Viviamo in un Paese in cui l’1% più ricco possiede quasi la metà della ricchezza complessiva. In Svizzera, le 300 persone più facoltose hanno raddoppiato il loro patrimonio in vent’anni, raggiungendo oltre 830 miliardi di franchi. Allo stesso tempo, sempre più famiglie fanno fatica a pagare i premi di cassa malati, l’affitto o semplicemente a vivere con un salario che non basta più. Questa disuguaglianza non è solo ingiusta, è pericolosa. Pericolosa per la nostra democrazia e per il nostro futuro. Come ci ricorda anche l’istituto internazionale di ricerca Oxfam, quando la ricchezza si concentra nelle mani di pochi, anche il potere politico si concentra nelle mani di pochi. I miliardari finanziano partiti, campagne, media. Possono influenzare il dibattito pubblico, spesso a proprio vantaggio, e lo fanno. Così, chi ha di più finisce per decidere anche per tutte le altre persone. È una minaccia diretta al principio democratico secondo cui ogni voce deve contare allo stesso modo; un attacco al fondamento della Svizzera. Questa disuguaglianza è anche una minaccia per il pianeta. L’1% più ricco emette, attraverso i propri consumi e investimenti, una quantità di CO cento volte superiore rispetto alla media. I super-ricchi volano con jet privati e investono in settori dannosi per il clima, mentre la maggioranza della popolazione paga il prezzo della crisi climatica, con bollette più alte, raccolti distrutti, salute peggiorata.
Eppure, invece di chiedere un contributo a chi ha di più, negli ultimi anni abbiamo visto una politica di austerità e liberismo fiscale: tagli allo Stato sociale e ai servizi pubblici, e allo stesso tempo regali fiscali ai più ricchi. È una politica miope e ingiusta, che svuota lo Stato e rafforza il potere dei grandi patrimoni. Con l’Iniziativa per il Futuro della Gioventù Socialista diciamo basta: la proposta è una tassa sulle mega-eredità superiori a 50 milioni di franchi – una cifra enorme, che riguarda solo lo 0,05% dei contribuenti. Chi eredita meno non pagherà nulla. Con questa imposta si raccoglieranno circa 6 miliardi di franchi all’anno, da destinare alla lotta contro la crisi climatica.
È una misura di giustizia: chi ha beneficiato di più del nostro sistema e ha contribuito maggiormente alla crisi ambientale deve ora contribuire di più alle soluzioni. È il principio del “chi inquina paga” e, soprattutto, del “chi può, aiuti”. L’Iniziativa per il Futuro non è una misura punitiva, ma un atto di responsabilità collettiva. È un modo per dire che la ricchezza ereditaria non può essere più importante della solidarietà, della democrazia e del nostro pianeta. Per questo dico sì con convinzione il 30 novembre all’Iniziativa per il Futuro.
articolo di Laura Riget, copresidente PS, apparso il 5 novembre 2025 su LaRegione