Riforma III respinta senza mezze misure: il Consiglio di Stato rispetti la volontà popolare

Una riforma fiscale non può essere portata avanti ignorando il netto NO con cui il popolo svizzero ha respinto la Riforma III e come se quasi il 50% dei Ticinesi non avesse votato nello stesso modo. Il Partito Socialista invita il Consiglio di Stato a un maggiore rispetto della volontà popolare svizzera e a dare risposta ai problemi sociali e del lavoro del Cantone.

Al termine di una campagna che l’ha visto mediaticamente onnipresente anche oltre i limiti della normale partecipazione di un Consigliere di Stato alle campagne per le votazioni, Christian Vitta si è espresso a proposito del futuro fiscale del Cantone ignorando lo schiacciante rifiuto della Riforma III espresso dal popolo.

Invece di prendere atto dell’inappellabile verdetto delle urne, riconoscendo gli errori commessi dal campo del Sì alla Riforma III come hanno fatto gli esponenti dei partiti borghesi in tutta la Svizzera, Christian Vitta ha distorto i fatti, forzando l’interpretazione del voto dei Ticinesi. Ha soprattutto affermato che il Consiglio di Stato ha deciso che approfondirà i margini di manovra fiscale del Cantone, indipendentemente dal netto NO alla Riforma III.
Alla luce dell’esito del voto, il Consigliere di Stato Christian Vitta e il Consiglio di Stato devono valutare delle eventuali misure in funzione di quella che sarà la nuova versione della riforma fiscale, accogliendo la volontà del popolo svizzero. Prima di intraprendere o studiare delle misure fiscali, il Consiglio di Stato dovrà consultare i partiti contrari alla Riforma III. Anche perché, come la netta maggioranza del popolo svizzero, quasi il 50% dei votanti in Ticino si è espresso contro la Riforma III e non può essere ignorato.

Di fatto i Ticinesi non si sono espressi a proposito delle generiche misure con cui il Consiglio di Stato ha annunciato di voler accompagnare la Riforma III nel caso in cui fosse stata accettata. Delle misure per cui non ci sono stati né una precisazione né un messaggio del Consiglio di Stato proprio perché vincolate all’esito del voto.

I Ticinesi – come il resto degli Svizzeri – si sono espressi a proposito di una legge federale che è stata respinta con una schiacciante maggioranza del popolo e dei Cantoni.
Gli statuti fiscali speciali saranno in ogni caso aboliti e una riforma più equa, conforme alla volontà del popolo, sarà elaborata dalle Camere federali.

Invece di speculare in modo soggettivo riguardo a misure che il popolo ha appena respinto con decisione, il Consiglio di Stato deve portare avanti una politica economica che risponda ai preoccupanti problemi sociali e del lavoro del nostro Cantone: il salario mediano, il peggiore della Svizzera, è di 1000 franchi inferiore alla media nazionale; da gennaio 2014 a ottobre 2016 i beneficiari dell’assistenza sociale sono passati da 6’000 a 8’000 mentre una persona su quattro è a rischio povertà.
Il PS è disposto a trovare delle soluzioni condivise nell’interesse del Ticino e della sua popolazione. Aspettiamo quindi un chiaro segnale di responsabilità dal Consiglio di Stato in questo senso.

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