Resoconto Comitato cantonale 7 gennaio 2019

Il Comitato cantonale straordinario tenutosi ieri presso la Casa del Popolo a Bellinzona è stato organizzato per trattare, discutere e decidere riguardo al messaggio del Governo sul credito da 100 milioni per il progetto della nuova Officina FFS a Castione. All’ordine del giorno anche la proposta di controprogetto per un vero polo tecnologico all’iniziativa “Giù le mani”. Il Comitato cantonale ha accolto favorevolmente entrambi gli oggetti. All’ordine del giorno, anche la proposta d’iniziativa popolare generica per l’affiliazione dei Consiglieri di Stato alla Cassa pensione dello Stato, in un regime di previdenza ordinario a cui il Comitato accolto dal Comitato cantonale, il quale ha anche deciso di aderire al referendum “Basta sprechi”, contro la semaforizzazione del Piano di Magadino. Il Comitato cantonale ha detto sì a entrambi.

Accettata la proposta d’iniziativa per l’assoggettamento dei Consiglieri di Stato alla Cassa pensioni dello Stato
Dopo i saluti e gli auguri di rito di Igor Righini, prima di trattare il tema centrale relativo al messaggio relativo alla costruzione del nuovo stabilimento FFS, il Capogruppo socialista Ivo Durisch ha presentato l’iniziativa popolare per l’affiliazione dei Consiglieri di Stato all’Istituto di previdenza del Canton Ticino (IPCT). L’attuale legge è vecchia di 53 anni, non è chiara e presenta più lacune. Una situazione che il Parlamento conosce da tempo, senza però riuscire a trovare una soluzione. La questione è già stata affrontata più volte dal PS. Già nel 1989 è stata presentata un’iniziativa parlamentare. Anche nel 2006 è stata presentata l’iniziativa parlamentare di Raoul Ghisletta per l’affiliazione alla Cassa pensione dei Consiglieri di Stato. Degli atti parlamentari respinti dal Gran Consiglio. Nel 2015, il Parlamento ha approvato il rapporto della Gestione con cui è stato accettato il principio di assoggettare i Consiglieri di Stato all’Istituto di previdenza del Cantone. Un decreto che avrebbe dovuto essere effettivo nel 2016, ma tutt’oggi questo non è ancora avvenuto. In causa, la resistenza del Governo, per cui non si è giunti ancora a una soluzione.  Al Comitato cantonale è stato letto un messaggio di Manuele Bertoli, che non ha potuto essere presente, con cui ha ribadito la sua posizione di principio a favore del regime pensionistico ordinario per il Consiglieri di Stato. Con delle misure speciali, ha aggiunto, per non ridurre l’attrattività della funzione e restringerla alla categoria dei liberi professionisti. La migliore soluzione, con cui evitare lacune e problemi che hanno chiamato in causa per due volte la vigilanza al riguardo, rimane l’assoggettamento dei Consiglieri di Stato, come chiesto con quest’iniziativa, con mandato alla Direzione di definire la data del lancio. Proposta accolta a larga maggioranza dal Comitato cantonale.
Messaggio governativo  per la nuova Officina FFS
Intenso e molto interessante, con spirito democratico di confronto tra visioni e argomenti, il dibattito riguardo alla nuova Officina FFS la cui costruzione è prevista a Castione e del credito di 100 milioni previsto dal messaggio. Introduzione alla presentazione di Igor Righini che ha ripercorso le tappe più importanti, a partire dallo sciopero che ha permesso di impedire la chiusura delle Officine di Bellinzona. Evidenziate poi l’azione, le prese di posizione e le richieste del PS riguardo al rispetto della convenzione, le garanzie sui posti e i volumi di lavoro, fino alle lettere inviate al Consiglio di Stato e al Municipio di Bellinzona, riguardo alle criticità della dichiarazione d’intenti per la costruzione del nuovo stabilimento.
A seguire la presentazione dei Granconsiglieri Henrik Bang, per la posizione favorevole al messaggio e a Bruno Storni per l’avviso contrario.
Henrik Bang ha evidenziato le richieste del PS, riguardanti le criticità del progetto, il piano industriale, il volume e i posti di lavoro, come pure il progetto di parco d’innovazione e l’uso sull’attuale sedime dell’Officina di Bellinzona. Sul messaggio, sono state poste delle tornate di domande per dei chiarimenti sull’ubicazione dell’Officina, i compensi agricoli per la zona Sac relativa al progetto di Castione. Delle risposte che indicano come la variante di Bodio presenti delle difficoltà logistiche che farebbero notevolmente aumentare i costi. Delle indicazioni sono state date anche rispetto all’attività nel futuro stabilimento delle FFS, in cui è prevista sia la manutenzione leggera, sia quella più pesanti nel settore passeggeri. Non è prevista l’attività nel settore merci. Il cambio di rotta di FFS Cargo e l’acquisizione di locomotrici e carri in leasing (che prevedono la manutenzione) ne sono la principale causa per cui si prevede una diminuzione dei volumi di lavoro che dal 2020 al 2030 diminuiranno drasticamente. Ragione per cui, lo stabilimento FFS previsto a Castione con 200-230 posti di lavoro, permette comunque di preservare il lavoro e le attività nelle Officine FFS a lungo termine, per i 30-40 anni dopo la costruzione. Inseriti, nel rapporto della gestione, dei punti importanti per il PS relativi sia all’attività nelle nuove Officine, alla formazione del personale, alla compensazione agricola della zona Sac di Castione e l’obiettivo che l’Inno-park che nascerà sul sedime attuale diventi un polo indipendente. Un insieme di ragioni per le quali Henrik Bang è favorevole al messaggio.

Opinione contraria espressa da Bruno Storni, il quale ha evidenziato la mancanza d’informazioni chiare e attendibili fornite dalle FFS, necessarie dal suo punto di vista per prendere posizione sul nuovo stabilimento e sul credito di 100 milioni del Cantone. Secondo Storni, il progetto del nuovo stabilimento a Castione è il frutto della minaccia delle FFS e con un’azione più decisa si sarebbe potuto e si potrebbe ottenere molto di più. L’accento messo sulla non-verificabile innovazione dei contenuti del nuovo stabilimento, non ritenuti innovativi. Avviso negativo anche riguardo alla perdita della manutenzione pesante, dell’attività su locomotrici e carri merci, mentre in Lombardia è stato creato uno stabilimento che prevede questo tipo di lavoro. Molto problematica l’ubicazione a Castione, imposta dalle FFS, con la perdita di una zona Sac che non potrà essere compensata realmente. Anche per la variante di Bodio, Storni afferma che i motivi presentati dalle FFS non sono accettabili poiché i costi supplementari invocati non sono provati. Per prendere posizione su un credito così importante, Storni avrebbe voluto che ci fosse stato un approfondimento sullo sviluppo delle Officine sull’attuale progetto, invoca una speculazione immobiliare sull’attuale sedime e reputa che in ogni caso le FFS, il Cantone e il Municipio abbiano già deciso per cui inserire delle richieste nel rapporto della Gestione non è che velleitario perché sarà il decreto a fare testo. Ragioni per cui si oppone al messaggio relativo al credito per il nuovo stabilimento delle FFS a Castione.

In seguito alle presentazioni, come detto, un intenso dibattito. Cristina Zanini ha chiesto chiarimenti riguardo alla possibilità di ancorare i punti inseriti nel rapporto della Gestione, come emendamenti, affinché possano essere accolti come emendamenti. Per quanto riguarda il destino dell’attuale sedime, ha evidenziato che sarà la pianificazione di competenza comunale a fare in modo di evitare eventuali speculazioni. Riguardo al rapporto, è stato chiarito che il rapporto della Commissione della gestione è politico e che a fare testo sarà il Decreto.
Martino Rossi ha affermato di non capire l’insistenza nel volere fare restare le attività dell’Officina sull’attuale sito. Si tratta secondo lui di un “lascia o raddoppia”, in cui la possibilità di raddoppiare – ovvero di avere in futuro il nuovo stabilimento delle Officine e di pianificare delle attività economiche sull’attuale area – è un’opzione migliore a lasciare l’attività dov’è, senza garanzie sul futuro. Damiana Chiesa ha affermato che non se la sente di dare torto all’opinione di Bruno Storni, in particolare per quanto riguarda la protezione delle zone verdi, come la zona Sac di Castione dove sorgerà lo stabilimento FFS.
Ivan Cozzaglio, presidente del comitato “Giù le mani dalle officine” ha espresso un avviso critico riguardo al ruolo e all’azione politica del PS, poiché come socialisti si dovrebbero tenere maggiormente in conto i posti di lavoro, la difesa dei 400 posti attuale rispetto ai 200-230 previsti con la nuova officina. Anche i quasi cinquanta interinali residenti che non ritroveranno un posto di lavoro andrebbero difesi dal partito socialista. Mario Branda ha preso la parola affermando, come altri, che le FFS sono un partner molto difficile, ma anche molto potente, con cui Cantone e Municipio sono stati chiamati a trattare. Non se la sente di opporsi a un progetto che a più di 10 anni dallo sciopero permetterà di conservare a lungo termini, anche 30-40 anni dopo la costruzione della nuova Officina, 200-230 posti di lavoro. Inoltre, la città pianificherà delle attività economiche sull’attuale sedime e a lungo termine il sindaco di Bellinzona afferma che non può rischiare un salto nel buio, con il rischio che le trattative non vadano in porto perché allora sì che andrebbe perso tutto. Werner Carobbio ha messo in risalto la necessità di una politica che si occupi dei contenuti della nuova Officina, delle sue attività, evidenziando come questo punto politico andava svolto e può essere effettuato grazie allo strumento del controprogetto all’iniziativa “Giù le mani” perché da un punto di vista politico, è proprio sui contenuti, sulle attività che potranno essere inserite in un vero polo tecnologico-industriale affinché le competenze e le attività che hanno un potenziale di mercato e quindi di futuro vengano sviluppate.

Controprogetto per un vero polo all’iniziativa “Giù le mani”
Igor Righini presentato quindi il Controprogetto all’iniziativa “Giù le mani” la quale prevedeva che il Cantone rilevasse le attività dell’Officina di Bellinzona quando questo correva un serio rischio di chiusura. Un contesto che oggi, con il progetto del nuovo stabilimento a Castione non è più attuale, per cui è stata formulata la proposta di questo progetto. In particolare, il controprogetto propone che il Cantone, associato ad altre entità e cantoni, per la creazione di un polo integrato alle nuove Officine. Uno strumento politico, il controprogetto, per far sì di ottenere più contenuti a un vero polo, per cui si è proposto al Comitato cantonale di dare mandato al Gruppo parlamentare di proporre e discutere con le altre forze politiche un progetto all’iniziativa.

Decisione del Comitato cantonale
La proposta di aderire al messaggio 7548 relativo alla costruzione del nuovo stabilimento FFS a Castione è stato accolto con 38 voti favorevoli, 6 contrari e 5 astensioni.

Accettata anche la proposta di dare mandato al gruppo parlamentare per proporre e discutere con le altre forze politiche un controprogetto all’iniziativa, sulla scorta del progetto legge presentato al Comitato cantonale, con 45 sì e 4 astensioni

Sì anche alla proposta al Gruppo parlamentare dell’astensione o della libertà di voto relativamente all’inziativa “Giù le mani”, con la proposta di formulare le indicazioni di voto agli sviluppi futuri: 45 sì e 4 astenuti

Sì del Comitato cantonale al referendum contro la semaforizzazione del Piano di Magadino
È stato lanciato un referendum contro il credito di 3,3 milioni di franchi, approvato lo scorso 11 dicembre dal Gran Consiglio, per la sostituzione delle rotonde con dei semafori sulla tratta Quartino-Cadenazzo, sul Piano di Magadino. Daniela Pugno ha presentato i problemi di questa decisione che consiste nel sostituire delle rotonde già costruite, per le quali si sono già investiti milioni di franchi, con dei semafori. Contestati gli argomenti sui quali è stata fatta poggiare il credito e il progetto, ovvero che la sostituzione coi semafori possa fluidificare il traffico sulla tratta. Innumerevoli e approfonditi studi (come il rapporto MEVISA dell’Upi) dimostrano che le rotonde sono la migliore soluzione per rendere più sicuro il traffico. La sostituzione delle rotonde coi semafori non porterà soluzioni, poiché la tratta è molto trafficata, gli innesti innumerevoli e che comporta un traffico superiore alla Mappo-morettina. Non è quindi possibile, con la sostituzione delle rotonde coi semafori, di cercare di aumentare il traffico su questa tratta già più che satura. I 3,3 milioni per i semafori sono quindi uno spreco, e per di più comportano la sostituzione di rotonde per cui sono stati necessari oltre 10 milioni di franchi. Uno spreco non accettabile, anche perché a due anni dall’apertura della galleria di base del Ceneri che porterà una vera soluzione. La soluzione dello sviluppo del trasporto pubblico. Per questi motivi, è stato proposto di appoggiare il referendum “Contro gli sprechi”, contro la semaforizzazione del Piano di Magadino. Il Comitato cantonale ha aderito al referendum con 31 voti favorevoli e 1 contrario.

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