Scandalo ‘Argo 1’: opportuno approfondire la possibilità di una Commissione parlamentare d’inchiesta

Da quando è emerso, lo scandalo ‘Argo 1’ ha accumulato più violazioni, mancanze e interrogativi per cui il Partito Socialista ha chiesto e ribadito che venga fatta chiarezza. Alla luce dei quesiti e delle ipotesi di reato ancora aperti, del pagamento non dichiarato di 8’000 ore di lavoro e degli elementi presentati nell’ultima edizione di ‘Falò’, il PS ritiene opportuno che la possibilità di una Commissione parlamentare d’inchiesta venga seriamente approfondita.

Il Partito Socialista ha chiesto di fare chiarezza e piena luce sullo scandalo ‘Argo 1’ fin da quando sono emersi i primi elementi sul caso. Abbiamo chiesto un’inchiesta amministrativa, che siano determinate le reali responsabilità politiche e le ragioni per cui sono stati effettuati i pagamenti del mandato diretto per un ammontare totale di 3,4 milioni di franchi nonostante vi fossero delle gravi mancanze. Il PS ha più volte chiesto di approfondire e chiarire tutti gli aspetti della vicenda, anche per quanto riguarda le responsabilità dell’insieme di persone, esponenti politici e servizi dell’Amministrazione cantonale implicati nel caso.

L’edizione di ‘Falò’ consacrata allo scandalo ‘Argo 1’, andata in onda giovedì 28 settembre sulla RSI-LA1, ha presentato i fatti accaduti e messo in luce le questioni ancora aperte a cui, oggi più che mai, è imperativo fornire delle risposte attendibili e delle spiegazioni documentate. La totalità dei fatti riconducibili a ‘Argo 1’ va sviscerata e spiegata con oggettività. Solo così sarà possibile riacquisire la fiducia dei cittadini, erosa dall’attesa di risposte e dal susseguirsi d’informazioni che descrivono un allarmante quadro generale.

Nel caso ‘Argo 1’ è stata appurata la violazione reiterata della Legge sulle commesse pubbliche, l’assenza della risoluzione del Consiglio di Stato per il mandato diretto, la mancata pubblicazione del concorso, i pagamenti effettuati benché non ci fossero né i documenti né i presupposti richiesti. È stato determinato che 8’000 ore di lavoro, per un importo di 190mila franchi, non sono state dichiarate e sono state pagate in contanti. Questa situazione, oltre a pesare direttamente sui lavoratori, indica che vi sia stata un’insufficiente dotazione di personale realmente impiegato da ‘Argo1’ nei centri in cui operava. Lo Stato ha quindi subito delle perdite sia per quanto riguarda la credibilità, i contributi sociali ed eventuali entrate fiscali mancanti a cui va sommato l’alto rischio incorso nell’affidare il delicato compito della sicurezza nei centri profughi a ‘Argo 1’. Questa agenzia di sicurezza, quando è stata designata, non disponeva né del personale necessario né delle credenziali indispensabili per operare in questo campo né di alcun tipo d’esperienza specifica.

L’insieme dei fatti descritti, delle violazioni appurate e dei quesiti ancora aperti indica che la possibilità d’istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta, così come affermato dalla Commissione della gestione lo scorso 19 settembre, va seriamente approfondita.

 

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