Preventivo 2023: un preventivo che non risponde ai bisogni reali della popolazione

Il preventivo 2023 non risponde ai reali bisogni della popolazione in questo momento di difficoltà. Con il rincaro e l’esplosione dei premi cassa malati serve uno Stato proattivo, che metta a disposizione aiuti straordinari alla cittadinanza e alle PMI. Le cifre inserite a Preventivo non tengono conto della situazione che popolazione e imprese stanno vivendo. A titolo di esempio, sul fronte delle uscite, non viene sufficientemente considerato il rincaro dovuto all’inevitabile aumento dei sussidi cassa malati, mentre, sul fronte delle entrate si sovrastimano, i proventi derivanti dagli utili della Banca Nazionale.

Stamattina il Consiglio di Stato ticinese ha pubblicato il preventivo 2023, un preventivo che il Partito Socialista Ticino reputa insufficiente per rispondere ai reali bisogni della popolazione in questo momento di difficoltà e incertezza. Ivo Durisch, capogruppo del PS in Gran Consiglio, commenta: “L’impressione è che questo Preventivo sia un’operazione di cosmesi contabile che non tiene conto delle cifre reali e questo unicamente per compiacere al decreto Morisoli senza mettere mano alle forbici prima delle elezioni del 2023. Un decreto che già oggi a pochi mesi dal voto popolare è diventato anacronistico. Infatti come è possibile frenare la spesa a fronte dell’attuale tasso di inflazione, dell’attuale rincaro dei premi cassa malati e ei disagi dei cittadini dovuti all’inflazione, senza tagli dolorosi alle prestazioni.”

Un fantasma, quello del taglio alle prestazioni, a cui ha accennato il Governo questa mattina in conferenza stampa. Fabrizio Sirica, copresidente del PS Ticino, aggiunge: “Ma con che coraggio si parla di tagli alle prestazioni quando si sono svuotate le casse del cantone con sgravi a aziende internazionali e a contribuenti facoltosi? Con che coraggio si parla di tagli alle prestazioni quando si ha in mente un’ennesima riforma fiscale che ridurrà ulteriormente le già poche risorse?”

Laura Riget, copresidente del PS Ticino, sottolinea come “In questi mesi più che mai il potere d’acquisto delle fasce più fragili e del ceto medio è fortemente sotto pressione, eroso dall’esplosione dei premi cassa malati, dal rincaro dei beni di prima necessità, dai prezzi crescenti dell’energia e dagli affitti in aumento. Mentre i costi esplodono, i salari e le rendite stagnano. Questa situazione difficile rende nuovamente necessario un maggiore intervento statale, come è stato fatto durante la pandemia”.

Già durante l’estate il Partito Socialista Ticino ha presentato un pacchetto di misure cantonali e federali per contrastare l’inflazione e rafforzare il potere d’acquisto della popolazione. Ora più che mai è giunto il momento di essere proattivi e di implementare con urgenza queste misure di sostegno, in particolare:

  • Contrastare l’esplosione dei premi cassa malati: dopo gli aumenti dei premi cassa malati per il 2023 annunciati martedì e dopo l’incomprensibile voltafaccia de Il Centro al Consiglio degli Stati sull’aumento del 30% dell’intervento federale concordato con il PS, è necessario un aumento urgente dei sussidi per la riduzione dei premi malattia. Concretamente si chiede di adeguare l’importo dei sussidi individuali, allargando così la cerchia dei beneficiari, considerando meglio la classe media (aumento delle costanti per il calcolo del reddito limite e aumento della soglia Laps), ma anche di aumentare la quota parte di premio sussidiata (aumento del coefficiente di sussidio cantonale). Nel preventivo invece la stima dei costi per i sussidi cassa malati non tiene nemmeno conto del reale aumento dei premi, che abbiamo visto ieri è pari al 9.2% per il Ticino.
  • Adeguamento dei salari al rincaro reale: è positivo che il Consiglio di Stato abbia aumentato la spesa per il personale inserendo un importo di preventivo di 20.5 milioni di franchi per l’adeguamento dei salari dei dipendenti cantonali al rincaro. Bisognerà vedere sulla base dell’inflazione reale registrata a novembre, se l’importo basterà e se non fosse il caso adeguarlo di conseguenza. Lo Stato deve inoltre impegnarsi affinché anche il settore privato adegui i salari dei propri dipendenti e decretare che anche il salario minimo venga immediatamente adeguato.
  • Adeguamento degli aiuti sociali al rincaro reale: come avviene per i salari dei dipendenti pubblici, bisogna anche adeguare al rincaro gli aiuti sociali (come l’assistenza, la Laps, gli aiuti allo studio) al rincaro. A livello federale c’è stato un adeguamento al rincaro per le rendite AVS. Purtroppo nel preventivo, e quindi nelle intenzioni del Governo, di questo non c’è traccia.
  • Non limitare gli investimenti strategici: è positivo che il Consiglio di Stato abbia rinunciato per il momento a deleteri tagli alla spesa pubblica, dimostrando di fatto la non applicabilità del “Decreto Morisoli”. Non basta però non tagliare, bisogna pure aumentare gli investimenti per affrontare le sfide cruciali che ci attendono, in primis la trasformazione ecologica, ma anche l’evoluzione demografica e i cambiamenti del mercato del lavoro.
  • Basta sgravi fiscali: il futuro finanziario del Cantone è incerto, anche considerando la situazione difficile in cui versa al Banca Nazionale Svizzera, ma soprattutto a causa delle sbagliate riforme fiscali del passato. Per il Partito Socialista Ticino è oggi ancora più chiaro che non c’è alcun margine per nuovi sgravi fiscali che andrebbero ancora una volta a beneficio delle persone più ricche. Siamo pronti a lanciare il referendum contro qualsiasi riforma fiscale che svuota le casse del Cantone e alimenta le disuguaglianze.

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