Il salario minimo nella Costituzione? No ci dicono i liberali radicali. No perché lo Stato non si deve immischiare nel mercato. Meglio molto meglio ci dicono sempre i liberali radicali privilegiare i contratti collettivi di lavoro. Che potrebbe anche sembrare una buona idea se proprio chi la propone non fosse poi il primo a ignorarla bellamente. La prova? L’assemblea di SCuDo del 14 aprile scorso.

SCuDo è un’associazione che opera nel sociale occupandosi delle cure a domicilio. Proprio per la delicatezza del suo compito ha bisogno di operatori messi in condizione di lavorare serenamente: quando si è turbati dalla propria condizione lavorativa diventa ancora più oneroso accudire altre persone in difficoltà. E la serenità purtroppo a SCuDo manca di fronte a licenziamenti e partenze di collaboratori. Ecco perché proprio il contratto collettivo è uno strumento prezioso quasi indispensabile. Si trattava di votarlo in assemblea. Ma…

…ma i delegati liberali radicali che fanno? Insieme ai leghisti votano contro il contratto collettivo di lavoro! Dunque salario minimo no e contratto collettivo proprio dove serve di più nemmeno. Ma è coerenza questa?

Ricordiamocene quando il 18 maggio saremo chiamati a votare sul salario minimo. Ricordiamoci che proprio quelli che lo osteggiano cioè la Lega e il PLR sono gli stessi che fanno orecchie da mercante quando si tratta di applicare sul serio i contratti collettivi. Giusto perché si sappia chi sta davvero dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori.

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