Peace & Love: in Ticino quando?

Osservando l’atteggiamento di una certa estrema destra nostrana riscontro analogie preoccupanti con il fenomeno sociale del bullismo. Forte dei numeri che può vantare nei consessi e grazie al collaborazionismo di un centro-destra sempre più allineato, l’arroganza del potere mostra i muscoli, penalizzando le fasce più deboli. Esprimendosi con toni strafottenti, denigratori e infarciti di fake news, i locali ammiratori dello stile “trumpiano” riescono ad ammaliare larghe fette di popolazione, che spesso, purtroppo, non approfondiscono né verificano la credibilità di quanto viene divulgato, identificandosi con coloro che urlano più forte o picchiano i pugni sul tavolo.

Di conseguenza, il livello del dialogo scade sempre di più e a prevalere sono l’odio e l’egoismo, a scapito dell’amore e della solidarietà, esacerbando il divario di risorse e opportunità tra ricchi e poveri e costringendo la classe media ad annaspare per tenersi a galla: gli ingredienti ideali per destabilizzare la società.

Che fare per invertire la tendenza e riportare il dialogo sui binari del fair play e del rispetto reciproco? Il Ps e la Gioventù socialista (Giso) suggeriscono di schierarsi finalmente senza ambiguità e dichiarare in tutta sincerità da che parte si vuol stare e di gridarlo forte, senza eccedere in volgarità e mancanza di stile. Per coloro che considerano solidarietà, sobrietà, tolleranza, rispetto dell’ambiente, sostenibilità e inclusione come dei valori irrinunciabili è giunto il momento di ribellarsi e lottare per gli ideali di fratellanza e per il rispetto della Casa comune, affinché vivere dignitosamente sia un diritto per tutti e tutte e non per pochi privilegiati. “Fate l’amore e non la guerra” è oggi più che mai attuale e ha valenza anche per il Ticino.

Articolo di Daniele Bianchi apparso su La Regione

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