Il 22 settembre saremo chiamati a votare sulla riforma della Legge sulla previdenza professionale (Lpp), un progetto che rappresenta una seria minaccia per il futuro delle persone pensionate e dei lavoratori e lavoratrici. Questa riforma, presentata come necessaria per garantire la sostenibilità del sistema, in realtà, comporta una riduzione delle rendite e un aumento delle deduzioni salariali. Nonostante le casse pensioni siano finanziariamente solide, con riserve colme, la riforma costringerebbe le persone che lavorano a pagare di più per ricevere di meno.
La riforma colpisce in particolare le donne, che già subiscono svantaggi dovuti alle interruzioni di carriera e al lavoro non retribuito. Anche i beneficiari di rendite attuali vedrebbero il loro potere d’acquisto erodersi ulteriormente, senza che sia prevista una compensazione per l’inflazione. Inoltre, la riduzione del tasso di conversione dal 6,8 al 6% comporterà una significativa diminuzione delle rendite future.
Questo progetto non risolve i problemi strutturali del sistema pensionistico, al contrario rafforza le disuguaglianze sociali, favorendo solo l’industria finanziaria e aumentando la burocrazia nelle casse pensioni. Di fronte a queste evidenze, è fondamentale respingere questa riforma e dire un chiaro no il prossimo settembre. Solo così potremo proteggere i diritti di chi lavora e di chi è in pensione, garantendo un sistema previdenziale più giusto ed equo per tutti e tutte.
Articolo di Marco D’Erchie apparso su La Regione il 31 agosto