a fornire a tutti i giovani gli strumenti necessari per questa fondamentale crescita.
Al fine di contribuire attivamente alla riflessione e al dibattito che accompagnano il mutamento in seno alla scuola, il PS ha elaborato un documento che attraverso sette punti affronta la tematica in modo propositivo.
La riforma della scuola dellobbligo è un processo le cui conseguenze sono capitali per il futuro dei giovani e delleducazione: il PS ritiene perciò necessario che sia dato ascolto alla voce di docenti, associazioni e sindacati che intendono illustrare le preoccupazioni riguardo al carico di lavoro supplementare che la riforma implica. Questo affinché vi sia una dimensione partecipativa alla mutazione della scuola e chi ci lavora venga coinvolto.
Sette punti del PS per uneducazione di qualità con una scuola inclusiva ed equa
NO alla chiusura indiscriminata degli uffici postali
Il PS è contrario alla chiusura di 32 uffici postali, su un totale di 113, prospettata dalla Posta. Il numero di uffici postali che la Posta intende chiudere, a cui va sommata lanalisi di ulteriori 46 nei prossimi tre anni, è smoderata ed equivale allo smantellamento del servizio pubblico postale nel nostro Cantone.
Oltre a un inaccettabile attacco al servizio pubblico, con la chiusura dei 32 uffici verrebbe meno anche il servizio universale che La Posta ha il dovere di garantire. Il PS chiede quindi che La Posta fornisca delle spiegazioni riguardo a questa decisione così come le motivazioni a proposito della tempistica adottata.
Il servizio pubblico contribuisce a mantenere saldo il nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda le regioni periferiche: va salvaguardato e i suoi posti di lavoro difesi.
Il PS invita quindi la popolazione a mobilitarsi contro la chiusura degli uffici postali e afferma che sarà presente e attivo al fine di impedire questinaccettabile smantellamento del servizio pubblico postale.
Il servizio pubblico contribuisce a mantenere saldo il nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda le regioni periferiche: va salvaguardato e i suoi posti di lavoro difesi.
Il PS invita quindi la popolazione a mobilitarsi contro la chiusura degli uffici postali e afferma che sarà presente e attivo al fine di impedire questinaccettabile smantellamento del servizio pubblico postale.
La campagna “STOP AI TAGLI!”: segui, condividi, sostieni, partecipa
Domani sabato 4 febbraio, bancarelle informative a:
- Belllnzona: Viale stazione (mercato) dalle 9 alle 12
- Lugano: Piazza Dante dalle 9 alle 12
- Mendrisio: Piazzale alla Valle dalle 9 alle 12
- Locarno: Via Ramogna dalle 9 alle 12
- Biasca: Coop, dalle 14 alle 17
- Chiasso: Migros Boffalora/Via Luini, dalle 9 alle 12
- Faido: Migros, dalle 9 alle 12
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Il sito vociSocialiste è in funzione
Il sito vociSocialiste, che raccoglie scritti, articoli e interventi di esponenti del PS – ma non solo – è in funzione. L’aggiornamento del sito avviene in parallelo a una ristrutturazione in corso. Durante la campagna in vista del 12 febbraio vociSocialiste è accompagnato dal sito “STOP AI TAGLI!“.
Gli interventi degli esponenti del PS per la campagna “STOP AI TAGLI!” saranno integrati in vociSocialiste a fine campagna. Le segnalazioni di articoli sono gradite e possono essere mandate al seguente indirizzo: comunicazione@ps-ticino.ch
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