Rimborso spese e benefit del Consiglio di Stato: nuovi elementi molto preoccupanti

I nuovi elementi emersi riguardo ai rimborsi spese e ai benefit del Consiglio di Stato che hanno portato il Procuratore generale a riaprire l’incarto sono particolarmente preoccupanti. Il PS ritiene che i rimborsi spesa senza base legale vadano congelati e che il Parlamento debba procedere senza più alcuna esitazione riguardo all’assoggettamento dei Consiglieri di Stato alla Cassa pensione.

Il Partito Socialista è particolarmente preoccupato dai nuovi elementi che hanno fatto riaprire l’incarto del Procuratore generale John Noseda relativo ai rimborsi e ai benefit concessi al Consiglio di Stato.
È imperativo chiarire le ragioni per cui non tutti i documenti disponibili siano stati messi a disposizione della Procura, impedendo così che potesse essere eseguita una corretta visione d’insieme relativa ai rimborsi e ai benefit concessi al Governo senza che ci fosse una base legale. Il PS ritiene inoltre più che inopportuna la lettera inviata dal Consiglio di Stato all’Ufficio presidenziale (Up), con la quale ha affermato che senza un avviso contrario dell’Up avrebbe mantenuta invariata la prassi in vigore e che avrebbe quindi continuato a ottenere dei rimborsi senza che ci fosse una base legale verificata. In questo senso, il Consiglio di Stato avrebbe perlomeno dovuto attendere l’eventuale approvazione dell’Up riguardo ai forfait di 300 franchi per il telefono, iscritti nelle note a protocollo 44 e 103. Per i rimborsi e le buone uscita senza base legale, invece, il PS ritiene che il Governo debba sospenderli e proporre al più presto una base legale. Come già dichiarato lo scorso 15 febbraio, il PS non esclude neppure che i rimborsi o una parte di essi debbano eventualmente essere restituiti, una volta terminati gli accertamenti della Commissione della gestione e delle finanze e del Controllo cantonale delle finanze. Intervento, ricordiamolo, che era stato chiesto dal nostro Capogruppo Ivo Durisch alla Commissione della gestione.

La riapertura dell’incarto da parte del Procuratore generale, che ne aveva firmato l’archivio settimana scorsa, e l’inopportuna lettera del Governo all’Up costituiscono un elemento che incrina ancora di più la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Da questa vicenda emerge chiaramente come sia sempre più attuale e urgente la richiesta, formulata tramite iniziativa parlamentare dal Gruppo socialista, che il Controllo cantonale delle finanze possa riferire direttamente al Parlamento senza dover necessariamente passare dal Governo.

Il Partito Socialista ritiene inoltre che il Parlamento debba procedere celermente e senza più alcuna esitazione con il rapporto riguardo alla previdenza vecchiaia dei Consiglieri di Stato e il loro assoggettamento alla Cassa pensione così come avviene per tutti i dipendenti dello Stato. Questa questione appare almeno altrettanto grave e urgente che l’assenza di base legale sui rimborsi e le buone uscite. Il Partito socialista auspica che entrambe vengano risolte al più tardi entro l’inizio dell’estate. Per quanto riguarda i rapporti col Controllo cantonale delle finanze, il Partito Socialista chiede che sia anche il Gran Consiglio a poterne beneficiare in maniera totalmente indipendente e non solo il Consiglio di Stato. E soprattutto ribadisce l’importanza di avere un organo indipendente, sul modello di quello federale, come già proposto con un’iniziativa parlamentare dal gruppo socialista.

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