Il rapporto del perito nominato dal Governo per fare chiarezza sullo scandalo Argo 1, anticipato dal Corriere del Ticino, conferma perentoriamente la pertinenza delle richieste formulate dal PS fin dallinizio dello scandalo. Il quadro della situazione è disastroso, mina la fiducia della popolazione nelle istituzioni ed esige una volta per tutte, oltre al chiarimento delle responsabilità amministrative, anche reali risposte sul piano politico. Ricordiamo che se queste risposte fossero state date prima, ora le istituzioni potrebbero concentrarsi sui problemi del Cantone.
Gli elementi del rapporto di Marco Bertoli il perito nominato dal Consiglio di Stato per far luce sullo scandalo Argo 1 anticipati dal Corriere del Ticino, confermano un quadro della situazione molto allarmante che esige una volta per tutte, oltre ai chiarimenti dal punto di vista amministrativo, anche delle vere risposte sul piano politico. Il rapporto ipotizza il reato di infedeltà il danno verso lEnte pubblico e illecito a vantaggio a terzi e dimostra la pertinenza delle richieste di chiarezza, di risposte attendibili e di assunzione della responsabilità politica formulate a più riprese dal Partito Socialista fin da quando lo scandalo è scoppiato. Va evidenziato che il rapporto di Marco Bertoli è in possesso di una testata giornalistica: la trasparenza esige che sia ora reso pubblico.
Il PS ha sottolineato fin dallinizio come lurgenza non fosse un argomento accettabile per motivare le ragioni dellincarico a Argo 1, come invece Paolo Beltraminelli ha sostenuto nel suo intervento in Gran Consiglio lo scorso 13 marzo.
Abbiamo chiesto più volte quali fossero le vere ragioni che hanno condotto il Dipartimento della socialità e della sanità (DSS) ad affidare il mandato a Argo 1: un mandato tacitamente ricondotto su 3 anni, violando reiteratamente la Legge sugli appalti pubblici, per un importo totale di 3,4 milioni di franchi. Il rapporto del perito è perentorio nella conferma che non ci fossero né urgenza né emergenza, mettendo in luce dei seri dubbi riguardo alla qualità e allequità della procedura con cui lagenzia di sicurezza precedente è stata scartata, mentre il mandato è stato affidato a Argo 1. Conferme del perito anche per quanto riguarda il problema del contratto firmato con effetto retroattivo, il fatto che Argo 1 non disponesse del personale necessario quando lincarico le è stato affidato, la più che problematica tariffa di 35 franchi allora di Argo 1 e la scarsa qualità della sua offerta di prestazioni, soprattutto se comparata allagenzia concorrente Rainbow.
È confermato: in seno allUSSI cera coscienza sia del problema sia dellassenza di una base legale verificata per effettuare i pagamenti per cui la responsabilità non può essere scaricata in un altro Dipartimento. Elementi più volte sollevati dal PS, appurati dalla Sottocommissione vigilanza e dal Controllo cantonale delle finanze e confermati con perentorietà dal rapporto di Marco Bertoli, a dimostrazione che allinizio dellestate scorsa il caso Argo 1 non era chiuso, contrariamente a quanto affermato da gli altri partiti di governo.
Nel rapporto emergono anche nuovi elementi che toccano i vertici del DSS, della DASF e dellUSSI; in particolare per quanto riguarda i controlli effettuati, i ragionevoli dubbi che fossero pilotati e le dichiarazioni sollecitate ai collaboratori dellUSSI a fine marzo dellanno scorso. Un quadro in netto contrasto con lesigenza, espressa dallopinione pubblica e dal PS, di ottenere risposte chiare, verificabili e attendibili, non fabbricate a tavolino così come emerge dal rapporto.
Il quadro disastroso dello scandalo Argo 1 consolida il lavoro della Commissione parlamentare dinchiesta poiché potrà approfondire la componente politica dellintera vicenda. Non è infatti accettabile che la responsabilità politica possa essere tradotta esclusivamente attraverso la responsabilità amministrativa dei funzionari implicati nella vicenda.