Soddisfazione per “La scuola che verrà”

Il PS è soddisfatto che il progetto di sperimentazione “La scuola che verrà” abbia ottenuto il credito necessario con una larga maggioranza. Questo progetto è un passo in avanti per la scuola poiché mette le necessità e l’apprendimento delle allieve e degli allievi al centro dell’attenzione, per una scuola inclusiva ed equa che garantisca le pari opportunità.

Il Partito Socialista è soddisfatto che il Gran Consiglio abbia votato a favore del credito per il progetto di sperimentazione della riforma della scuola dell’obbligo “La scuola che verrà” con un’ampia maggioranza: si tratta di una decisione importante, soprattutto per il futuro dei giovani ticinesi.
Al centro della sperimentazione del progetto sono poste le necessità formative delle allieve e degli allievi e le loro specificità. Il principio della personalizzazione e la differenziazione pedagogica rispondono al bisogno di riconoscere le loro potenzialità e contribuire al loro sviluppo, garantendo un’efficace presa a carico delle loro difficoltà.

Il PS crede in una scuola inclusiva, equa, attenta ai bisogni dell’allievo e a fornire a tutti i giovani le conoscenze necessarie per diventare dei cittadini consapevoli e responsabili. Una scuola che riconosca e contribuisca a sviluppare la pluralità dei talenti e delle attitudini dei giovani, e che non accentui, rinforzandole, delle differenze dovute alla provenienza sociale e culturale delle ragazze e dei ragazzi, fattori che ancora oggi si rivelano determinanti per la loro riuscita scolastica.

Una delle grandi sfide che la scuola deve affrontare, oggi, è trovare una migliore soluzione alla differenziazione strutturale nel ciclo d’orientamento in corsi attitudinali e corsi di base, fondata sul principio dei livelli. “La scuola che verrà” va in questo senso e supera i limiti mostrati da questo tipo di differenziazione che non ha risolto né il problema dell’apprendimento negli allievi e allieve in difficoltà né la necessità di fornire stimoli supplementari a coloro che hanno più facilità. La sperimentazione della riforma della scuola avvicina i docenti agli allievi, elimina le segregazioni e dà alla licenza di scuola media un carattere unico, che non permette di considerare delle prospettive di formazione postobbligatoria a due velocità.

Come più di quarant’anni fa, quando Franco Lepori operò uno studio che portò alla nascita della Scuola media, anche oggi ci è voluto un socialista – Manuele Bertoli – per mettere l’allievo al centro della scuola e la scuola dell’obbligo al centro dell’attenzione, permettendo così di fare un decisivo passo in avanti in quest’ambito cruciale per la società. Come allora, anche oggi una parte della politica ha cercato di rallentare e modificare i progetti scolastici. È successo con l’intervento del PLRT che all’ultimo momento ha deciso d’introdurre un modello alternativo, calato dall’alto e senza che sia stato soggetto a nessuna consultazione, contrariamente al progetto “La scuola che verrà”, il quale è il risultato di uno studio approfondito che è stato sottoposto a due fasi di riflessione e consultazione.

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