Nella seduta del Gran Consiglio del 25 febbraio è arrivato un segnale (quasi) unanime di solidarietà verso i produttori di latte: i costi extra di trasporto del latte oltre Gottardo saranno (almeno in parte) sostenuti dal Cantone. Un emendamento di Lea Ferrari (Pc) ha permesso di inserire nella base legale un sostegno finanziario che permetterà di sgravare chi produce il latte, almeno in parte, dai costi di trasporto. Al momento, dopo la chiusura della Lati e per mancanza di alternative sul territorio, gran parte del latte dev’essere trasportato oltre Gottardo, generando ulteriori costi di trasporto che vanno a pesare sul prezzo già insufficiente del latte. Questo sostegno rappresenta comunque solo una soluzione transitoria per un problema che richiede misure più durature e sostenibili. Tuttavia, il Governo non sembra avere una visione chiara sulle priorità. Di fatto, durante la seduta, il Direttore del Dipartimento Vitta, commentando la filiera del latte ticinese, ha citato come possibile soluzione il progetto di sviluppo regionale delle Eccellenze alpestri, il quale ha come obiettivo quello di valorizzare gli alpi ticinesi. Senza nulla togliere a questo progetto vien da chiedersi se davvero valorizzando il formaggio dell’alpe, prodotto solo in estate, si sistemeranno i problemi ben più pressanti che toccano il resto dell’anno. Alpi che già oggi vengono caricati con un numero sempre maggiore di mucche dalla Svizzera interna, in quanto in Ticino non c’è più bestiame data la moria di aziende da latte. Stupisce così che da parte del Direttore del Dipartimento non vi sia stato nemmeno un accenno a BlenioPlus (sotto ricorso dal Caseificio del Gottardo), unico progetto valido sul tavolo del Cantone che permetterebbe di tenere il latte in Ticino, di migliorare la sostenibilità e la situazione di una parte dei produttori. Così, mentre il Governo stenta ad avere una visione di insieme e una progettualità ragionevole, gli agricoltori soffrono e le aziende chiudono.
Articolo di Alice Ambrosetti, presidente sezione PS Blenio apparso su LaRegione il 27 febbraio