Referendum: un successo la raccolta di firme

Oggi alle 15.30 sono state consegnate alla Cancelleria dello Stato le firme raccolte per i referendum contro i tagli ai sussidi di cassa malati e contro l’amnistia fiscale.

Contro i tagli ai sussidi sono state raccolte 10’228 firme. Contro l’amnistia 7’831.

Siamo particolarmente soddisfatti del risultato ottenuto specie considerando che questa campagna di raccolta si è svolta a cavallo delle festività natalizie: un periodo nel quale l’attenzione delle persone è distratta. Nondimeno ce l’abbiamo fatta: una dimostrazione della sensibilità diffusa verso uno Stato più giusto equo sociale.

Il taglio ai sussidi di cassa malati è una misura di risparmio che ancora una volta va a colpire la componente più debole del sistema di assicurazione malattia: gli assicurati e le assicurate. A cui viene imposta una riduzione lineare del sussidio con la scusa che possono modificare i propri contratti per risparmiare. Contratti spesso con condizioni capestro. Oltretutto annunciandolo in un momento la fine del mese di novembre in cui i termini per il cambiamento erano ristrettissimi di soli pochi giorni. Evidentemente è troppo scomodo disturbare i veri responsabili della crescita dei costi della salute cioè la pletora di compagnie assicurative ciascuna con le proprie spese di marketing e i sostanziosi compensi per i membri dei consigli di amministrazione. Contro questi tagli voteremo e siamo fiduciosi che le cittadine e i cittadini ci seguiranno. E che lo faranno pure quando quest’anno bisognerà votare per quella che sarebbe davvero una riforma radicale del sistema: la cassa malati unica.

Voteremo anche sull’amnistia fiscale: un tema al quale teniamo molto in nome dell’equità di trattamento di tutti i contribuenti nel totale rispetto della legalità. Quest’amnistia è stata presentata come un provvedimento indispensabile per far emergere i capitali in nero: lodevole intenzione ma non con queste modalità. Perché è indecente il regalo che si vuole fare agli evasori: uno sconto del 70%! Per chi ha sempre pagato onestamente le imposte ce n’è quanto basta per sentirsi preso per i fondelli. Senza contare il danno per la casse dello Stato. Già il danno. Perché in questi anni chi ha dei soldi nascosti continuando a sentir parlare di amnistia cantonale certo si è guardato bene dal sanare la propria situazione. Infatti chi ha evaso il fisco avrebbe potuto sfruttare la mini amnistia federale in vigore da alcuni anni che prevede di non punire chi si autodenuncia ma giustamente gli chiede di pagare gli arretrati senza sconti. Se il Canton Ticino promuovesse la mini amnistia federale così come hanno fatto altri Cantoni potrebbe non solo far emergere i capitali in nero ma anche avere maggiori entrate fiscali. Non solo: se anche l’amnistia fosse accolta e applicata quasi certamente il ricorso al Tribunale federale la annullerebbe perché in contrasto con la legislazione federale. E dunque a che pro anche solo parlarne?

Il successo del referendum contro l’amnistia ci sta particolarmente a cuore perché è una battaglia che nella politica istituzionale abbiamo combattuto da soli. Solo i sindacati ci hanno seguiti contribuendo in maniera determinante alla raccolta delle firme. Nessun partito ha avuto il coraggio di definire l’amnistia per quello che è: una misura ingiusta dannosa e illegale. Che questa raccolta abbia avuto successo è un risultato che ci rende particolarmente orgogliosi.

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