Per un rafforzamento del servizio pubblico

Il ruolo dello Stato è di prendersi cura della popolazione, di organizzare la società e di mantenere cucito il tessuto comunitario. Il settore pubblico si sta tuttavia assottigliando, quasi abbandonando anche beni e servizi essenziali.

Basta pensare al fatto che il settore delle cure sanitarie domiciliari è esternalizzato, nonché viepiù in balia della concorrenza di mercato. O che il settore sociale è costretto a tirare di continuo la manica delle autorità, come se il sostegno ad anziani, persone con disabilità, famiglie in difficoltà fosse un capriccio. O ancora che una docente di scuola dell’infanzia è tenuta a gestire da sola una sezione di 25 bambini, dall’emotività dei piccoli alla preparazione scolastica dei grandi. O infine che un diritto primario quale l’alloggio è un ambito completamente mercantile.

Questo allorquando la società diventa più complessa, tra aumento di disturbi psichici, anziani sempre più anziani, migranti sempre più traumatizzati, famiglie sotto pressione, frammentazione dei percorsi professionali.

Noi esigiamo più considerazione nei confronti della collettività.

A tal fine, l’obiettivo non dev’essere la diminuzione delle imposte, bensì una maggiore ridistribuzione delle risorse. In primo luogo, va diminuito lo scarto tra salari elevati ed esigui. L’imposizione fiscale delle grandi imprese va inoltre aumentata e quella delle persone fisiche corretta verso una continua progressività in base al reddito.

In seguito i soldi pubblici vanno spesi. E vanno spesi bene. Per il bene comune, per servizi di base e prestazioni di cui chiunque potrebbe un giorno avere bisogno.

Articolo di Agnese Strozzega apparso su La Regione

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