Ses, aumenti di tariffa e di dividendo

Dopo la recente serie di aumenti delle tariffe dell’energia elettrica della Ses (dal 2015 di proprietà al 70% dei Comuni e del 30% a Aet), culminata nell’aumento da 120 a 150 franchi/anno della tassa base (probabilmente la più alta della Svizzera), la Ses aumenta il dividendo per il 2020 da riversare ai Comuni da 1,95 franchi a 3 franchi per azione. Comuni che incassano sempre di più imposte indirette dai cittadini consumatori di elettricità: aumento da 0,77 nel 2015 agli attuali 1,05 cts/kWh per Uso accresciuto del suolo pubblico, 1 cts/kWh per il Fondo energie rinnovabili comunale, ma anche, come detto, il dividendo che Ses versa ai Comuni proprietari e visto che Ses fa dei cospicui utili paga imposte ai Comuni.
Si dimentica che l’energia elettrica è un bene di prima necessità che usiamo per preparare i pasti o per riscaldare l’abitazione. Ricordo che nel comprensorio Ses c’è un’alta densità di edifici con riscaldamento elettrico diretto, frutto della politica aziendale del passato mirata a vendere più elettricità possibile spingendo sul nucleare, ma nel frattempo le tariffe Ses sono gradualmente aumentate tanto da essere tra le più alte in Svizzera mettendo in difficoltà non poca gente. L’aumento del dividendo, dopo aver aumentato sistematicamente le tariffe, fa specie; coloro che riscaldano la casa con l’elettrico diretto pagano ormai imposte per centinaia di franchi all’anno al Comune tramite bolletta Ses. Fortunatamente l’ultima reinvenzione per far cassa ai Comuni tramite bollette Ses con la Tassa sull’illuminazione pubblica non ha superato l’ostacolo del Consiglio Comunale di Gambarogno, dove dopo il rapporto contrario della commissione delle petizioni il Municipio ha ritirato la proposta. Non così era capitato con la prima versione che si basava sui consumi di elettricità che era stata approvata dal Cc, ma poi dopo qualche anno era stata “sospesa” grazie al ricorso che avevamo fatto con il gruppo Ps di Locarno quando la Tassa fu approvata dal Consiglio Comunale della Città. Sospesa, ma non annullata, perché appunto si voleva reintrodurla in nuova forma alla faccia della sentenza del CdS che l’aveva bocciata.
A dimostrazione che malgrado il cambiamento di proprietà rimane importante per la Ses la funzione di «tassatore» comunale, un male comune generalizzato tra le pari in Svizzera. Aziende elettriche che per massimizzare i profitti ai Comuni proprietari frenano la nuova politica energetica, vedi prezzi pagati per la produzione di fotovoltaico in esubero da impianti privati. Comuni con il Label Città dell’energia pagato con il Fondo energie rinnovabili che poi impongono politiche aziendali che vanno nella direzione opposta frenando il rinnovabile o perfino acquistando elettricità da carbone tedesco piuttosto che idroelettrico ticinese solo perché costava meno.
A pagare il sostegno all’idroelettrico è stato chiamato di nuovo il consumatore con due sovrattasse, e nel contempo, per ritornare a Ses, l’azienda elettrica aumenta gli utili e il dividendo ai Comuni.

Articolo di Bruno Storni, apparso su La Regione online

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