Un passo responsabile per rendite dignitose

I risultati delle votazioni del prossimo 9 giugno sono centrali sia per quanto riguarda la politica federale che per quella cantonale: non solo per gli indirizzi che il popolo darà alla politica sociale, energetica e fiscale, ma anche per le conseguenze dirette sui cittadini. Una delle votazioni «in agenda» è quella sulle misure di compensazione per le rendite pensionistiche del personale affiliato all’Istituto di previdenza del Cantone Ticino (IPCT). Si tratta di 17.000 assicurate e assicurati, in maggioranza donne, che svolgono lavori indispensabili per il bene comune, assistendo persone anziane e invalide, assicurando il funzionamento di scuole, istituti di formazione e servizi cantonali, nonché garantendo la nostra sicurezza. Personale infermieristico e assistenti di cura, docenti cantonali e comunali, poliziotte e poliziotti, e molte e molti altri ancora, che senza le misure di compensazione oggetto della consultazione popolare subiranno una riduzione delle loro future pensioni del 15% e avranno rendite che saranno decisamente peggiori rispetto a quelle garantite da altri datori di lavoro pubblici e para-pubblici del nostro Cantone e della Confederazione. Tutto ciò quando ogni anno 800 giovani lasciano il Ticino o non vi fanno ritorno; quando lo scarto salariale mediano rispetto al resto della Svizzera è di 1.200 franchi mensili; e quando in diversi settori si è confrontanti con la carenza di personale qualificato. A queste situazioni si deve poter rispondere con offerta formative valide, con condizioni di lavoro adeguate, ma anche garantendo un appropriato livello delle rendite del 2° Pilastro, tanto nel settore pubblico che in quello privato. La prevista riduzione del tasso di conversione deve essere compensata, altrimenti le conseguenze saranno importanti: per le rendite delle future pensionate e dei futuri pensionati, che come il resto della popolazione subiscono l’aumento dei costi della vita, per l’attrattività dell’impiego pubblico, per il potenziale effetto su altri istituti di previdenza, che a loro volta potrebbero peggiorare le prestazioni. Le rendite pensionistiche devono permettere a chi ha lavorato tutta la vita nelle case anziani e nei servizi di cura a domicilio, presso istituti per invalidi e in enti di pubblica utilità, nella scuola, nell’amministrazione cantonale, di affrontare la vecchiaia in maniera dignitosa. Assicurare le rendite di vecchiaia delle affiliate e degli affiliati all’IPCT – così come hanno fatto altre casse pensioni svizzere è un passo responsabile e necessario, nell’interesse di tutto il Cantone.

Articolo di Marina Carobbio Guscetti, Consigliera di Stato apparso sul Corriere del Ticino il 1° giugno

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