Davvero vogliamo lanciare il segnale al paese che rimanere al beneficio di prestazioni sociali sia più conveniente che lavorare?
Davvero vogliamo finanziare indirettamente i costi di aziende che non pagano adeguatamente i loro dipendenti andando a coprire i costi delle prestazioni versate a chi è escluso dal mercato del lavoro?
Verdi, Socialisti e Comunisti non ci stanno. Riuniti oggi in conferenza stampa hanno spiegato le loro ragioni per cui è fondamentale che il salario minimo venga calcolato sui parametri delle prestazioni complementari e non al ribasso come proposto dal governo. La differenza di oltre 500 franchi mensili non è per nulla trascurabile.
Una visione unitaria per dei salari minimi legalmente corretti. Sotto questo motto si sono presentanti oggi alla stampa Michela Delcò Petralli (promotrice delliniziativa), Ivo Durisch (relatore del rapporto di minoranza in Gran Consiglio), Massimiliano Ay (partito Comunista) e Ronnie David (I Verdi).
Michela Delcò Petralli ha parlato dellurgenza di applicare finalmente il voto popolare in maniera adeguata, evitando inutili giochi a beneficio delle aziende che non hanno certo tra le loro priorità il riconoscimento di salari compatibili con il vivere in Ticino. Il fatto che in molti cantoni si voglia andare a legiferare su salari minimi sociali, anche maggiori di quelli proposti in Ticino è la dimostrazione che gli inziativisti stanno agendo in maniera equilibrata, al contrario del Governo che punta al ribasso della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori.
Dal canto suo Ivo Durisch ha ribadito che il salario minimo è uno strumento di lotta alla povertà fondamentale in un cantone che oggi si trova nettamente messo peggio rispetto alle altre regioni della Svizzera. Infatti il divario tra i salari ticinesi e quelli svizzeri è in costante aumento. Solo attraverso un salario sociale adeguato sarà possibile cercare di riportare la situazione del Ticino maggiormente vicino alla media nazionale e contrastare la pressione al ribasso degli ultimi anni.
Massimiliano Ay ha ribadito da parte sua come assolutamente non sia veritiero che il salario minimo favorisca i frontalieri. Anzi, la realtà dimostra che proprio la mancanza di regole a livello di salario minimo ha favorito un meccanismo di sostituzione della manodopera. Ma il salario minimo non rappresenta certo lunico strumento per il mercato del lavoro. Anzi, sarà fondamentale migliorare la protezione dei lavoratori migliorare gli strumenti di controllo sul mercato del lavoro per combattere gli attuali e futuri abusi.
Ronnie David ha invece parlato di cifre, ribadendo come a parere delle forze politiche rappresentate, il salario corretto calcolato sulla base dei parametri delle prestazioni complementari e vidimati dal tribunale federale sul ricorso del padronato di Neuchâtel è di 21,50 franchi orari. Ovvero 3866 franchi lordi mensili. Al di sotto di questa cifra, ed in particolare con il salario minimo proposto dal governo che ammonterebbe a fr. 3’372.- lordi mensili, lo Stato sarebbe chiamato a finanziare indirettamente le aziende che sottopagano i lavoratori, creando una concorrenza sleale. Ma non solo, con il salario proposto dal governo diventa più favorevole rimanere a beneficio di prestazioni assistenziali anziché lavorare. Si tratta quindi di un gran brutto segnale in particolare verso le nuove generazioni.
Le forze politiche hanno ribadito che qualora non vi fosse un accordo politico accettabile saranno pronti a sottoporre la questione alle cittadine e cittadini, per verificare se gli elettori ticinesi ritengono anchessi corretto corrispondere un salario minimo accettabile alla popolazione residente o se intendono continuare a pagare le esternalizzazione dei costi di aziende a salari lombardi.