Quando la scuola sceglie la complessità

Il Municipio di Lugano si è risentito (immagino a maggioranza) per una lettera aperta del plenum dei docenti della Scuola Media di Viganello poi ripreso da altri plenum. Tema: ovviamente – vien da dire – Gaza.

L’appello del plenum dei docenti è rivolto a tutte le persone di buona volontà, ma in primo luogo ai governi e a quello svizzero in particolare «scandalizzati e sconcertati di fronte all’assordante velo di silenzio con il quale le autorità svizzere e i maggiori capi di Governo dei Paesi europei accolgono, minimizzando, le informazioni che faticosamente, ma inequivocabilmente, giungono dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania». Il Municipio di Lugano, che non ha giurisdizione sulla Scuola Media, appare indispettito per una presa di posizione che avviene sul suo territorio e che ha ricevuto in copia. Come ogni centro di potere che vuole esibire la propria autorità, il Municipio non scrive al plenum dei docenti, ma direttamente al DECS con tanto di ditino alzato. Scrive di «comunicazione fuori luogo nell’ambito delle attività scolastiche» e di necessità che «le scuole mantengano un ruolo imparziale e neutrale, promuovendo il dialogo e il rispetto reciproco senza prendere posizione in merito a questioni politiche internazionali complesse». Prosa non proprio brillante per dire che la scuola deve tenere le mani lontane da temi che possono far discutere. È il mondo alla rovescia. Bisognerebbe semmai dire grazie a quei docenti che vogliono discutere le questioni complesse, significa che sono convinti che il loro compito non è passare nozioni e chiedere conto di formule matematiche, ma costruire una coscienza, rendere le giovani generazioni consapevoli di quel che succede loro attorno.

Consiglio al Municipio di Lugano la lettura di un articolo di Alessandro Baricco apparso su La Repubblica («L’addio al novecento dei ragazzi nelle piazze»). Baricco ragiona sul significato delle piazze piene di giovani che si mobilitano per la Palestina e ipotizza che quelle ragazze e quei ragazzi mettono fine all’epoca bellicista che ha caratterizzato il Novecento, stabilendo qual è il confine che non si può tollerare che venga superato. È un articolo forse un po’ complesso per il mondo della scuola, ma pone interrogativi molto profondi e soprattutto va al di là del clima da duello o da derby che contraddistingue questa nostra epoca, nella quale anche un dramma inenarrabile come quello di Gaza è diventato un modo per dividere il mondo in modo manicheo tra «noi e loro ». Il contrario di quello che vogliono fare i docenti dei plenum che hanno firmato l’appello, esattamente quello che invece fa il Municipio di Lugano (immagino a maggioranza).

Articolo di Maurizio Canetta, Corriere del Ticino del 18 ottobre

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