Una riforma ingiusta e incomprensibile

La riforma fiscale in votazione il prossimo 9 giugno è l’ennesimo esempio di una strategia politica di regali fiscali a favore delle persone particolarmente benestanti e delle grandi aziende. Oggi, di fronte alle difficoltà reali della popolazione, confrontata con l’esplosione dei premi di cassa malati, la perdita del potere d’acquisto e la precarizzazione del mercato del lavoro, proporre una politica fiscale basata sugli sgravi ai redditi più elevati è a dir poco incosciente. Le disuguaglianze stanno aumentando e la politica deve lavorare per una redistribuzione equa delle risorse, garantendo sostegno a chi ne ha più bisogno e imponendo una tassazione corretta a chi può permetterselo. In questo modo si costruisce una società più giusta e solidale, che rispetta e protegge i diritti di tutti i suoi cittadini e di tutte le sue cittadine.

La misura principale della riforma, ossia la riduzione del 20% dell’aliquota massima sull’imposta del reddito, scatta a partire da un imponibile di 300’000 franchi, ma a beneficiarne saranno soprattutto le persone con un imponibile superiore al milione. Ci sono in Ticino 12 plurimilionari che godrebbero, complessivamente, di un risparmio di 4 milioni di franchi all’anno! La seconda misura contestata dal comitato referendario, la riduzione generalizzata dell’aliquota dell’1,66%, è uno specchietto per le allodole. Consapevoli che da sola la misura di sgravio per i milionari non avrebbe avuto alcuna possibilità in votazione popolare, i partiti del centrodestra hanno inserito all’ultimo minuto anche una seconda riduzione, secondo il mantra del “meno imposte per tutti” come recita lo slogan della campagna favorevole. Ma è proprio così? Ovviamente no, visto che i Comuni hanno già annunciato che si vedranno costretti ad aumentare il moltiplicatore cantonale per compensare le minori entrate. Ciò che viene dato con la mano sinistra viene tolto con la destra. E tra l’altro non possiamo dimenticare le proporzioni di quanto proposto: -20% per i milionari, -1,66% per il ceto medio. Già questo dovrebbe bastare per non cadere nel tranello populista.

Ma c’è un ulteriore aspetto da considerare: questa riforma fiscale è infatti ancora più incomprensibile se inserita nel contesto politico e finanziario del Cantone. Il Preventivo 2024 proponeva 130 milioni di tagli ai sussidi di cassa malati, ai salari dei dipendenti pubblici e ai contributi al settore sociosanitario. Grazie alle importanti mobilitazioni popolari e al lavoro parlamentare degli scorsi mesi, siamo riusciti a far togliere al Gran Consiglio i tagli ai sussidi di cassa malati e il contributo di solidarietà. Ma la situazione finanziaria resta fragile e si prospettano nuovi tagli ancora più incisivi nel Preventivo 2025.

Ora più che mai, con le finanze in profondo rosso a causa dei quasi 200 milioni di sgravi degli ultimi anni, non c’è margine per nuovi sgravi a chi non ne ha bisogno. Chiedere al ceto medio e alle persone più fragili di fare sacrifici e contemporaneamente proporre inutili regali fiscali a chi guadagna milioni è uno schiaffo alla cittadinanza. Diciamo quindi No il 9 giugno a questa riforma ingiusta e incomprensibile!

Articolo di Laura Riget, copresidente PS, pubblicato su laRegione del 15 maggio 2024

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