SI alle pari opportunità nella Costituzione ticinese

Il Gruppo Donne USS Ticino e Moesa si schiera a favore dell’inserimento nella Costituzione ticinese dell’articolo sulle pari opportunità. Invita dunque donne e uomini a inserire nell’urna un chiaro sì il prossimo 5 giugno.
Riaffermare anche nella Magna Charta del Ticino l’articolo sulla parità – come fu fatto il 14 giugno 1981 a livello federale con l’articolo sull’uguaglianza tra donna e uomo – è un atto necessario nella riaffermazione di un principio di giustizia e di equità. La realtà ci mostra quotidianamente quanto numerosi siano gli ostacoli sulla strada delle pari opportunità. Per combattere efficacemente ogni forma di discriminazione occorre una norma che funga da principio regolatore.
Certo non bastano le leggi e la Costituzione. Ma esse sono comunque indispensabili e irrinunciabili. Inserire a livello cantonale un principio sancito a livello federale è soprattutto un atto politico e culturale importante una dimostrazione di volontà. Perché con il concetto di pari opportunità si intende valorizzare l’uguaglianza a partire da comuni regole del gioco e chiunque deve essere messo nelle condizioni di prendervi parte senza discriminazioni. Pari opportunità significa anche promuovere una migliore convivenza sociale in uno spirito di giustizia sociale.
E di azioni di sostegno la parità ne ha bisogno. Perché se de jure è un dato acquisito non lo è de facto cioè nella vita di tutti i giorni.
Da quando in Svizzera è stato approvato l’articolo costituzionale che sancisce l’uguaglianza tra donne e uomini (il 14 giugno 1981) il seme delle parità non ha trovato terreni sempre fertili. Dieci anni dopo il 14 giugno 1991 le donne avevano animato il primo sciopero nazionale. Un successo che ha certamente rafforzato la consapevolezza di essere discriminate che ha indubbiamente favorito alcuni cambiamenti ma che non ha esaurito la sua missione.

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