Trasferimento merci, si marcia sul posto

Il Rapporto sul Trasferimento del Traffico (attraverso le Alpi) arrivato in Commissione Trasporti quest’anno evidenzia un rallentamento se non un’inversione di tendenza del trasferimento. I volumi di traffico merci (strada+ferrovia) da tempo stagnano. Nel 2023 siamo tornati ai livelli del 2006, con la strada che perde meno della ferrovia. Con circa 900 mila camion per anno, sebbene diminuiti da 1,4 milioni del 2000, siamo ancora lontani dall’obiettivo di 650 mila fissato per il 2018.

Con l’aumento a 40 tonnellate dal 2005 e potendo far capo ad autisti dell’Est a poche centinaia di euro al mese, la strada rimane più conveniente. Quanto a Tassa Trasporto Pesante (TTPCP), un camion da Chiasso a Basilea – 285 km, 50 km di gallerie, 20 km di ponti – paga in media 285 fr, mentre per i 13 km del tunnel stradale del Frejus il medesimo camion paga 390 €. La ferrovia, malgrado notevoli investimenti e sussidi (in Svizzera), da qualche anno marcia sul posto. Le aziende denunciano i troppi ritardi e soppressioni. Il sistema ferroviario europeo non è ancora a misura di traffico merci malgrado gli obiettivi dell’UE di raddoppiare le merci su ferrovia.

Per correggere il tiro, la Commissione Trasporti ha presentato quattro mozioni e un postulato.

Una delle mozioni chiedeva l’adattamento integrale della TTPCP all’inflazione maturata dalla sua introduzione nel 2000. Proposta purtroppo non accolta; è invece stata approvata la mozione per il finanziamento della sistemazione al profilo 4 metri della linea ferroviaria sulla sponda sinistra del Reno per ovviare al ritardo della Germania nel potenziare la tratta Mannheim Basilea.

Non illudiamoci, la Francia non ha grande interesse a investire su una linea periferica, oltretutto per il transito in Svizzera. La Francia ha il suo corridoio Transeuropeo dei trasporti (TEN- T) e si gestisce quello.

I grandi progetti TEN-T sono in ritardo, la Corte dei Conti dell’UE parla chiaro: «Il cammino dell’UE verso la riduzione del trasporto merci su strada è ancora lungo, il sostegno normativo e finanziario non è efficace». Che ora l’UE riformi il Regolamento sui TEN-T, inserendo il Ponte sullo stretto di Messina o accorpando i due corridoi Mare del Nord-Mediterraneo e Reno-Alpi in uno chiamato Mare del Nord-Alpi-Mediterraneo (da Marsiglia-Genova ai porti a Dublino), non è che prometta molto. L’UE intanto apre ai camion da 60 tonnellate e indaga sui sussidi alla ferrovia maltrattando DB Cargo e Fret SNCF.

Per il Ticino, attraversato da questi traffici stradali e ferroviari, non c’è da stare allegri. Stiamo assistendo al travaso di merci sul Gottardo dal Sempione dove c’è ancora un’antica galleria elicoidale a forte pendenza che frena il corridoio Sempione/Lötschberg.

Un quadro generale poco favorevole al trasferimento. E la Germania aumenta il prezzo delle tracce ferroviarie.

Articolo di Bruno Storni, Consigliere nazionale, apparso su laRegione del 9 luglio 2024

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