Fra poche settimane saranno annunciati i premi cassa malati (Cm) per il 2022. Lo scorso anno laumento in Ticino del 2,1%, nettamente sopra la media Ch, sviluppò grandi discussioni sugli 11 miliardi di riserve: vedremo se e quanto questanno le Cm come richiesto intaccheranno le riserve, ma da noi i premi (speriamo non laumento) rimarranno sopra la media Ch, questanno +15%. Sappiamo che negli ultimi anni in Ticino le spese mediche sono state superiori alle entrate dei premi Cm, il problema è anche strutturale, demografico: abbiamo 23% over 65enni in più della media Ch, fattore che aumenta circa del 12% i premi Cm.
Per iniziare ad affrontare la questione avevo presentato un postulato (20.4272) al Consiglio federale (Cf) nel quale chiedevo che si esaminasse come la diversa struttura sociodemografica dei cantoni influisse sui costi della salute e sui premi Cm. Inoltre chiedevo di analizzare la possibilità di introdurre una compensazione dei rischi intercantonale basata sulle differenze medie di rischio per età per cantone, in modo da compensare i maggior costi dei premi dovuti alla diversa struttura detà nei vari Cantoni. Il Cf, nella deludente e per certi versi incomprensibile risposta al postulato, respinge tutto in toto senza nemmeno voler analizzare e quantificare il problema posto. Senza numeri ma con affermazioni tipo ipotizzare flussi finanziari indesiderati e paradossali tra i Cantoni (sic) giustificandosi sommariamente che i costi della salute non sono influenzati solo dalla struttura detà ma da altri importanti fattori, senza definire o quantificare questi fattori!
Poi cita la compensazione sociodemografica della perequazione finanziaria nazionale, che già terrebbe conto di quanto richiesto, ignorando che essa invece non considera il fattore costi della salute ma altri aggravi sociodemografici, tasso di povertà, integrazione stranieri, struttura detà, e oneri dei centri urbani, al Ticino arrivano briciole.
Ma quanto influisca il rischio detà sui costi sanitari lo leggiamo nelle statistiche del Monitoraggio dei Costi delle Assicurazioni malati suddivisi per settori di spesa, che evidenzia come in Ticino, per rapporto alla media Ch, abbiamo sensibili maggior costi per spese mediche in case per anziani +60%, spitex +75%, fisioterapia +41%, medici e farmacie +18%, quantificabili in circa 150 milioni allanno.
Letà media della popolazione ticinese cresce da tempo più rapidamente per rapporto al resto del Paese, stipendi non sempre sufficienti per far figli, emigrazione di molti giovani verso cantoni posti di lavoro più attrattivi, per le Cm buoni rischi in diminuzione non compensati dai buoni rischi sostitutivi. I 70mila frontalieri italiani non si affiliano a Cm in Svizzera, contrariamente a buona parte di frontalieri tedeschi o francesi, un altro fattore a beneficio dei Cantoni confederati che possono contare oltre ai buoni rischi ticinesi anche sui frontalieri. Una somma di fattori che continuerà ad aprire la forbice dei premi Cm a scapito del nostro Cantone. La perequazione finanziaria tra Confederazione e Cantoni citata nella risposta del Cf non ci aiuta di certo, al contrario proprio la compensazione sociodemografica torna a vantaggio dei ricchi cantoni metropolitani per quasi 450 milioni allanno; al Ticino porterà 6 milioni nel 2022 contro gli 11 del 2021. Perequazione quindi pure da rivedere ma non solo per la compensazione delle risorse fiscali come da mia mozione al CdS del 2014 tuttora inevasa.
Articolo di Bruno Storni, apparso su La Regione il 6 agosto