Settimana scorsa è terminata la sessione autunnale delle Camere federali e, ancora una volta, è stato sconfortante vedere quanto poco i partiti di centro-destra siano interessati alle reali preoccupazioni della popolazione. Ecco tre esempi lampanti. L’esplosione dei premi di cassa malati sta esercitando una forte pressione sul potere d’acquisto e, contemporaneamente, molti Cantoni tagliano i sussidi. Nonostante questa difficile situazione, il Parlamento ha approvato un controprogetto del tutto insufficiente alla nostra iniziativa per premi meno onerosi, che chiede che nessuno debba pagare più del 10% del proprio reddito disponibile per i premi. Si andrà quindi al voto popolare. Allo stesso tempo i borghesi – a cui piace ripetere che bisogna frenare i costi invece di aumentare i sussidi – hanno annacquato il pacchetto II di misure di contenimento dei costi togliendo il principio della rete di cure coordinate, stanziato 150 milioni di franchi per gli ospedali privati e rifiutato le tariffe differenziate per le cure primarie che avrebbero favorito la medicina di famiglia. Infine, hanno autorizzato accordi segreti con l’industria farmaceutica, in modo che le multinazionali possano continuare a imporre prezzi esorbitanti per i farmaci altamente specializzati.
Stesso discorso per gli affitti: i partiti di centro-destra hanno attaccato il diritto di locazione per aumentare i profitti delle società immobiliari e dei proprietari. Sarà in futuro più facile dare la disdetta e aumentare gli affitti: queste misure cercheremo di contrastarle con un referendum. Il centro-destra ha poi bloccato le nostre proposte per favorire la costruzione di alloggi senza scopo di lucro, per introdurre la possibilità di effettuare controlli regionali sul rendimento degli affitti in aree particolarmente sotto pressione e per una moratoria sugli aumenti abusivi degli affitti. Ancora una volta, la lobby immobiliare si è imposta.
L’ultima decisione deplorevole riguarda la mobilità: più di 5 miliardi di franchi saranno destinati all’ampliamento delle autostrade. Questi progetti danneggiano il clima e aumentano il traffico nelle regioni interessate: diversi studi dimostrano infatti chiaramente che l’ampliamento delle strade porta a un aumento del volume di traffico e quindi a maggiori emissioni di CO2. Più di 1/5 delle emissioni di gas serra in Svizzera è dovuto al traffico motorizzato. Questa decisione va contro gli obiettivi climatici della Svizzera e stabilisce priorità completamente sbagliate in termini di politica dei trasporti. Per questo motivo, insieme a diverse associazioni come Ata, lanceremo un referendum contro il progetto di legge.
Tre esempi che mi portano a una chiara conclusione: il 22 ottobre possiamo scegliere da quale parte stare. Non sottovalutiamo l’importanza di questa scelta!
Articolo apparso su La Regione il 6 ottobre