Il quadriennio legislativo federale ha visto la bocciatura della revisione della legge CO2, ma abbiamo poi potuto realizzare diverse nuove misure conseguenti quanto deciso dal popolo nel 2017 vedi Strategia energetica 2050, dapprima l’iniziativa Girod che ha permesso di estendere il sostegno ad altri vettori rinnovabili come il mini idroelettrico, a Gordola ne abbiamo approfittato con la seconda turbina in corso di installazione, poi la Legge sul clima che per la prima volta oltre ad obiettivi di riduzione immissioni CO2 mette 2 miliardi a disposizione per risanamenti energetici e di riscaldamenti come pure per l’innovazione. La tavola rotonda sull’idroelettrico ha trovato un accordo più o meno solido per il potenziamento dell’idroelettrico: 16 impianti cioè 2 TWh di nuova energia elettrica invernale. Con il Solarexpress (2 TWh) e il Windexpress (1 TWh) abbiamo 2 nuove leggi che dovrebbero facilitare la realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici. In totale un potenziale di produzione da 5 TWh in più in inverno in Svizzera. L’atto mantello sull’approvvigionamento elettrico sicuro con energie rinnovabili (Legge approvvigionamento elettrico, Legge Energia, Legge pianificazione del territorio) votato dalle camere il 29 settembre rappresenta un nuovo grande passo avanti. L’obiettivo di nuovo rinnovabile per il 2035 è cresciuto da 4,4 TWh della prima versione del 1999, a 11 TWh del 2017, a 19 TWh proposti nell’atto mantello nel 2021 ai 35 TWh finalmente adottati dalle Camere. Un salto quantico! Inoltre, nuovi nella Legge, l’obbligo per le aziende di distribuzione di promuovere l’efficienza, la rimumerazione dell’energia rinnovabile ai privati a prezzi minimi che permettano l’ammortamento, le comunità di autoconsumo estese. E mentre si legiferava abbiamo visto il fotovoltaico finalmente svilupparsi alla grande, in 4 anni si è passati da 250 MW a 1.000 MW di nuovi impianti per anno, malgrado i vari freni delle aziende elettriche. I consumi di energia elettrica invece sono rimasti ai livelli raggiunti nel 2005, anzi negli ultimi due anni scendono, sia per le nuove tecnologie che aumentano l’efficienza ma anche per le fallite politiche di mercato delle aziende di distribuzione che dal 1999 hanno iniziato a commerciare sulla borsa europea arrivando ai recenti forti aumenti dei prezzi che hanno sicuramente dato una grande spinta al fotovoltaico e al risparmio. Anche sul fronte dei risanamenti si accelera, il Programma edifici lo scorso anno ha erogato sussidi per 425 milioni, il doppio di 4 anni fa, concretamente sono stati sostituiti oltre 17mila riscaldamenti, 3 volte più del 2020; ci avviciniamo all’obiettivo 30mila all’anno per decarbonizzare gli edifici entro il 2050. Qualche cosa si sta muovendo e prende velocità ma dobbiamo continuare a spingere.
Articolo di Bruno Storni apparso sul Corriere del Ticino il 3 ottobre