Perché dire sì all’iniziativa del 10%

Da troppi anni il nostro cantone vive sotto la logica dei tagli: prima si riduce la forza finanziaria dello Stato, poi si giustificano come inevitabili le riduzioni ai sussidi, ai servizi pubblici e all’amministrazione.

Il principio è sempre lo stesso: «Fare quello che si può con quello che si ha», salvo poi ridurre sistematicamente quello che si ha. Così facendo, però, chi paga davvero è la collettività, con servizi che si indeboliscono, oneri ribaltati sui Comuni e vantaggi per chi potrebbe tranquillamente farne a meno.

Non fa eccezione l’iniziativa «Basta spennare il cittadino» che propone di aumentare le deduzioni fiscali per i premi assicurativi. L’iniziativa per il 10% cambia invece paradigma: prima si garantiscono i bisogni essenziali della popolazione, poi si reperiscono le risorse necessarie attraverso un sistema equo e sostenibile. Così funziona una società che mette al centro le persone, non i bilanci. Continuare a ragionare all’inverso significa condannarsi a una spirale di impoverimento.

Chi pagherà? Non i lavoratori, non i pensionati, non le famiglie: la parte eccedente del premio sarà assunta dal Cantone, che potrà reperire ulteriori risorse in modo progressivo laddove ci sono, ad esempio dai grandi capitali. È un meccanismo solidale già applicato dal 2019 nel canton Vaud, che non ha messo in crisi nessuno. Al contrario, ha tutelato il potere d’acquisto, rafforzato la coesione sociale e ridotto di un quarto i cosiddetti assicurati morosi.

Nell’attesa che a Berna si affrontino finalmente i veri nodi – una cassa malati unica e pubblica, una regolazione dell’industria della salute e un freno ai costi – non possiamo lasciare che il peso dei premi continui a strangolare il ceto medio. Il Ticino può agire ora.

Il 28 settembre, facciamo una scelta di responsabilità e di giustizia. Votiamo Sì all’iniziativa per il 10%.

Francesco Albi, Corriere del Ticino del 6 settembre

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