Tassa di bollo, combattiamo le disuguaglianze

L’abolizione della tassa di bollo in votazione il prossimo 13 febbraio non è che l’ennesimo sgravio fiscale voluto dal centro destra e dalle associazioni economiche a favore di grandi imprese e società finanziarie. Questa proposta si inserisce infatti in una strategia in corso da anni, volta a diminuire la pressione fiscale sulle grandi società e sui più benestanti, invece di favorire politiche finalizzate a combattere le crescenti disuguaglianze. Oggi, l’aumento dei premi di cassa malati e degli affitti e le difficoltà derivanti dalla pandemia di coronavirus gravano in modo importante sul reddito disponibile di un numero sempre maggiore di economie domestiche. Anziché affrontare questi problemi, la maggioranza borghese in parlamento vuole cancellare la tassa di emissione sul capitale proprio, riscossa oggi su importi a partire da un milione di franchi, che ammonta all’1% del capitale così acquisito. Con la sua abolizione si privilegiano i profitti delle grandi società a scapito della maggioranza della popolazione e delle piccole-medie imprese (Pmi). Di fatto, e contrariamente a quanto si vuol far credere, le Pmi non traggono alcun vantaggio dall’abolizione della tassa di bollo; come scrive anche il Consiglio federale nell’opuscolo informativo relativo alla votazione “di regola le piccole imprese non pagano questa tassa”. In concreto, questi nuovi ulteriori sgravi fiscali saranno a vantaggio di una cinquantina tra società, compagnie d’assicurazione e banche, mentre il 98% delle imprese non ne trarrà un vero beneficio.

Abolire la tassa di bollo significa chiamare la popolazione alla cassa per compensare le mancate entrate di 250 milioni all’anno. Si preannunciano tagli ai servizi alla cittadinanza, alla formazione e alla socialità. Invece di anteporre gli interessi di pochi a quelli della maggioranza della popolazione, dobbiamo investire per sviluppare un’economia sana, capace di creare posti di lavoro ad alto valore aggiunto e con salari dignitosi, anche per contrastare l’esodo di giovani verso altri cantoni. Per farlo, per garantire posti di lavoro, sono necessari servizi pubblici di qualità, trasporti pubblici efficienti, percorsi di formazione che rispondono ai bisogni delle piccole e medie industrie ancorate sul nostro territorio; non certo ennesimi sgravi fiscali a vantaggio di pochi. L’ente pubblico deve avere i mezzi finanziari necessari per attuare queste politiche e rafforzare la credibilità delle sue azioni nei confronti della popolazione. Per queste ragioni, un No all’abolizione della tassa di bollo il prossimo 13 febbraio è più che necessario.

Articolo di Marina Carobbio, apparso su La Regione il 1. febbraio

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