Riforma sociale: un passo non ancora sufficiente. Per combattere la povertà e le difficoltà dei Ticinesi ci vuole di più.

La riforma sociale presentata oggi dal Consiglio di Stato è un passo insufficiente per rispondere ai problemi della popolazione ticinese e alle sue difficoltà. I correttivi minimi dimostrano i gravi errori commessi dalla maggioranza in Governo e in Parlamento negli scorsi anni, in cui ha smantellato la politica familiare e sociale del Cantone. Il PS ribadisce che va ristabilita la situazione precedente alla manovra di rientro finanziario e ai tagli più dolorosi del previsto sulle spalle della popolazione più fragile. Indispensabile risulta l’azione per ridurre i premi di cassa malati al 10% massimo del reddito disponibile delle economie domestiche, come chiesto con la nostra iniziativa parlamentare e dall’iniziativa popolare del PS a livello federale.

Il PS ritiene che la Riforma sociale, presentata oggi dal Dipartimento della socialità e della sanità, sia un passo nella giusta direzione, ma non ancora sufficiente per ristabilire il danno subito dalle famiglie in difficoltà con i tagli alla politica familiare e sociale, decisi dalla maggioranza in particolare con l’ultima manovra di rientro finanziario. I correttivi minimi presentati oggi non sono che una parziale correzione dei gravi errori commessi dalla stessa negli scorsi anni.

La riforma sociale deve essere attuata senza essere legata, né politicamente né secondo aspetti tecnici, a ulteriori sgravi fiscali che svuoteranno le casse dello Stato e che porteranno inevitabilmente a nuovi tagli delle prestazioni sociali, come avvenuto nel passato. La portata finanziaria della riforma presentata oggi, di 17,4 milioni complessivi, ristabilisce infatti solo in parte gli oltre 50 milioni tagliati negli anni passati alla politica familiare, in special modo agli assegni AFI / API e al credito per la riduzione dei premi cassa malati. Tagli molto più dolorosi del previsto, sulle spalle del ceto medio-basso e dalle fasce più deboli della popolazione, provati dal fatto che oggi il Governo e il DSS propongano solo una parziale marcia indietro.

Il PS ribadisce che va ristabilita la situazione precedente alla manovra finanziaria di rientro del 2016 sia per quanto riguarda le soglie d’intervento della Legge di armonizzazione delle prestazioni sociali (Laps), sia per quanto riguarda quelle relative alla Legge sugli assegni familiari (LAF). Oltre a ciò è più che mai necessario che lo Stato intervenga al fine di limitare i premi di cassa malati al 10% del reddito disponibile delle economie domestiche, come richiesto a livello cantonale con la nostra iniziativa parlamentare “Limitiamo i premi per il ceto medio e rendiamo accessibile l’aiuto agli aventi diritto!”  inoltrata lo scorso giugno e secondo i termini dell’iniziativa del PS a livello federale “Per premi meno onerosi” la cui raccolta firme è in dirittura d’arrivo.

Il continuo aumento dei premi di cassa malati, che colpirà i Ticinesi anche l’anno prossimo con un aumento medio del 2,5%, è la prima preoccupazione della popolazione. Negli ultimi 20 anni, i premi sono più che raddoppiati mentre i salari e le rendite sono stagnati. Un fatto ancora più preoccupante nel nostro Cantone, che conta premi più alti rispetto alla media nazionale e salari nettamente inferiori, con un salario mediano di oltre 1’000 franchi in meno rispetto alla media nazionale. Il Consiglio di Stato deve perciò agire con più urgenza e con un’azione più decisa rispetto al timido e insufficiente passo presentato oggi.

 

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