Al Congresso odierno del PS Svizzero a San Gallo, il PS 60+, le Donne* socialiste, il PS Migranti e la GISO hanno presentato congiuntamente una risoluzione in cui si oppongono con decisione a qualsiasi riduzione delle pensioni, all’aumento dell’età pensionabile delle donne e all’indebolimento finanziario dell’AVS. Il Congresso del partito ha approvato la risoluzione e ha inoltre deciso di lanciare il referendum contro il progetto AVS 21, se questo non sarà sostanzialmente migliorato.
La stretta collaborazione dei quattro organi del PS, rappresentati da Christine Goll, Martine Docourt, Yvonne Apiyo Brändle-Amolo e Ronja Jansen, ha evidenziato che il problema dell’inadeguatezza delle prestazioni di vecchiaia, soprattutto per le donne, è intersezionale e intergenerazionale. Per questo motivo PS 60+, le Donne* socialiste, il PS Migranti e la GISO hanno lanciato l’appello a partecipare alla manifestazione nazionale dell’USS di sabato 18 settembre a Berna. Qualsiasi peggioramento delle pensioni AVS è inaccettabile!
La presidente del PS 60+, Christine Goll, è stata molto chiara: “I nodi vengono al pettine al momento della pensione: i salari bassi, il lavoro part-time e il lavoro non pagato, ma socialmente necessario, portano a delle rendite di vecchiaia troppo basse. Ma la promessa di una vecchiaia dignitosa e serena, anche a livello finanziario, non può essere una promessa vuota – ecco perché rivendichiamo delle rendite AVS che coprano il fabbisogno vitale!”
“Per il 99% della popolazione, l’AVS offre il miglior rapporto tra costo e beneficio nella previdenza per la vecchiaia”, ha spiegato la presidente della GISO Ronja Jansen. “L’AVS alleggerisce l’onere di noi giovani. Grazie al sistema solidale dell’AVS, possiamo infatti affrontare l’assistenza e la cura dei nostri genitori e nonni con l’aiuto della collettività e non rimaniamo abbandonati a noi stessi.”
Yvonne Apiyo Brändle-Amolo, membro di comitato del PS Migranti, ha sottolineato: “Sempre più donne migranti lavorano nella cura degli anziani e dei bambini – e spesso in condizioni di lavoro precarie. Non hanno la possibilità di costruirsi un secondo pilastro e sono quindi spesso costrette a richiedere le prestazioni complementari.”
“Le preoccupazioni delle donne sono state semplicemente ignorate in questo progetto, così come la realtà della società attuale. Lotteremo con veemenza contro una revisione dell’AVS a scapito delle donne”, ha sottolineato Martine Docourt, copresidente delle Donne* socialiste. “Le donne e le organizzazioni femminili devono essere invitate al tavolo delle negoziazioni. Le nostre preoccupazioni devono essere prese in considerazione!”
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