Presentazione rapporto di minoranza Legge per l’innovazione economica

Intervento di Fabrizio Sirica come co-relatore del rapporto di minoranza 7768 sulla Legge per l’innovazione economica

Egregio Presidente,
Consiglieri di Stato,
Colleghe e colleghi,

quante volte in queste settimane si è sentito o anche detto “dobbiamo imparare da questa situazione” Eppure, guardando il rapporto di maggioranza, pare evidente come si stiano dando le stesse identiche risposte di prima della crisi. Noi pensiamo invece che sia giunta l’ora del cambiamento: se non ora, quando? Abbiamo quindi redatto un rapporto fondato su un vero e proprio cambio di paradigma.

Ci prefiggiamo di dare una visione e una prospettiva alternativa allo sviluppo economico al quale siamo purtroppo abituati, quello della crescita incondizionata, il cui successo si misura in produzione e PIL, esente da una valutazione di sostenibilità, sociale ed ecologica. Il nostro cantone infatti negli ultimi anni ha primeggiato per crescita di numero di aziende, crescita di posti di lavoro, ma al contempo in molti settori sono diminuiti i salari e l’impiego si è precarizzato. Un enorme ricchezza e guadagno che sono andati nelle tasche di pochi e a discapito della stragrande maggioranza dei lavoratori. Uno sviluppo quantitativo ma non certamente qualitativo, un indirizzo insostenibile e da cambiare radicalmente!

Il punto è l’accezione che vogliamo dare alla parola “innovazione”. Siamo tutti d’accordo in questa sala con la generica frase “il rilancio economico ticinese passa dall’innovazione e il valore aggiunto”.

Il nostro rapporto di minoranza però non considera l’innovazione solo come un progetto, una piccola parte dell’azienda legata alla produzione o ad un processo. Per noi, la valutazione riguardante l’innovazione economica va estesa all’azienda nel quale quel processo innovativo si sviluppa. In altre parole: è innovativo sussidiare un’azienda che prende soldi pubblici e poi licenzia per logiche legate all’attrattività borsistica? È innovativa per l’economia ticinese un’azienda che non rispetta criteri minimi come la parità salariale, che ha il 40% di persone pagate meno di 4000 franchi al mese, che ripudia il partenariato sociale o la sostenibilità ecologica?

Ovviamente no. Così com’è ovvio che non è eticamente accettabile ed economicamente vantaggioso che i soldi di tutte e tutti i cittadini finiscano ad aziende attuano quei tipi di comportamenti.

Questi aspetti dovrebbero essere, perlomeno stando a quanto scritto sulla legge, veri e propri elementi cardine. Ma purtroppo come spesso accade, sono soltanto vuote enunciazioni e non vi è nessuna regolamentazione di essi.

Sul fondo di questo rapporto di minoranza, oltre che alle proposte specifiche legate alla legge per l’innovazione, vi è l’intenzione di reindirizzare il tessuto economico ticinese. Pensiamo che d’ora in avanti in ogni singolo atto riguardante l’economia, soprattutto quando il cantone sussidia, vadano messi dei paletti e vada orientato il comportamento delle aziende.

Venendo nei contenuti specifici del rapporto, a differenza di quello di maggioranza proponiamo di inserire ulteriori criteri di accessibilità al credito oltre a quelli già presenti. In altri termini, si entra in materia dei sussidi e finanziamenti solo nel caso in cui tali criteri sono presenti. Il primo è legato a salari dignitosi, proponiamo che possano accedere ai sussidi pubblici solo aziende che occupano personale pagato almeno 4000 franchi al mese per 13 mensilità. Il secondo criterio è il rispetto del partenariato sociale: possono accedere al credito solo le aziende che firmano un CCL presente nel settore, e in caso di assenza firmano un contratto aziendale con un sindacato. Tra i criteri di accesso chiediamo per finire anche che sia attestata la parità salariale tra uomo e donna e che venga redatto un rapporto di sostenibilità.

Un aspetto purtroppo all’ordine del giorno sono i licenziamenti collettivi. Il rapporto chiede di inserire una nuova sanzione. L’esempio riportato anche nel rapporto è emblematico della necessità di una modifica in questo senso: dopo aver preso un milione di franchi, e nonostante un utile milionario nel gruppo aziendale, Mikron licenzia 46 persone e applica tagli che costano una riduzione ad altre 20, il tutto si somma ai 25 licenziamenti di novembre! Dobbiamo avere la possibilità di dissuadere da questo comportamento, e qualora adottato dobbiamo poter chiedere di recuperare il denaro sussidiato a quei gruppi o aziende con il fatturato in utile, perché è chiaro che in questi casi è fallito l’obiettivo di avere ricadute positive sul territorio con l’erogazione del sussidio.

Un altro aspetto di divergenza rispetto al rapporto di maggioranza è la concezione delle ponderazioni, la nostra visione sancisce un ruolo differente dello Stato, che non è unicamente premiante per chi ha parametri positivi, ma che deve poter punire chi ha scarso impegno sociale. Sostanzialmente aumentiamo il premio per i comportamenti positivi, ma inseriamo dei malus qualora non ci sono i criteri. Proponiamo quindi 2 nuovi criteri per la struttura del personale, 6 per l’impatto ambientale e uno relativo alla rete di collaborazione.

Per questi motivi vi invito a sostenere il rapporto presentato dal PS e dai Verdi.

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