Il Consiglio di Stato ha presentato oggi il preventivo 2024, proponendo una manovra di tagli per 130 milioni di franchi che diminuisce le riduzioni per i premi di cassa malati, riduce il salario reale dei dipendenti pubblici e compromette la qualità delle prestazioni alla cittadinanza delegate agli enti sussidiati. Il Partito Socialista annuncia battaglia e ribadisce la propria opposizione anche alla riforma fiscale, due dossier strettamente correlati.
Il Partito Socialista Ticino prende atto con delusione del messaggio sul preventivo 2024, presentato oggi dal Consiglio di Stato: si tratta di una manovra di tagli dal peso di 130 milioni di franchi che va a colpire soprattutto chi percepisce i sussidi di cassa malati e i dipendenti pubblici, oltre a case anziani, istituti per invalidi e centri psico-educativi.
Andando ad agire sulle costanti della RIPAM (Riduzione dei premi dell’assicurazione malattia), si riducono di fatto i sussidi di cassa malati di fronte all’esplosione dei premi – una proposta che peserà in maniera marcata sul ceto medio ed è assolutamente incomprensibile nell’attuale situazione di costi sanitari crescenti e dell’inflazione generale. Allo stesso tempo si chiede ancora una volta ai dipendenti pubblici di fare sacrifici proponendo di introdurre un taglio salariale fino al 2%, mascherato con il nome ingannevole di “contributo di solidarietà”, a cui si aggiunge il non riconoscimento del rincaro nonostante un’inflazione dell’1.9%. Anche agli enti sussidiati, che svolgono un compito importante per la cittadinanza e in particolare per le persone che vivono delle difficoltà, viene chiesto di stringere la cinghia diminuendo i contributi che percepiranno per l’anno prossimo. Saltano all’occhio gli 11 milioni di rientro richiesti al solo settore degli istituti per invalidi e servizi d’integrazione per le persone con disabilità.
Questo preventivo 2024 è sbilanciato perché propone ancora una volta di tagliare su chi ha bisogno e sui dipendenti pubblici, e non agisce in maniera proporzionale sulle entrate. Al contrario, contemporaneamente, la commissione della Gestione e delle Finanze del Gran Consiglio sta discutendo della riforma fiscale, che propone diverse misure di sgravio fiscale tra cui una riduzione lineare per chi ha oltre 300’000 franchi di reddito imponibile. Si tratta quindi di due dossier chiaramente legati tra di loro a livello politico e che ben mostrano le priorità del Consiglio di Stato e dei partiti di maggioranza del centrodestra: tagliare sui più fragili e sgravare i più benestanti, riducendo in modo mirato e sistematico le risorse dello Stato. Come Partito Socialista Ticino ci opponiamo a questo preventivo che presenta tagli in settori importanti dello Stato e ribadiamo la nostra contrarietà alla riforma fiscale: ora più che mai, con un disavanzo preventivato di 95 milioni nonostante le misure di risparmio, non c’è margine per nuovi sgravi a chi non ne ha bisogno. Valuteremo quindi se lanciare referendum contro la riforma fiscale se verrà mantenuto lo sgravio lineare alle fasce più benestanti e contro singole modifiche di legge contenute del preventivo, in particolare contro i tagli ai sussidi di cassa malati che colpiscono il ceto medio e medio-basso sempre più in difficoltà dall’aumento inaccettabile dei premi.