Da vecchio uomo bianco e da vecc duttur voto ‘sì’ all’iniziativa per il futuro; non perché si tratta del mio futuro, ma di quello dei miei nipoti, della loro salute e con loro di tutta la gioventù di questo pianeta. Gli ultimi rapporti molto autorevoli contraddicono clamorosamente Consiglio e Assemblea federali, che affermano demagogicamente che la politica ambientale svizzera sarebbe sufficiente. Bisogna invece fare di più e meglio. Il principio di “chi inquina paga”, deve chiedere che “chi inquina molto paghi molto”. Un super ricco con jet privato, automobili e motoscafi potenti, con i quali si sposta spesso da una delle sue ville all’altra o da un albergo di lusso a un altro, produce più emissioni di CO2 nel giro di poche ore che noi comuni mortali durante tutta la nostra vita. “E nümm a pagom!”: imposte, tasse e “balzelli”: aveva ragione “ul poro Nano”. Noi paghiamo il dovuto, i Paperon de Paperoni no, ma sono proprio loro ad approfittare di più di questo sistema iniquo. Se teniamo conto che i patrimoni dei 2’500 più ricchi in Svizzera – soltanto loro verrebbero chiamati alla cassa – nel giro degli ultimi vent’anni sono più che raddoppiati, mentre le persone povere aumentano sempre di più anche nella ricca Svizzera, sappiamo dove andare a prendere i soldi necessari per la trasformazione ecologica della nostra società. “I ghei i ghe” dicono in Onsernone, dove però i ghei scarseggiano. Non è così nei luoghi ameni, dove si concentrano i super ricchi per tirarsi giù a vicenda il moltiplicatore delle imposte. A suon di milioni di pubblicità e con la stragrande maggioranza della “Berna federale” a loro sostegno, ci minacciano con lo spauracchio della loro partenza. Ma dove vorrebbero andare per poter stare altrettanto bene come in Svizzera? Monte Carlo probabilmente non potrebbe accoglierne 2’500. Dopo che fu abolito lo statuto di globalista a Zurigo, veniva paventato un fuggi-fuggi generale di super ricchi. Non ci fu. Molto probabilmente non ci sarebbe nemmeno se dovesse venir accettata l’iniziativa per il futuro. La tassa sull’eredità – ereditare non è lavoro e nemmeno merito – va nella giusta direzione della redistribuzione dei profitti accumulati, come una tassa sui grandi patrimoni (taxe Zucman) o una percentuale prelevata sulle transazioni finanziarie (Tobin tax). Ambientalismo senza cambiamento sociale è mero giardinaggio, disse Chico Mendes, il grande sindacalista e difensore dell’Amazonia, polmone verde del nostro pianeta, che per la sua lotta pagò con la sua vita, ammazzato dalle pallottole dei grandi allevatori di bestiame brasiliani, produttori dei filetti di manzo da esportare, anche sui piatti svizzeri. Votare ‘sì’ il 30.11.2025 all’iniziativa per il futuro potrebbe sembrare un piccolo passo, ma può diventare un grande passo per il futuro non soltanto della Svizzera, ma di tutto il nostro pianeta e di tutti i suoi abitanti: piante, animali ed esseri umani.
Articolo di Beppe Savary-Borioli, granconsigliere PS/FA, apparso il 18 novembre 2025 su LaRegione