Settore sociosanitario: favoriamo la formazione e combattiamo l’abbandono precoce della professione

Il gruppo socialista in Gran Consiglio, con il deputato Raoul Ghisletta quale primo firmatario, ha presentato due importanti proposte parlamentari per il settore sociosanitario. 

Con un’iniziativa parlamentare generica si chiede l’adozione di una legge per la promozione delle formazioni sociosanitarie allo scopo di assicurare ancora meglio e in numero potenziato la formazione di personale qualificato a disposizione del settore ospedaliero e di altri settori sociosanitari del Canton Ticino (in particolare servizi ambulanze, case anziani, assistenza e cura a domicilio, istituzioni sociali, centri diurni, asili nido, ecc.). I principi sono ripresi dal modello del Canton Berna (Loi sur les soins hospitaliers del 13.06.2013, aggiornata al 1.2.2019) e riguardano le professioni universitarie (medici, psichiatri, farmacisti, ecc.) e non universitarie in ambito sanitario e sociale (infermieri, soccorritori, educatori, operatori sociosanitari, operatori socioassistenziali, ecc.). Tali principi sono completati da disposizioni specifiche per il Canton Ticino, per tener conto della sua posizione geografica di frontiera, dei suoi elevati bisogni sociosanitari e dell’esigenza di coinvolgere il Parlamento in questa tematica importante.

Con una mozione il gruppo PS chiede invece inoltre al Consiglio di Stato di affrontare il problema dell’abbandono precoce della professione infermieristica. Secondo l’Osservatorio svizzero della salute (Obsan) nel 2017 l’abbandono prematuro della professione riguardava ben il 46% delle/degli infermieri!

L’abbandono precoce della professione da parte di quasi un infermiere su due:

  • Acuisce il problema dell’insufficiente copertura dei bisogni di personale infermieristico da parte delle scuole svizzere: ca. 2500 infermiere/i formati a livello nazionale secondo Obsan 2016, pari a meno della metà del fabbisogno;
  • Si iscrive negativamente in un quadro dettato dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento dei bisogni di cura, che richiedono sempre più personale infermieristico.

Per combattere l’abbandono precoce della professione da parte degli infermieri il Cantone deve agire sugli aspetti che denotano percentuali di insoddisfazione alte da parte delle/degli infermieri (dati dello studio “Nurses at work”, riassunto in Obsan Bulletin 8/2016).

Si ricordano le principali criticità:

  • Il fatto che l’infermiera/e deve assumere compiti estranei alle cure – burocratizzazione (78% di insoddisfatti);
  • La cattiva gestione dei problemi di esaurimento o burn out delle/degli infermieri da parte delle strutture sanitarie (72% di insoddisfatti);
  • Il diritto delle/degli infermieri di partecipare alle decisioni (62% insoddisfatto);
  • Il salario delle/degli infermieri (49% insoddisfatto);
  • La possibilità di sviluppo nell’azienda (49% insoddisfatto);
  • La conciliazione tra vita privata e lavoro (41% insoddisfatto);
  • La proporzione tra numero di infermieri e pazienti (40% insoddisfatto);
  • La mole di lavoro (39% insoddisfatto).

La crisi sanitaria generata dal COVID-19 rende importante agire su entrambi i fronti: incoraggiare l’insieme delle formazioni nel settore sociosanitario e contrastare il problema dell’abbandono precoce della professione da parte delle/degli infermieri!

Beitrag teilen:

Facebook
Twitter
LinkedIn
Animation laden...Animation laden...Animation laden...

Newsfeed