Il PS è fermamente deciso a sostenere l’introduzione del salario minimo sociale

Alla vigilia del voto in Parlamento sul salario minimo, il PS e il Gruppo socialista ribadiscono la ferma volontà di introdurre un salario minimo sociale capace di rispondere al voto popolare che ha accolto l’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino!” quasi cinque anni fa. Il PS contesta le proposte formulate all’ultimo momento dalla destra, che sembrano avere come obiettivo principale di impedire o ritardare  l’introduzione di un salario minimo sociale nel nostro Cantone.

Il Partito Socialista ribadisce la ferma volontà di sostenere attivamente e in modo responsabile l’introduzione di un minimo salariale legale che risponda alla volontà dei Ticinesi che hanno votato a favore dell’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino!” ormai quasi cinque anni fa. Un’iniziativa con la quale è stato adottato il principio secondo cui nel nostro Cantone “ogni persona ha diritto a un salario minimo che gli assicuri un tenore di vita dignitoso”.

In questo senso, va sottolineato che i Cantoni possono legiferare solo per quanto riguarda i minimi salariali sociali. Con la sentenza sull’introduzione del minimo salariale nel Canton Neuchâtel dell’agosto 2017, il Tribunale federale ha infatti confermato che l’introduzione di un minimo salariale legale deve corrispondere solo ad una misura di politica sociale, che non intacchi cioè il principio costituzionale della libertà economica, contravvenendo così al diritto federale. Questo vuol dire, in altre parole, che a livello cantonale si può proporre solo un salario minimo sociale corrispondente alle soglie applicate nell’ambito del riconoscimento delle prestazioni sociali e in particolare delle prestazioni complementari AVS/AI, com’è  stato fatto del resto nel Canton Neuchâtel e in seguito anche nel Canton Giura. Per queste ragioni un solido salario minimo legale dovrebbe essere concepito sul piano federale, come a suo tempo proposto da un’iniziativa popolare federale dell’Unione sindacale svizzera e del PSS purtroppo respinta da popolo e Cantoni.

Tradotto in denaro, calcolato secondo le indicazioni confermate dalla sentenza del Tribunale federale, in Ticino il salario minimo sociale si colloca  tra 19,98 franchi – senza il riconoscimento delle spese necessarie al conseguimento del reddito – e 20,78 franchi all’ora se si calcolano queste spese.

Il compromesso di maggioranza sottoscritto in Commissione della gestione da parte del PS e dei Verdi, con Lega e PPD, in cui viene fissato l’obiettivo di un salario minimo sociale compreso tra i 19.75 franchi e i 20.25 franchi all’ora, risponde in modo coerente ai margini di manovra concessi dalla sentenza del Tribunale federale, in linea con i salari minimi introdotti a Neuchâtel e nel Canton Giura (fissati a 20 franchi all’ora). Un salario minimo che a regime si situerà tra i 3’550 e i 3’650 franchi al mese per dodici mensilità e che fin dal primo anno è comunque superiore rispetto alla proposta formulata dal Consiglio di Stato come massimo salariale previsto nel suo Messaggio.
Certo, è davvero il minimo che si poteva sperare, ma è contemporaneamente anche abbastanza vicino al massimo che si poteva proporre all’interno di un quadro giuridico molto limitato e a un contesto politico nel quale trovare una maggioranza a sostegno del salario minimo sociale è stato difficile.
Coerentemente con quanto precede, il Gruppo socialista appoggerà con convinzione l’emendamento proposto dai Verdi che introduce un sistema più semplice rispetto a quello contenuto nell’attuale rapporto di maggioranza per raggiungere la soglia massima prevista.

Siamo altresì coscienti di restare ben lontani da quanto avremmo voluto e soprattutto da quanto sarebbe giusto veder riconosciuto alle lavoratrici e ai lavoratori ticinesi.
Ma la politica non può, è bene ribadirlo, proporre un salario minimo economico perché tale scelta spetta esclusivamente al mondo economico, mondo economico che sarebbe ora si facesse finalmente carico, anche in Ticino, delle proprie responsabilità sociali!
Come dimenticare che, nel nostro Cantone, il tasso di povertà è più del doppio rispetto alla media nazionale svizzera, mentre il tasso di rischio povertà è più del triplo? Dati che indicano quanto sia necessario arrivare al più presto a una soluzione condivisa.

Per quanto riguarda gli emendamenti proposti dalla destra, riteniamo siano stati presentati quasi esclusivamente per salvarsi la faccia di fronte al proprio elettorato, proponendo in realtà misure che, di fatto, impediscono o rallentano fortemente l’introduzione di un salario minimo sociale in Ticino.

La proposta sottoscritta dal PS comporta un importante passo nella buona direzione, soprattutto per le donne che rappresentano la stragrande maggioranza dei lavoratori che beneficeranno di questa misura! Non possiamo dimenticare che oggi salari da 12 o 13 franchi all’ora, o addirittura meno, esistono e che i salari mediani in Ticino sono di oltre 1’000 franchi più bassi rispetto alla media svizzera.
Per queste persone (ricordando che sono circa 15.000 le persone toccate da queste misure, di cui 5.000 residenti) era perciò indispensabile che si giungesse finalmente a un accordo che permettesse di introdurre anche in Ticino un salario minimo sociale, seppure all’interno dei margini di manovra molto ridotti imposti dalla decisione del Tribunale federale e dalle difficoltà a trovare una maggioranza.

Un primo passo è stato fatto.
Ora sta a noi lavorare per ottenere di più!

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