Solo se sì – 11’710 femministe chiedono una ridefinizione della violenza carnale

 

11’710 persone hanno risposto all’appello delle Donne* socialiste svizzere e hanno preso posizione sulla revisione della legge penale in materia sessuale. Chiedono una ridefinizione della violenza carnale nel Codice penale seguendo il principio che afferma «Solo se sì»: qualsiasi atto sessuale imposto senza consenso deve essere considerato violenza carnale, indipendentemente dal sesso e dal corpo della persona che la subisce.
Comunicato stampa delle Donne* Socialiste Svizzere

«Mai così tante persone hanno partecipato a una consultazione su un progetto di legge» afferma Tamara Funiciello, Consigliera nazionale e co-presidente delle Donne* socialiste. «Per noi è importante che le rivendicazioni del movimento femminista e delle persone toccate siano presenti nella procedura di consultazione. Si tratta di niente di meno della nostra integrità fisica e della nostra autodeterminazione sessuale.»

Il progetto di legge purtroppo è poco ambizioso e lacunoso. Sino ad oggi si considera violenza carnale soltanto la penetrazione vaginale non voluta, imposta a una «persona di sesso femminile» e soltanto se commessa per mezzo della violenza fisica o di minacce. Con la revisione è prevista la definizione, molto generica e meno grave, di un nuovo delitto che punisce l’aggressione sessuale quando la vittima non è stata costretta con la violenza, ma ha detto di no. La violenza carnale resta tuttavia definita solo come coercizione. Inoltre non è chiaro se tutte le persone, indipendentemente dal loro sesso e corpo, potranno essere riconosciute come vittime di violenza carnale.

«Il nuovo delitto è una soluzione alibi», dice Martine Docourt, co-presidente delle Donne* socialiste. «Finché la violenza carnale è definita attraverso la coercizione, alla vittima viene trasmesso il messaggio che avrebbe potuto evitare l’aggressione opponendo resistenza. Così la vittima viene di fatto co-responsabilizzata di quanto accaduto. Questo cambio di ruolo tra autore e vittima deve finire. Inoltre la soluzione ‘No significa no’ proposta per questo nuovo delitto è lungi dall’essere sufficiente.»

Unicamente la ridefinizione della violenza carnale seguendo il principio «solo se sì» può effettivamente proteggere l’autodeterminazione sessuale. «È un’ovvietà che facciamo sesso quando tutte le persone coinvolte lo vogliono», dice Tamara Funiciello. «Anche in casa altrui andiamo solo quando siamo invitati. E ce ne andiamo quando ci viene chiesto. Per quale motivo questo semplice principio non dovrebbe essere applicato quando si tratta di sesso – la cosa più intima in assoluto?»

Le 11’710 prese di posizione sul progetto di legge in consultazione sono un segnale molto importante. «Il movimento femminista è in collera per questa proposta poco coraggiosa», dice Martine Docourt. «Le Donne* socialiste pertanto osserveranno attentamente il processo in atto per determinare la legge, e interverranno affinché la legge sia modificata per proteggere l’autodeterminazione sessuale, non il patriarcato.»

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