I rifugiati vanno tutelati nella dignità della loro persona

Il Gruppo socialista in Gran Consiglio ha inoltrato una mozione con cui vengono formulate tre richieste volte al rispetto della dignità dei rifugiati. La mozione chiede la chiusura dei bunker destinati all’alloggio dei rifugiati e la loro sostituzione con strutture adeguate, l’istituzione di un garante a cui queste persone possono far capo e una regolamentazione che vieti sia gli interventi a sorpresa di notte nelle abitazioni delle persone che vengono espulse in modo forzato, sia il rinvio di minorenni, nel rispetto della Convenzione sulla protezione del fanciullo ratificata dalla Svizzera.

Chiudere i bunker della Protezione civile destinati all’alloggio di rifugiati sostituendoli con delle strutture adeguate alla loro vita nel rispetto della loro dignità. Istituire un garante cantonale indipendente che verifichi le condizioni di vita dei rifugiati a cui queste persone possono fare capo. Una regolamentazione che vieti sia gli interventi a sorpresa di notte nell’abitazione delle persone che vengono espulse in modo forzato, sia l’espulsione di minorenni, protetti dal Codice civile svizzero nel rispetto della Convenzione sui diritti del fanciullo. Queste le tre richieste formulate con la mozione “Per la tutela dei rifugiati nel rispetto della dignità della persona” inoltrata oggi dal Gruppo socialista al Gran Consiglio.

Ogni essere umano ha il diritto di essere tutelato, ascoltato e difeso. Lo Stato ne deve garantire la dignità, come affermato dalla Costituzione federale svizzera. Nell’ambito delle procedure d’asilo, purtroppo, in Svizzera ci sono delle situazioni in cui i rifugiati non dispongono di un’autorità a cui possono rivolgersi nel caso di eventuali o presunti abusi; per le quali non è previsto il controllo delle loro condizioni di vita per cui non si può escludere che la loro dignità sia garantita.

La recente canicola ha dimostrato che i bunker della Protezione civile non sono affatto adeguati all’alloggio di richiedenti d’asilo poiché non garantiscono le condizioni minime (condizioni igieniche, temperatura, areazione, umidità, ecc.) che rispettino la dignità della persona nella sua vita quotidiana. Una situazione che ha portato alla protesta e allo sciopero della fame delle persone alloggiate presso il bunker della Protezione civile di Camorino. I bunker previsti a questo fine vanno perciò chiusi e sostituiti con strutture idonee.

È necessario un garante cantonale indipendente a cui queste persone possono rivolgersi, anche quelle per le quali è stata decisa la non entrata in materia per la richiesta d’asilo o che sono in attesa di rimpatrio in seguito al rigetto della stessa. Un garante che deve essere dotato dei mezzi necessari per controllare le condizioni di vita di tutte le persone in attesa delle decisioni che le concernono, riguardo alle quali deve essere informato. Più inchieste giornalistiche – come quella pubblicata dal settimanale “Il Caffè” lo scorso 23 giugno –  ONG e testimonianze evidenziano le modalità disumane di rinvio forzato di persone, che coinvolgono anche dei minori, a seguito del rigetto o la non entrata in materia della loro richiesta d’asilo: dall’intervento di notte, a sorpresa, nell’abitazione delle persone espulse in modo forzato, al fatto di immobilizzare le persone e legarle anche durante il volo di rinvio. Dei metodi che non possono essere accettati.

 

 

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