Durante la campagna sulla tredicesima Avs sono due gli argomenti “forti” che fanno valere i contrari.
Il primo riguarda l’erogazione di questa nuova prestazione, che andrebbe a tutti e non solo a chi ne ha bisogno. Salvo applicazioni incomplete della volontà popolare, è certamente vero che la tredicesima andrà a tutti gli assicurati, esattamente come succede da molti decenni per le altre dodici rate mensili, senza peraltro che nessuno si scandalizzi. L’Avs non è una prestazione sociale pagata con le imposte, ma un’assicurazione sociale finanziata tramite dei premi, i cui beneficiari, com’è logico, sono tutti gli assicurati, non solo alcuni. Nel quadro di un’assicurazione è perfettamente normale che tutti gli assi- curati ricevano le prestazioni e sarebbe anzi anomalo il contrario. Certamente l’Avs è un’assicurazione particolare, un’assicurazione sociale e obbligatoria, ma comunque funziona sulla base dei principi che sorreggono tutte le assicurazioni, le quali pagano le prestazioni essenzialmente in base ai premi incassati.
Il secondo argomento riguarda invece il finanziamento futuro di questa nuova prestazione. Ammesso che tra qualche anno bisognerà davvero aumentare i premi per finanziare la tredicesima Avs, va sottolineato che il supplemento da pagare, quello sì, sarà differenziato. Un supplemento dello 0,4% costerà annualmente 260 franchi al lavoratore con un salario da 5’000 franchi al mese e 1’560 franchi annuali a quello con un salario di 30’000 franchi al mese (il datore di lavoro avrà lo stesso aumento del premio).
Riassumendo, se la prestazione in più pagata in base al principio assicurativo non porrà problemi finanziari, il fatto che essa andrà anche a chi guadagna bene o molto bene non è rilevante e non è un argomento per dire NO. Se invece diventerà un problema e per l’Avs sarà necessario un finanziamento supplementare, la fattura più importante la pagheranno i cittadini lavoratori benestanti, riducendo così a un dettaglio il “problema” causato dal fatto che le prestazioni Avs vanno a tutti.
In fin dei conti i due argomenti proposti dai contrari sono più delle verità alternative che si annullano a vicenda che dei veri e propri argomenti.
L’articolo 112 della Costituzione svizzera prevede che le rendite dell’Avs coprano adeguatamente il fabbisogno vitale delle persone assicurate. Da molti anni questa prescrizione tanto ovvia quanto impegnativa non viene rispettata e gli aumenti dei prezzi e delle tariffe di molti beni e servizi essenziali ai quali abbiamo assistito nell’ultimo biennio non hanno migliorato le cose. Per questo semplice motivo la tredicesima Avs si giustifica ampiamente, costituendo un aumento delle rendite dell’8,33% e un loro riavvicinamento alla copertura adeguata del fabbisogno vitale delle assicurate e degli assicurati.
Non perdiamo questa occasione di giustizia sociale, sarebbe imperdonabile.
Articolo di Manuele Bertoli apparso su La Regione il 16 febbraio