Scandalo ‘Argo 1’: la Commissione parlamentare d’inchiesta non va screditata

Il PS esprime la sua disapprovazione riguardo ai tentativi di squalificare a mezzo stampa l’importanza di una Commissione parlamentare d’inchiesta per fare piena luce sullo scandalo ‘Argo 1’. La vicenda, i fatti e le zone d’ombra riconducibili ad ‘Argo 1’ vanno sviscerati e chiariti una volta per tutte, fornendo delle risposte alla popolazione senza gettare nel discredito né l’attendibilità dei testimoni né il lavoro sindacale.

Il Partito Socialista ribadisce l’importanza della Commissione parlamentare d’inchiesta per fare piena luce sullo scandalo ‘Argo 1’ – secondo il mandato approvato la scorsa settimana – ed esprime il proprio disaccordo riguardo ai recenti tentativi volti a metterla in dubbio e screditarne il valore a mezzo stampa. Se dotata di mezzi e risorse sufficienti, così come previsto dalla Legge sul Gran Consiglio, la Commissione parlamentare d’inchiesta può infatti valutare le responsabilità politiche e la necessità di correttivi a livello politico e legislativo.

Le affermazioni e le insinuazioni relative a dei presunti “complotti politici” e i tentativi di banalizzazione della vicenda non possono essere accettati, così come non è ammissibile cercare di squalificare l’attendibilità dei testimoni e il lavoro sindacale con lo scopo di sviare l’attenzione dalla gravità del caso e dai quesiti che ancora non hanno ottenuto delle risposte chiare e attendibili. Il PS si unisce perciò ai sindacati UNIA, Syndicom, SSM e all’Associazione Ticinese dei Giornalisti i quali hanno criticato il modo e i termini con cui il “Corriere del Ticino” ha trattato in prima pagina i fatti relativi ai testimoni del caso ‘Argo 1’ e che appaiono giustamente “marginali, se non irrilevanti, rispetto ai gravi problemi sollevati dalla vicenda”. Non è accettabile che dei lavoratori che denunciano delle malversazioni e delle irregolarità al proprio sindacato vengano definiti “infiltrati” né che il lavoro sindacale di UNIA sia descritto alla stregua di entità o di organizzazioni che nulla hanno a che fare con l’attività e il lavoro di un sindacato.

Gli ultimi fatti denunciati da UNIA, relativi a delle mancanze del 30% nella busta paga dei dipendenti di ‘Argo 1’ e delle minacce di licenziamento da loro subite, sollevano ulteriori e gravi quesiti poiché configurano l’ipotesi di reato di usura. Va inoltre evidenziato il fatto che l’Istituto delle assicurazioni sociali (Ias) si sia costituito parte civile e accusatore privato, com’è prassi quando è ipotizzato un mancato versamento dei contributi sociali. È stato infatti appurato che l’agenzia ‘Argo 1’ non disponeva del personale necessario per assicurare il delicato mandato affidatogli quando è stata designata e che 8’000 ore di lavoro, per un importo di 190mila franchi, sono state pagate in contanti senza essere state dichiarate.
In più non è stato ancora spiegato perché ‘Argo 1’ sia stata scelta benché, quando è stata designata, non esistesse, non avesse alcuna referenza né le credenziali indispensabili per operare nell’ambito dell’asilo.

Fin da quando lo scandalo ‘Argo 1’ è emerso, il Partito Socialista ha sempre chiesto che venga fatta chiarezza sulla totalità dei fatti, fornendo delle risposte attendibili ai quesiti rimasti aperti riconducibili ad ‘Argo 1’: una vicenda che va sviscerata e spiegata con chiarezza e oggettività in tutti i suoi aspetti. L’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta risponde a questa imperativa necessità. Solo così, infatti, sarà possibile riacquisire la fiducia dei cittadini, erosa dalla lunga attesa di risposte e dal susseguirsi d’informazioni che descrivono un allarmante quadro generale.

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