È uscita «Coi lavoratori e le lavoratrici licenziati delle NLM» newsSocialiste – n°27, 7 luglio 2017

Appoggio ai dipendenti licenziati della NLM, mobilitandoci affinché ci sia una soluzione

Li appoggiamo da quando hanno deciso, lo scorso 25 giugno, di incrociare le braccia per fare valere i propri diritti e la loro dignità. I 34 dipendenti della Navigazione Lago Maggiore (NLM) bacino svizzero licenziati per la fine del 2017, continuano nello sciopero poiché attendono delle garanzie riguardo al loro impiego futuro e relative a delle condizioni salariali e contrattuali identiche a quelle attuali.

A sei giorni dall’inizio dello sciopero, lo scorso sabato 1. luglio, si è tenuta la manifestazione popolare di solidarietà nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori licenziati, così come delle loro famiglie a cui abbiamo partecipato. Una manifestazione che ha riscosso un decisivo e solidale sostegno della popolazione, che ha partecipato numerosa. L’acquazzone non è stato un ostacolo, nemmeno per i turisti che hanno manifestato con la popolazione locale, quanto piuttosto un’indicazione dell’appoggio popolare alle lavoratrici e ai lavoratori in sciopero.

Dall’inizio dello sciopero, sono stati fatti dei passi avanti, a dimostrazione che le rivendicazioni dei dipendenti – così come le difficoltà che affrontano – sono state ascoltate dal Consiglio di Stato, il quale ha formulato delle prime garanzie. I dipendenti saranno impiegati dall’auspicato consorzio chiamato a gestire la navigazione di servizio pubblico sul bacino svizzero del Lago Maggiore e l’offerta turistica su tutto il lago Verbano. Mancano tuttavia delle garanzie per quanto riguarda la garanzia delle condizioni salariali e contrattuali attuali, un punto centrale per i lavoratori i quali temono di essere reimpiegati, sì, ma a condizioni salariali inferiori anche del 20%.

Il futuro consorzio, oltre a prove di affidabilità nella gestione del servizio e alle capacità innovative, dovrà anche garantire ai dipendenti le condizioni salariali e contrattuali attuali, senza che si possa speculare sul loro futuro adottando misure di sostituzione né permettere che venga operata una pressione al ribasso sui salari né ogni altra forma di dumping salariale.
I lavoratori e le lavoratrici toccati dai licenziamenti sono la risorsa principale per la costruzione di una nuova e auspicata entità di navigazione. Il PS chiede che possano esprimere il proprio parere e avere potere decisionale all’interno del gruppo di lavoro chiamato alla sua realizzazione.

 

Speciale inserto foto: reportage della manifestazione del 1. luglio

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“Il caso ‘Argo 1’ non è chiuso”

Il caso ‘Argo 1’ non è risolto e anche questa settimana è stato al centro di più discussioni che hanno coinvolto politica, media e opinione pubblica. Martedì la Commissione della gestione, presieduta dalla deputata PS Pelin Kandemir Bordoli, ha incontrato il Consiglio di Stato. Dall’incontro è scaturita l’intenzione di proseguire con gli approfondimenti con la ripresa dei lavori parlamentari. Abbiamo perciò chiesto al Presidente del Partito Igor Righini di fare il punto della situazione dal punto di vista della dimensione politica del caso.

Responsabilità politica: una questione che non è stata ancora chiarita
“Contrariamente a quanto affermato da Bixio Caprara, il Presidente del Plr, il caso ‘Argo 1’ non è risolto. Riteniamo infatti che sul caso non sia stata fatta chiarezza e che non sia stata determinata in modo esplicito la responsabilità politica. Il Consigliere di Stato Paolo Beltraminelli ha più volte affermato che si assume la responsabilità: sarebbe però necessario che dica – precisamente – quale sia questa responsabilità e quali errori implica così da valutarne le conseguenze. Questo finora non è avvenuto ed è necessario che avvenga con l’approfondimento, il quale è imperativo e su cui non si può tentennare né svicolare.”

Violazione della Legge sulle commesse pubbliche, assenza di delega, pagamenti in assenza di basi legali
“Quanto emerso a proposito delle conclusioni del rapporto del Controllo cantonale delle finanze non può essere appartato come se nulla fosse. Qui – nel caso ‘Argo 1’ – è stata provata una ripetuta violazione della Legge sulle commesse pubbliche, è stato firmato un contratto in assenza della delega del Consiglio di Stato. Paolo Beltraminelli, che ha cofirmato il contratto, non può affermare che non sapeva dell’assenza della delega poiché ha firmato ed è nel contempo Consigliere di Stato!”

Il PS ha chiesto e chiederà che venga fatta chiarezza e piena luce sulle zone d’ombra del caso
“Abbiamo chiesto chiarezza e continueremo a farlo finché ci saranno delle zone d’ombra. Una per esempio è legata alle versioni discordanti riguardo alla consapevolezza, in seno all’Ufficio, dei problemi del mandato a ‘Argo 1’ e l’assenza di base legale. Per il caso ‘Argo 1’ la questione tocca i vertici: il Consigliere di Stato, il capo Divisione e capo Ufficio. La responsabilità in questo caso dev’essere assunta dai vertici e la responsabilità politica da Paolo Beltraminelli.”

 

 

AVS: avere 70 anni e non sentirli!

Ieri l’AVS ha festeggiato il suo 70esimo anniversario! Proprio 70 anni fa – il 6 luglio 1947 – l’80% dei votanti disse Sì all’ «Assicurazione vecchiaia e superstiti». La data odierna è un’importante tappa sulla via del progresso sociale e dimostra come l’AVS sia stata ben salvaguardata sino ad oggi. Una serie di riforme, costanti nel tempo, hanno fatto sì che AVS  abbia 70 anni senza sentirne il peso. Affinché l’AVS resti così anche per i prossimi 70 anni, sono necessarie delle riforme. Per questo è fondamentale dire SÌ alla «Previdenza vecchiaia 2020» il prossimo 24 settembre.

L’esito del voto sull’AVS di 70 anni fa fu straordinario da ogni punto di vista. Il Sì dell’80% dei votanti fu legittimato e rinforzato da uno straordinario tasso di partecipazione del 79,7%, e che da allora non è più stato raggiunto.
Già allora alcune associazioni dell’economia e dei politici di destra combattevano contro l’AVS.
Oggi, nell’avvicinamento al voto sulla «Previdenza vecchiaia 2020», la storia si ripete, I nemici dell’AVS aizzano i giovani contro gli anziani, portando un attacco al principio di solidarietà che è alla base del nostro sistema di previdenza.

Tutti e tutte beneficeremo di un SÌ il 24 settembre, così com’è stato il caso per l’insieme della popolazione con l’introduzione dell’AVS 70 anni fa  L’AVS è il sistema di previdenza più sociale, più solido e più solidale. È anche il meno costoso e per questo la destra preferisce la privatizzazione e dei sistemi di previdenza individualistici: perché i costi sono più importanti e quindi anche i profitti privati che se ne possono trarre.

 

Due motivi, tra gli altri, per dire Sì alla “Previdenza vecchiaia 2020”

 

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Una prima tappa sulla via del congedo parentale

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Salari bassi e precariato diffuso: così solo la metà dei Ticinesi riesce a risparmiare

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Parità salariale: c’è qualcosa da nascondere?

Il Consiglio federale, mercoledì, ha preso delle importanti decisioni nel campo della parità salariale tra donne e uomini, ma che purtroppo avranno un debole effetto. D’ora in poi, infatti, le aziende sono obbligate a dichiarare e spiegare le loro disparità salariali. Il Consiglio federale rinuncia però all’introduzione di eventuali sanzioni. Eppure le associazioni e le lobby dell’economia si battono anche contro il principio introdotto dal Consiglio federale. Non possiamo perciò evitare di chiederci cosa vogliano cercare di nascondere nell’ambito delle discriminazioni salariali.

L’uguaglianza salariale è garantita dalla Costituzione che definisce anche la protezione nel campo delle discriminazioni. La parità salariale non è un’esigenza rivoluzionaria né il frutto di un gesto simpatico: si tratta di mettere in atto quanto formulato dal nostro diritto. Le differenze sulla globalità dei salari giunge al 20% e sale fino al 30% per le donne sposate. Per mettere in atto il principio della legge nella realtà, occorre agire. L’obbligo di dichiarare delle disparità salariali dovrebbe essere accompagnato a delle sanzioni perché altrimenti non è altro che una dichiarazione d’intenzioni.

 

Disparità: lavoro parziale e sottoccupazione

 

Marcia da Como a Chiasso per manifestare solidarietà alle migranti e ai migranti

ll 15 luglio la GISO Svizzera organizzerà una marcia da Como a Chiasso per manifestare la propria solidarietà con le migranti ed i migranti e per protestare contro gli abusi perpetrati sulle loro spalle da parte delle autorità di confine elvetiche al confine sud. Le condizioni incresciose nelle quali le migranti ed i migranti persistono, così come le pratiche discutibili applicate dalle guardie di confine e dalle forze di polizia ticinesi.
Nel corso della marcia, interverranno divers* attivist* e politic*. Al termine della stessa, siete tutt* invitat* a passare una serata piacevole e fare una buona mangiata organizzate dalla GISO Ticino.

Ci troveremo il 15 luglio, alle 14:00 alla Stazione di Como San Giovanni.

Venite numeros*, è molto importante.

NB: Non è stata richiesta un’autorizzazione. È inoltre importante che portiate appresso un documento d’identità, visto che una parte della marcia si terrà su suolo italiano.

 

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La versione pdf di questo numero di newsSocialiste è disponibile al link seguente:

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