Intervento di Fabrizio Sirica sulliniziativa Morisoli che propone di risanare le finanze tagliando importanti spese pubbliche:
Se io fossi di destra, boccerei questa iniziativa perché
poco Svizzera.
Infatti tra i valori della destra cè la valorizzazione delle tradizioni nazionali. e tra queste tradizioni
è indubbio che vi è la cultura politica e istituzionale, che è caratterizzata dalla collegialità, che si
fonda sul compromesso, sullanalisi preliminare e condivisa delle problematiche, su tempistiche
che permettano ai vari organi di esprimersi, e poi, solo alla fine di tutta questa trattazione,
nelleventuale incompatibilità delle posizioni, sul posizionamento politico.
Ebbene questa iniziativa e soprattutto la sua trattazione, accelerata in tutti i modi possibili,
sconfessa questa tradizione e si rifà ad un modo dagire che si fonda su un approccio talmente
ideologico da scavalcare qualsiasi approfondimento.
Questa iniziativa è poco seria: sostanzialmente si vuole modificare la legge col solo fine di dare un
segnale politico. Da più parti si è ammesso che questo atto è prettamente declamatorio. Ma per
mandare messaggi colleghe e colleghi, ci sono i comunicati stampa, ci sono le risoluzioni
non si
modificano le leggi!
Come risultato di questo atteggiamento si ottiene soltanto unulteriore polarizzazione del dibattito
politico.
Ma al di là di questi temi di forma, che poi diventano sostanza, noi bocceremo questa iniziativa
perché rappresenta una camicia di forza sul futuro. Questa iniziativa rappresenta un
atteggiamento da tecnici piuttosto che da politici, che antepone i libri contabili ad una più ampia
analisi dei cambiamenti e delle esigenze sociali, che amministra il corto termine e non affronta il
lungo termine, che rinuncia a priori ad avere una visione su come affrontare i problemi della
popolazione, perché qualsiasi nuova spesa significherebbe un doloroso taglio.
Labbiamo sentito anche da Maderni: pareggiare i conti per tornare ad essere progettuali
Siamo gravemente preoccupati per questo modo di fare perché noi vogliamo il rilancio, non
limmobilismo in cui saremmo catapultati.
Vogliamo investimenti strategici, non tagli a priori.
Vogliamo anticipare i problemi, non rincorrerli.
In tutti gli interventi che ho sentito manca una cosa: una visione chiara, una contestualizzazione
del momento storico che stiamo vivendo che dovrebbe essere caratterizzato dallo sguardo verso
lorizzonte a cui tendere, con sfide epocali di fronte a noi, non dallo sguardo sulla punta dei piedi.
Concretamente, come pensiamo di affrontare i problemi derivati dal cambiamento climatico?
Volenti o nolenti nel futuro prossimo avremo avvenimenti meteorologici sempre più estremi, che
comporteranno dei costi che non sono arginabili con degli auspici politici. In questambito ogni
spesa preventiva può permettere di ridurre sul lungo termine costi ben più importanti.
Come affrontiamo attivamente landamento demografico, linvecchiamento della popolazione,
lemorragia di giovani che fuggono dal nostro cantone e le difficoltà di colmare il gap naturale con
limmigrazione?
Come miglioriamo una mobilità che sta erodendo la qualità di vita e soffocando il Mendrisiotto, e
non solo?
Come miglioriamo la qualità di vita del ceto medio, i servizi che necessita come asili nido,
doposcuola, sostegni economici, se lintenzione è quella di tagliare?
Come sostenere le PMI e le relative lavoratrici e lavoratori che nei prossimi anni saranno
confrontate con unaccelerazione della digitalizzazione? Come dotare, senza sostegno statale,
queste realtà dei mezzi per affrontare queste sfide epocali?
Noi socialisti abbiamo approfondito questi temi, elaborando un piano di rilancio che guardi al
2030, che vuole creare un Ticino in cui (poter) vivere, affrontando le sfide a cui siamo confrontati,
e riteniamo fondamentale, per il cantone, andare in questo senso.
Alle proposte di contenimento, che in alcuni settori non potrà che significare tagli (considerata la
crescita di spesa strutturale che va oltre ai limiti da voi proposti) siamo fermamente contrari a
questa iniziativa che non permette di fare un ragionamento ponderato e collocato nel medio-
lungo termine. Ma oltre al deciso NO che diciamo oggi, mostriamo anche una proposta alternativa,
sulla quale riteniamo che sarebbe importante confrontarsi.
Per concludere invito il Consiglio di Stato ad esprimere una chiara posizione. Provate, proviamo,
per una volta, a non guardare alla prossima scadenza elettorale ma alle necessità delle nuove
generazioni, che se continueremo a non intervenire sui problemi, e quindi inevitabilmente anche
con nuove spese, lasceranno sempre più in massa il nostro cantone.