Il tema dei premi di cassa malati è il problema principale della popolazione ticinese. A dire il vero non proprio di tutta la popolazione: i plurimilionari sono ben contenti di pagare solo 600 franchi al mese per avere accesso ad una medicina di qualità. Un affare. Diversa è la situazione di una coppia di anziani con un reddito annuo di 80’000 franchi che sono chiamati a pagare 14’000 franchi di premi di cassa malati. A cui vanno ad aggiungersi la franchigia (complimenti ai parlamentari ticinesi che hanno sostenuto il suo aumento a Berna!), la partecipazione del 10%, i medicinali non riconosciuti e tutto il resto. È facile capire che il livello di preoccupazione può variare molto.
Occorre agire rapidamente con ogni mezzo possibile per sostenere chi è davvero in difficoltà. Il principio di limitare i premi a un massimo del 10% del proprio reddito disponibile garantisce il principio di equità, andando a diminuire i premi di cassa malati in maniera proporzionale a circa metà della popolazione ticinese.
Equo non significa “uguale per tutti”. Una fiscalità equa non significa che tutti paghino la stessa cosa. Equo significa “debitamente proporzionato”, “con giusta proporzione”.
Evidentemente i promotori del PLR non hanno consultato il vocabolario quando hanno autodefinito come “più equa” la propria idea di aumentare la partecipazione cantonale al finanziamento delle spese ospedaliere per diminuire i premi in maniera identica a tutti.
È toccato al Consigliere di Stato De Rosa raffreddare gli entusiasmi e soprattutto smascherare il fatto che questa “trovata” è tutt’altro che equa. Le cifre parlano da sole. Aumentare il finanziamento cantonale dei costi stazionari anche solamente dal 55% al 65%, costerebbe alle casse cantonali almeno 56 milioni e porterebbe a una diminuzione ipotetica dei premi di soli 15 (!) franchi al mese. Sempre che le casse malati non decidano di tenersi parte di questi soldi per aumentare le proprie riserve, come ha fatto intendere il direttore del DSS in parlamento.
L’ipotesi liberale si tradurrebbe quindi in un regalo alle casse malati e in un piccolo aiuto pubblico a pioggia, anche a chi non ne ha bisogno. Concretamente, sul tavolo abbiamo l’iniziativa popolare socialista del 10%, corredata da oltre 10’000 firme e già accolta recentemente dal 58% dei ticinesi nella consultazione federale. Cosa si aspetta ad andare alle urne? La prossima stangata di settembre, purtroppo si avvicina.
Nel frattempo, Il PS è pronto a lavorare assieme al PLR e a tutti gli altri partiti per agire anche per contenere l’aumento dei guadagni nel settore sanitario, ad esempio evitando doppioni nell’apertura di servizi di pronto soccorso privati, adeguando l’offerta sanitaria al fabbisogno, controllando l’apertura di studi e centri medici, ecc. E questo, già a partire da sabato 29 marzo in una mattinata tematica presso l’Aula Magna dell’USI, dove si cercherà di tematizzare la questione del controllo dei costi sanitari.
Articolo di Danilo Forini apparso su La Regione il 31 marzo