Programma cantonale di lotta alla povertà – Intervento Gina La Mantia

Il Gran Consiglio ha approvato oggi il rapporto sulla mozione “Elaborazione di un programma cantonale di lotta alla povertà”, presentata nel 2012 dalla nostra allora deputata Pelin Kandemir Bordoli. La povertà rimane un tema di stretta attualità di cui soffrono troppe persone nel nostro Cantone e che ha delle ripercussioni negative non solo in merito all’esclusione sociale, ma anche sulla salute fisica e psicologica e, di conseguenza, sulla qualità di vita di famiglie intere. La povertà incide, inoltre, in modo pesante sul futuro dei bambini toccati. Come PS siamo felice della decisione odierna, un primissimo passo nella giusta direzione! Il nostro impegno per una ridistribuzione più equa della ricchezza e per combattere la povertà continuerà con la stessa determinazione di sempre. 

Trovate qui l’intervento della relatrice Gina la Mantia. Buona lettura! 

Egregio Presidente, Consiglieri di Stato,
Care colleghe e cari colleghi,

A otto anni dopo la presentazione della mozione “Elaborazione di un programma cantonale di lotta alla povertà” di Pelin Kandemir Bordoli, Saverio Lurati e cofirmatari, oggi finalmente arriviamo in aula con un rapporto. Un rapporto firmato da tutta la commissione, che ritiene evasa la mozione, ma che è tutt’altro che un cambiale in bianco. Perché nel corso dei lavori e della discussione, la commissione in tutte le sue componenti ha fatto il passo di riconoscere che la povertà nel nostro Cantone è un serio problema da affrontare con priorità. Il rapporto, nelle sue conclusioni, indica chiaramente che il piano d’azione di lotta alla povertà, che verrà definito sulla base dei dati che emergeranno dal Rapporto sociale attualmente in allestimento, deve essere una priorità nella politica cantonale. Inoltre, si chiede al Consiglio di Stato di fornire con ogni Consuntivo un aggiornamento sulla situazione della povertà nel nostro Cantone, allo scopo di rinforzare il monitoraggio e adattare le politiche necessarie per combattere il fenomeno in tempi utili.

Il Consiglio di Stato, da parte sua, ha impiegato sei anni per presentare il suo Messaggio 7527. Un messaggio, permettetemi di dirlo con franchezza, di una superficialità disarmante. “Tutto va bene, Madama la Marchesa!” è il tono usato. Il Ticino, si sottolinea, sarebbe un Cantone «all’avanguardia nella prevenzione e lotta alla povertà» e un «Cantone modello rispetto alle altre regioni svizzere». Le statistiche e le testimonianze delle associazioni che si occupano di persone cadute in povertà, come ad esempio Caritas, Soccorso d’inverno Ticino o il SOS, danno però tutt’un altro quadro della situazione, e il trionfalismo si smorza.

Anche se le statistiche sulla povertà in Ticino finora sono carenti a causa di un campionario troppo ridotto, e anche se i più recenti dati sulla povertà assoluta  dell’indagine sui redditi e sulle condizioni di vita della Confederazione indicano – forse – un miglioramento della situazione in Ticino, siamo pur sempre il Cantone più toccato dalla povertà di tutta la Svizzera. Troppe persone nel nostro Cantone ne soffrono, prima di tutto le famiglie monoparentali, che sono prevalentemente donne sole con bambini. Le ripercussioni negative non solo si manifestano nell’esclusione sociale, ma anche a livello di salute fisica e psicologica e sulla qualità di vita di famiglie intere. La povertà incide, inoltre, in modo pesante sul futuro dei bambini toccati.

È dunque giusto che il Cantone proceda con il Rapporto sociale per creare una corretta e rappresentativa base statistica che potrà servire da solido punto di partenza per il piano d’azione di lotta alla povertà e all’esclusione sociale. È importante farlo con celerità, per poi definire e implementare con altrettanta celerità le politiche volte ad arginare il fenomeno e dare sostegno, sollievo e una prospettiva futura a chi veramente ne ha bisogno.

In conclusione mi permetto di indicare un punto, già menzionato nel rapporto, ma che mi sembra importante ricordare al Consiglio di Stato. Uno dei fattori che pesa maggiormente sul budget delle famiglie e delle persone con un reddito modesto sono gli affitti. Nel lontano 2015 è stato messo in consultazione il “Piano cantonale per l’alloggio” – ma che fine ha fatto? È pur vero che da una parte in Ticino cresce lo sfitto, ma purtroppo gli appartamenti non affittati spesso sono appartamenti di lusso, oggetti di mera speculazione immobiliare. Mancano invece gli appartamenti di buona qualità a prezzi accessibili. Il gruppo socialista chiede al Cantone di attivarsi in questo ambito, di contrastare l’edilizia speculativa dannosa in tutti i suoi aspetti, e sostenere la creazione sostenibile di appartamenti di buona qualità per tutti.

Per quanto riguarda l’emendamento presentato dal MPS, dichiaro già in questa sede che il Gruppo PS lo voterà. Fossimo noi da soli in Commissione, saremmo andati in quella direzione. Il rapporto invece è un lavoro di ricerca di un compromesso, un compromesso a mio parere valido e che permetterà, grazie anche al sostegno trasversale, di migliorare concretamente le politiche cantonali contro la povertà. Alcune delle richieste fatte con l’emendamento sono già incluse nelle conclusioni del rapporto, come ad esempio quella di creare una base statistica che usi gli stessi parametri nazionali, per permettere il confronto intercantonale. Per cui: Sì all’emendamento, ma se non dovesse passare, sì al rapporto.

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