Riforma III: NO a una politica al servizio delle multinazionali contro l’interesse della popolazione

I partiti di maggioranza sostengono una riforma fiscale che provocherà più di 3 miliardi di perdite per gli Enti pubblici, la cui campagna a favore in Svizzera è costata 3,3 milioni per la sola cartellonistica e pubblicità, mentre decidono di tagliare nelle prestazioni sociali. Fermiamo questa politica incoerente: votiamo NO alla Riforma III e NO ai tre referendum cantonali.

In termini di mezzi finanziari disponibili, la campagna sulla Riforma III dell’imposizione delle imprese ha reso evidente un’enorme disparità tra la Destra, con i sostenitori della riforma, e il fronte del NO. Sull’insieme della campagna nazionale, per la sola cartellonistica e la pubblicità, il campo in favore della Riforma III ha speso 3,3 milioni (3’300’000) di franchi di cui ha volutamente celato l’origine: 19 volte di più dei 171 mila franchi investiti dal fronte del NO.

Sebbene il campo che sostiene la Riforma III stia cercando con ogni mezzo di nascondere l’evidenza, la lettura di questo preoccupante squilibrio è chiara: chi ha deciso di spendere così tanto denaro sa che se la Riforma III dovesse passare guadagnerà molto di più di quanto ha speso. Anche questa fattura, oltre ai 3 miliardi di perdite per gli Enti pubblici che metterà in difficoltà soprattutto i Comuni, sarà pagata dalla popolazione.

I partiti di maggioranza, che appoggiano questa riforma fiscale, stanno portando avanti una politica incoerente. Da un lato ammettono che la Riforma III genererà delle perdite per gli Enti pubblici, in particolare per i Comuni, ma la sostengono comunque. Dall’altro – invece – tagliano nelle prestazioni sociali, riducono i sussidi cassa malati, peggiorano i servizi di cura a domicilio e indeboliscono la giustizia.

Ciò che accadrà, se la Riforma III non sarà rifiutata con un deciso NO, sarà un radicale peggioramento di quanto già oggi la popolazione è costretta a subire anche in Ticino: dei tagli alle prestazioni e ai servizi motivate da minori entrate nelle casse dello Stato.
Il fatto che il campo favorevole alla Riforma III abbia speso 3,3 milioni di franchi per la sola cartellonistica e la pubblicità proprio quando si decidono i tagli alle prestazioni sociali dimostra che il denaro c’è e che bisogna cercarlo dov’è invece di tagliare a danno di chi fa già fatica ad arrivare a fine mese.

Rifiutandola nelle urne, la popolazione ha l’opportunità di frenare questa politica che fa gli interessi delle multinazionali e delle grandi aziende, chiedendo così più responsabilità sociale ai partiti di maggioranza. Ribadiamo perciò l’invito a votare NO alla Riforma III dell’imposizione delle imprese e NO ai tre referendum cantonali.

 

Il Comitato referendario “STOP AI TAGLI!”

VPOD – Comitato SOS sanità, socialità, scuola
UNIA – Unione sindacale svizzera Ticino e Moesa (USS-Ti)
Partito Socialista (PS) – Gioventù Socialista (GISO)
Partito Comunista (PC) – Partito Operaio Popolare (POP) – I Verdi del Ticino

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