Il 9 giugno voteremo sulla riforma della legge tributaria.
Quando il disegno di legge è passato nel Gran Consiglio mi sono battuto per bocciarlo, ma votando con «le solite e i soliti» siamo rimaste e rimasti come sempre: in minoranza. Abbiamo poi raccolto le firme necessarie per il referendum per poter dare la parola al popolo. Voterò ancora «no» il 9 giugno e spero di trovarmi questa volta con la maggioranza del popolo, che boccerà questa riforma. Gli argomenti per la bocciatura sono oggi essenzialmente gli stessi di quelli utilizzati a suo tempo per dire No al famigerato «decreto Morisoli», che per una manciata di voti è passato in votazione popolare. Nel frattempo le sue nefaste conseguenze si sono già fatte sentire sotto forma di tagli nella sanità, nella socialità e nella formazione. Come se non bastasse risparmiare nelle uscite, sulle quali invece si dovrebbe investire Sir Keynes insegna -, adesso Governo e maggioranza borghese-leghista vorrebbero addirittura rinunciare a delle entrate. Diminuire le imposte a chi di certo non fa fatica a pagarle vorrebbe dire fare dei cospicui regali da parte dello Stato – da noi tutte e tutti a chi non ne ha bisogno.
Soltanto per i dodici contribuenti più ricchi in Ticino il regalo sarebbe di quattro milioni. Ma se non trattiamo bene questi poveri ricchi, ci dicono i fautori della riforma, scappano dal Ticino. Macché: Come Ivo Durisch ha dimostrato poco tempo fa sulle colonne di questo giornale, in nessun altro cantone negli ultimi anni sono arrivati tanti «Paperon de Paperoni» come in Ticino. Questi «rifugiati economici», che sfuggono dalla «persecuzione vessatoria del fisco» nei loro Paesi di provenienza, vengono accolti in Ticino a braccia aperte, al contrario di chi fugge dalla persecuzione di ben altro tipo e dalla miseria. Facciamo risparmiare delle imposte ai ricchi, così Lor signori questi soldi risparmiati li investiranno nell’economia del Ticino, ci dicono pure i fautori della riforma. Macché: il famoso «sgocciolamento » di soldi risparmiati sulle imposte a favore della «nostra» economia è una storiella che, se la raccontasse Pinocchio, gli farebbe crescere di parecchio il naso. Questi soldi non pagati per le imposte finiscono nei mercati finanziari internazionali dove fruttano dei bei profitti. Se non vogliamo fare il Robin Hood al contrario, cioè rubare ai poveri per fare regali ai ricchi, votiamo «no» a questa riforma fiscale: votiamo a favore di più progettualità e miglioramenti urgenti nella sanità, nella socialità e nella formazione.
Articolo di Beppe Savary-Borioli, granconsigliere PS/GISO/FA, pubblicato sul Corriere del Ticino del 22 maggio 2024